Luis Sepulveda: «L’ultima nota del tuo addio»

La poesia del sabato (*)

L’ultima nota del tuo addio
mi disse che non sapevo nulla
e che arrivavo
al tempo necessario
di imparare i perchè della materia.
Così, fra pietra e pietra
seppi che sommare è unire
e che sottrarre ci lascia
soli e vuoti.
Che i colori riflettono
l’ingenua volontà dell’occhio.
Che i solfeggi e i sol
raddoppiano la fame dell’orecchio.
Che è la strada e la polvere
la ragione dei passi.
Che la via più breve
fra due punti
è il giro che li unisce
in un abbraccio sorpreso.
Che due più due
può essere un pezzo di Vivaldi.
Che i geni gentili
stanno nelle bottiglie di buon vino.

Una volta imparato tutto questo
tornai a disfare l’eco del tuo addio
e al suo posto palpitante scrissi
la Più Bella Storia d’Amore
ma, come dice l’adagio,
non si finisce mai
d’imparare e aver dubbi.
Così, ancora una volta
facilmente come nasce una rosa
o si morde la coda una stella cadente,
seppi che la mia opera era scritta
perchè La Più Bella Storia d’Amore
è possibile solo
nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi.

(*) Di solito il sabato sera qui regnano i versi scelti da “cicala”. Ma questa settimana lei friniva in altre contrade. Così ho recuperato i bellissimi versi di Sepulveda che tempo fa mi aveva regalato Fabrizio. Non conosco il Sepulveda poeta ma questo bell’incontro mi invoglia a proseguire. Fra una settimana ci rivediamo qui con “cicala”. Sisp: cioè Salvo Imprevisti Sempre Possibili. [db]

 

Redazione
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Un commento

  • Domenico Stimolo

    Per giusta memoria di Selpuveda che da militante impavido, armato, cerco’ di difendere la vita del Presidente Allende dai golpisti fascisti

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