Lord of Caos – di Mark Adin

Gli esperti si rilassino, non intendo parlare di libri fantasy o di black metal, ma di qualcosa che ci riguarda tutti.

Quando la Storia ha una battuta di arresto, quando le forze che la interpretano non raggiungono dimensioni sufficienti per prevalere una sull’altra, e così permettere la svolta verso una dimensione nuova, quando la maledizione della non- scelta, del consolidamento dell’ovvio, della stagnazione del coraggio ci impediscono il cammino, la Storia si compie nel Caos.

Il Caos diventa Soggetto, in mancanza di spinte naturali interviene con il suo lievito, diviene irresistibile maieuta. Finisce per essere l’estrema misura di igiene sociale, il vomitivo, la scossa elettrica, la fusione del nucleo nella centrale atomica. L’insipienza, la vigliaccheria, la corruzione e gli infiniti equilibri ardono nella stessa consumazione violenta e risolutiva: per fare posto al nuovo.

Qualcuna/o può ancora credere ad un possibile, continuo, naturale processo di rigenerazione civile? Si può ancora pensare che il Potere della corruttela e della finanza si emendi da sé? O con il voto, la cui funzione è stata irreggimentata in modo tale da rendere impossibile ogni cambiamento?

Sono certo che faremo il possibile, noi molti che vogliamo giustizia, che desideriamo vivere in un mondo che non ci minacci, per uscirne. Ma i mezzi democratici inizio a dubitare che siano sufficienti. La sensazione è che ormai ci si trovi oltre una soglia.

Quando si viene a conoscenza di fatti così gravi, di comportamenti talmente endemici da rendere impossibile credere al possibile cambiamento, il tema non è la perdita della speranza. La speranza non c’entra, questa parola corrisponde a una delle catene che ci trattengono. Se mai il tema è quello della responsabilità e del coraggio.

E’ di questi ultimi tempi l’emersione di quella spaventosa, mostruosa creatura della trattativa tra Stato e Mafia, che indica in modo chiaro a tutti coloro che vogliono capire – perché capire è un atto di volontà e di responsabilità e non soltanto di intelligenza – fino a che punto ci siamo spinti. Sentire lo scambio di battute tra il giudice Ingroia e l’ex DC Calogero Mannino, tra i molteplici convitati di pietra, nell’arco che va dall’Arma al Quirinale, fa accapponare la pelle. Dal profondo dei misteri di questo Paese affiora sempre qualcosa di sinistro, di letale per la democrazia. Questa democrazia nata male, nata da Yalta più che dalla Resistenza.

Nel ricatto della pauperizzazione e della violenza, della perdita del lavoro, della continua sottrazione di risorse, aggrediti ogni giorno di più, riusciremo a tenere alta la testa e a sbarazzarci dei corrotti e dei corruttori?

O dovremo forse attendere che il Caos si incarichi di mandare il tutto a maturazione e lo faccia esplodere come un foruncolo suppurato? Ci sottrarremo ancora alle nostre umane responsabilità?

Francamente ho paura di sì.

Non ne abbiamo abbastanza, c’è ancora spazio per le loro angherie, per la loro violenza. A noi, l’esercizio della violenza fa orrore, e anche quando diventa inevitabile tendiamo a vederne solo gli aspetti che il Potere vuole farci vedere. Spesso non ne capiamo la necessità.

Del resto, come diceva Bertold Brecht, “Tutti vedono la violenza del fiume che esce dagli argini e devasta, ma pochi vedono la violenza degli argini che lo trattengono”. Siamo noi quel fiume. Se il tempo diventerà ancora più brutto – e ci sono, purtroppo, evidenze e non solo probabilità – ci ingrosseremo con le piogge ed usciremo dagli argini, guidati dal Signore del Caos e non dalla Ragione. E ci troveremo rovinosamente a valle, dove avremmo potuto arrivare temperando l’impeto nella consapevolezza.

Mark Adin

Redazione
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Un commento

  • non credo ci sbarazzeremo mai dei corrotti, perchè è proprio il potere e la ricchezza che li rende sempre più avidi. Lo so che non è giusto (forse), ma se più nessuno , ma proprio nessuno li votasse come farò io ,almeno avremmo davanti qualcosa di nuovo che si vedrà in seguito come risolvere

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