«L’ultimo ebreo». E lavori in corso.

db ragiona su pregi e difetti del libro di Ivo Scanner. A seguire: 1) un ingorgo bottegardo; 2) il difficile ma fascinoso matrimonio alchimistico fra racconti e “Blob-tega”

«L’ultimo ebreo»: un libro riuscito a metà (anzi: a due terzi)

di db

Scrive molto bene Ivo Scanner e già si sapeva. Dunque ho letto «L’ultimo ebreo» – Oltre edizioni: 390 pagine per 18 euri – con un pregiudizio positivo. La prima parte mi è parsa molto bella. Però la seconda mi è sembrata debolissima. Ma la lunga post-fazione di Fabio Giovannini è ottima. E dunque? 66 per cento sì, 33 no.

Racconto un po’ il libro. Cercando non fare spoiler (il veeeeero peccato mortale dei nostri tempi?).

Il libro si apre sull’«uomo più ricercato del mondo», Renzo Renna. Dalle prime pagine sappiamo che il nazismo ha vinto la guerra e che gli altri Paesi hanno via via consegnato gli ebrei. Dunque il folle sogno di Hitler si è realizzato: il 20 aprile 1958 mentre si festeggia il compleanno del Fuhrer il popolo ebreo è stato spazzato via… anzi no: si sta dando la caccia all’ultimo degli ebrei. Sino a pagina 171 – con inseguimenti, colpi di scena (uno clamoroso) e personaggi ben pensati – Ivo Scanner ci tiene avvinti.

Nella seconda parte totale cambio di scena: siamo in una periferia romana, non più nel 1958 “ucronico” dove il nazismo ha vinto ma ai giorni nostri (grosso modo) in un mondo simile a quello in cui viviamo. Ragazzi (soprattutto) e ragazze (di contorno) di un centro sociale – forse un po’ caricaturali – decidono di occupare la vecchia “casa Conchiglia” per salvarla dalla demolizione. E’ un posto dove nella seconda guerra mondiale nazisti e fascisti avevano fatto “brutte cose”. Questo dato e un personaggio – di più non posso dire senza svelar troppo – sono il legame con la prima parte. L’idea non era male ma la resa non funziona: a parte i faticosi (e inutili) passaggi narrativi dalla prima alla terza persona la trama non regge. Come già detto Ivo Scanner sa scrivere e dunque la suspence in certi momenti funziona ma… a lungo termine la vicenda si accartoccia.

Nelle 30 pagine finali Fabio Giovannini racconta – con sapienza, archivio e gusto per il particolare rivelatore – vita, morte e miracoli di «Ucronia: la storia che non fu (ma che poteva essere)». Preparatevi a una bella cavalcata fra Charles Renouvier (1876), Winston Churchill e Umberto Eco passando per Auguste Blanqui, Mark Twain, Vita Sackville-West, Jack Williamson, Murray Constantine (alias Katharine Burdekin), Ward Moore, Norman Spinrad, ovviamente Philip Dick, Philip Roth, Stephen King ecc per sbarcare in Italia incrociando, fra gli altri, Guido Morselli, Curzio Malaparte, Franco Cardini, Enrico Brizzi, Franco Ricciardiello (splendido il suo «Nell’ombra della Luna») sino a un manipolo di neofascisti, in testa Gianfranco De Turris e persino l’assassino (e poi suicida) Gianluca Casseri. Ottimo saggio a chiudere un libro bi-fronte.

INGORGO

Per correttezza verso autori/autrici (e gli editori) devo segnalare che il “Marte-dì” si è assai ingorgato. Sul mio tavolino – reale e/o virtuale – ci sono un mucchio selvaggio di libri. Eccoli in ordine di acquisto o di arrivo: la nuova edizione di «Eva» (di Nicoletta Vallorani); l’e-book «L’aliante scomparso», primo capitolo del ciclo “Il libro delle anime” (di Maurizio Cometto); due antologie ovvero «Solarpunk» e «Rapporti dal domani»; infine «Ideologia e rappresentazione: percorsi attraverso la fantascienza italiana» (di Simone Brioni e Daniele Comberiati). E forse qualcosa mi scordo… A parte gli Urania in uscita.

Poi ci sono i post altrui. In testa il terzo e conclusivo articolo della mini serie «La fantascienza a confronto» (di Mauro Antonio Miglieruolo). E ho già due recensioni: una letteraria da Clelia Farris e una visiva arrivata dall’astrofilosofo (all’anagrafe Fabrizio Melodia).

Quanto ci vorrà – al ritmo due post a martedì – per districare l’ingorgo? Nel frattempo mi cimento con altro; anche con la fantascienza AUDIO non “martediana”… leggete qui sotto.

A che punto è il difficile ma fascinoso matrimonio alchimistico fra racconti e “blob-tega”

Riassunto delle puntate precedenti, anzi una sola: Fantascienza: db e Luca sono pazzi e voi pure se…  Bene: di pazze e pazzi ce ne sono e a seguire vi riassumo le loro risposte. Ma prima l’ultimo messsaggio di Preziosa – del Teatro Atlante – che fissa i paletti per le letture.

oggi io e Luca abbiamo registrato la lettura de La Sentinella di Fredric Brown e de I giorni perduti di Dino Buzzati; ho fatto una prova con LA GOCCIA, ma solo la lettura durava più di 8 minuti… Ci siam detti con Luca che l’ideale è creare audio che fra voce + musica non superino la durata media di una canzone, concordi?). Cosa dice il sondaggio?

IL SONDAGGIO, GIA’

Ecco le risposte in ordine di arrivo

1 – La cinquina di FM

«Spero di arrivare presto» di Philip Dick

«Non ho bocca e devo urlare» di Harlan Ellison

«L’ultima domanda» di Isaac Asimov

«Nato d’ uomo e di donna» di Richard Matheson

«La sentinella» di Frederic Brown

2- Questo il msg di MC

«Continuità dei parchi» di Julio Cortàzar. E’ breve ma è fantastico puro, spero non sia un problema.

3 – Il voto di CF

«Impostore» di Dick

«La moglie di Frankenstein» di Resnick (preferisco «In viaggio coi miei gatti», ma è lungo)

«Il raggio di Schwarschild» di Willis (anche qui, preferisco «Jack» ma è lungo)

«Godzilla in riabilitazione» di Landsdale

«La ragazza che uscì per il sushi» di Cadigan

4 – Così la vede AB

«La Sentinella» di Brown e «Quando cambiò» (ma poi ne cercherò altri)

5 – Il messaggio/lista di BM

Ursula K.LeGuin: «Il giorno prima della rivoluzione» oppure «Quelli che si allontanano da Omelas» oppure «Diventare adulti in Karhide».

di Margaret Atwood – presi da «Microfiction» – uno di questi 4: «Il nostro gatto entra in paradiso», «Chicken Little esagera», «Il tempo si ripiega» e «Il bambino dell’albero».

Joe Haldeman: «Quattro romanzi brevi».

Cory Doctorow: «Non qui a casa mia, saltatori».

 di Jorge Luis Borges – da “L’Aleph” – uno di questi: «La casa di Asterione» o «La scrittura del dio».

Terry Bisson: «Quando gli orsi scoprirono il fuoco».

Connie Willis: «Anche la regina».

Ursula K.LeGuin: «Diventare adulti in Karhide».

Murakami Haruki «Il tuffetto» da “I salici ciechi e la donna addormentata”

Fuori concorso 

Tommaso Pincio: «Hotel a zero stelle, Inferni e paradisi di uno scrittore senza fissa dimora»

[db ha fatto notare a BM che il suo concetto di 5 è veramente alieno]

6 – premesso che è difficilissimo scegliere FI vota così:

«Sentinella»

Clarke «I nove miliardi di nomi di dio»

E. Hoch «Zoo interplanetario»

Joanna Russ «Frasi utili per il turista»

P.K.Dick «La mente aliena»

7 – un tal db (buon ultimo, eh?) così si è espresso:

Visto che devo escludere tutti quelli di Theodore Sturgeon, di Robert Sheckley e di James Tiptree Junior (alias Alice Sheldon) e tanti altri perchè trooooppo lunghi… allora a «Sentinella» aggiungo questi 4 che ricordo brevi (ma controllerò):

Ursula Le Guin: «Prima relazione dello straniero naufragato al Kadanh di Derb

Isaac Asimov: «L’ultima risposta»

Clelia Farris: «Alla Quenau (o alla Genesi)»

Arthur Clarke: «Riunione».

Sperando non ci siano problemi con i diritti d’autore (controllerò anche questo).

In conclusione? Aspettiamo altri voti, controlliamo le lunghezze e poi proviamo a partire (di sabato mattina). Appuntamento fra 7 giorni circa per una decisione…. Fisserò un accordo con Luca e con Teatro Atlante ma ho deciso (per molti motivi) di non chiamarlo «Patto atlantico». Voi del pianeta Terra siete ancora un tempo a votare. Ma rrrrrrrricordate: la durata media di una canzone.

 

Ho rubato la terza immagine in rete; non ho trovato indicazione dell’autore o autrice (e neppure della spericolata ciclista). Nel caso fatemi sapere il nome e… renderemo il merito.

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

Un commento

  • Anche se in estremo ritardo… bellissima idea. Siete grandissimi… Se possibile voto tra i finalisti: «Nato d’ uomo e di donna» di Richard Matheson. E se il tempo lo consentisse anche “La stella” di Clarke… bellissima l’idea della trasposizione de “Il signore delle mosche”… quando sarà…

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