M346, morti e giudici

Varese: minacciato di archiviazione l’esposto dell’agosto 2014 contro la vendita di aerei da guerra Finmeccanica a Israele; ma se ne riparla il 9 maggio.

di Laura Tussi

Nell luglio 2014, in piena aggressione bellica contro Gaza (“Margine protettivo”, 2000 vittime) l’Italia permise l’invio dei primi 30 caccia M-346 prodotti a Varese.

Papa Francesco dice ormai da molto tempo che è in corso la terza guerra mondiale. In occasione dei recenti attentati in Egitto è andato oltre e ha condannato non solo gli esecutori degli attentati ma anche i produttori e i venditori di armi. Le bombe che cadono sulla popolazione dello Yemen, dell’Afghanistan, della Siria, a Gaza e altrove sono fabbricate anche in Italia come gli aerei che le sganciano.

Nell’agosto 2014 cinque cittadini, esponenti del comitato varesino “NO-M346 a Israele” hanno presentato una denuncia all’autorità giudiziaria perché indagasse sulla vendita di 30 aerei M346 allo Stato israeliano da parte di Alenia Aermacchi (oggi Leonardo). I primi due esemplari del velivolo sono stati consegnati ad Israele il giorno successivo all’inizio dei bombardamenti sulla popolazione di Gaza, che hanno provocato oltre 2000 morti, fra cui oltre 500 bambini, migliaia di feriti e invalidi, distruzioni di case e infrastrutture.

La legge italiana vieta la vendita di armamenti a Stati belligeranti o ritenuti responsabili di crimini di guerra e contro l’umanità. Israele è stato ritenuto responsabile di crimini di guerra in numerosi documenti internazionali (rapporti di Human Rights Watch, rapporto Goldstone, Amnesty International etc).

La Procura della Repubblica di Varese in data 24 maggio 2016 ha chiesto l’archiviazione del procedimento ritenendo di non poter sindacare la legittimità dell’autorizzazione ministeriale all’esportazione degli aerei affermando, tra l’altro, che la posizione dello Stato di Israele sarebbe inquadrabile nel diritto di autotutela riconosciuto agli Stati dall’articolo 51 della Carta dell’ONU.

Ciò non è condivisibile in quanto le operazioni “Piombo Fuso” (2008),“Pilastro di difesa” (2012) e “Margine protettivo” (2014) realizzate da Israele nel territorio di Gaza, oltre ad aver provocato migliaia di vittime civili non costituiscono risposta proporzionata ad un attacco esterno. Per questa e altre ragioni, i denuncianti hanno proposto opposizione e il GIP Alessandro Chionna ha fissato l’udienza per la decisione al 9 maggio.

MATERIALI A DISPOSIZIONE, su richiesta (scrivere a: nessunm346xisraele@gmail.com ): 

– esposto alla Procura (agosto 2014)

– atto di opposizione (13 giugno 2016) alla proposta di archiviazione (3 giugno 2016)

I firmatari dell’esposto alla magistratura: Filippo Bianchetti, Fiorella Gazzetta, Ugo Giannangeli, Giuseppe Orlandi, Marco Varasio

LA VIGNETTA di Vauro apparve sul quotidiano «il manifesto»

Redazione
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