L’uomo del censimento – China Miéville

di Francesco Masala

il libro è finalista nel 2017 del Premio Hugo

il libro inizia con un bambino urlante.

urla affannato che c’è stato un omicidio, ma forse è solo la sua impressione.

esiste un ponte, che separa la cittadina dalle case sparse.

pochi personaggi hanno un nome, sarebbe un elemento di chiarezza in una storia dove tutto è incerto, insicuro, precario.

e poi ci sono i bambini, che vivono in strada, e dormono in un edificio disabitato, sono una banda, si arrangiano come possono.

la polizia appare ogni tanto, viene da lontano, e poi c’è l’uomo del censimento, deve ordinare, definire, scrivere, indagare.

ma questo avviene alla fine.

si respira una qualche aria di Agota Kristof, tante cose non dette, luoghi e persone non individuabili, individui incatenati alle regole del luogo, andarsene è difficile, ma non impossibile.

è un libro di fantascienza, quella classica? direi di no, piuttosto un libro di misteri.

China Miéville sa, anche questa volta, come tenere il lettore legato alle pagine, alla storia, alla ricerca di una verità.

in confronto ai precedenti romanzi di centinaia di pagine questo è solo un racconto lungo che si fa leggere bene.

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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