Lustrare le scarpe a zio Sam, come sempre

Ma il presidente Mattarella di che storia parla per celebrare il 160° anniversario delle relazioni Italia-USA?

di Salvatore Palidda

Dopo l’esplicito allineamento di Draghi e di tutti i partiti alla relazione privilegiata con gli Stati Uniti, non poteva mancare la reiterazione della fedeltà italiana rispetto all’alleato-dominante da parte del presidente della Repubblica Mattarella, peraltro da sempre fervente filo-statunitense e ovviamente filoatlantico. Come titola trionfante il quotidiano Repubblica: «Mattarella: “Il legame Italia Usa è un impegno a difesa della democrazia”».

L’occasione cade a pennello: è il 160° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti.

Il nostro (esimio per definizione) Presidente ha sottolineato: «Un legame che ci vede impegnati, in una prospettiva convintamente transatlantica, a sostenere e promuovere le libertà civili e i princìpi democratici, in un quadro di sicurezza e stabilità internazionale teso a promuovere lo sviluppo economico e il progresso sociale». Per aggiungere: «La nostra profonda amicizia si è progressivamente rafforzata negli ultimi settantacinque anni, radicandosi nella comune adesione ai lavori di libertà, pace, democrazia. I costanti e fecondi scambi sociali e culturali tra i nostri popoli la alimentano, così come il contributo fornito dalla ampia e operosa comunità di origine italiane negli Usa e dai cittadini statunitensi residenti nel nostro Paese»

Se questa serie di affermazioni fossero fatte da un candidato alla docenza universitaria davanti a una commissione di concorso un minimo corretta la sua bocciatura sarebbe scontata vista la quantità impressionante di documenti di storia contemporanea che mostra appunto come tanti fatti ben documentati dicano il contrario di quanto ha asserito Mattarella. Forse non possiamo dire che il Presidente fa affermazioni “blasfeme” o “false” perché rischiamo di commettere un reato. In democrazia l’autorità suprema può essere contraddetta ma soprattutto in teoria.

Limitiamoci solo ai fatti più rilevanti:

  1. Quale democrazia hanno difeso gli Stati Uniti che ancora oggi non hanno cancellato l’eredità della schiavitù con un razzismo che continua a fare morti di neri, ispanici (come nel XIX e inizio XX° secolo assassinava anche italiani)?
  2. Quale esempio democratico hanno dato gli Stati Uniti con l’innumerevole quantità di golpe, assassinii, violenze e guerre che hanno praticato da quanto esistono? Fra i tanti: chi ha ucciso Lumumba, Sankara e tanti altri leader anticoloniali? Chi ha sostenuto il colpo di stato in Cile di Pinochet? Chi ha scatenato le “guerre permanenti” sin dal 1990? Chi continua a imporre la corsa agli armamenti?
  3. Quale democrazia in Italia hanno tutelato gli Stati Uniti che hanno prediletto i rapporti prima con la mafia, poi con fascisti e golpisti attraverso i servizi segreti da loro “deviati” all’uopo per sabotare – anche a colpi di massacri – la possibile scelta italiana di un governo effettivamente democratico con una politica economica e sociale a beneficio della maggioranza della popolazione. E’ stata democratica l’opera della CIA nell’alimentare attentati, tentativi di golpe, massacri, complotti fascisti da dopo il 1945 e poi nel 1964, nel 1969, nel 1973, nel 1976, nel 1981…
  4. Quale democrazia costruiamo con gli Stati Uniti che a ogni costo e imbastendo ogni sorta di falsità rilanciano la NATO, la spesa militare, l’aggressività nei confronti di Russia e Cina per impedire all’Italia e all’Europa la possibilità di una prospettiva pacifica, di neutralità con il rifiuto di assoggettarsi ai giochi delle superpotenze?

Da parte sua il presidente Biden non ha mancato di proclamare che l’Italia è «leader nelle missioni per il mantenimento della pace e nelle operazioni di sicurezza nel mondo», un plauso che suona come il paternalistico “bravo” al suddito che rispetta i compiti assegnati dall’alleato-dominante.

E’ costernante vedere come l’Italia permanga un Paese senza alcuna sovranità nazionale e senza alcuna chance di cercare la possibile prospettiva pacifica della neutralità, dell’effettivo rifiuto di ogni coinvolgimento in conflitti fra potenze mondiali, quindi nel vero rispetto dell’articolo 11 della Costituzione che esclude anche la dotazione di armamenti offensivi come gli F35 o l’ospitare basi missilistiche e armi nucleari sul proprio territorio (peraltro solo in mano statunitense) ecc.

L’IMMAGINE – scelta dalla ” bottega” – è di Vincenzo Apicella.

 

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