Ma poi la vita ti ripaga – di Mark Adin

Questa è bella: il debosciato Jack Kerouac ebbe l’ardire, anno 1957, di rivolgersi a Marlon Brando, direttamente, letterina dattiloscritta, chiedendogli di fare un film in cui non sarebbe stato protagonista, ma solo comprimario. Primo errore. E, per giunta, di cacciare lui i soldi per produrlo, poiché il grande Jack, notoriamente, si ritrovava spiantato. Secondo e più definitivo errore.

Non si fa.

Difatti la star, già gli era stato consegnato l’Oscar per “Fronte del porto”, nemmanco rispose. As usual. Ma che, scherziamo?

Ecco l’archetipo di quanto l’ingenuità possa essere temeraria. Jack… Jack… Non lo sapevi che le primedonne bisogna prenderle per il verso giusto?

A leggere la letterina pulita, straight, battuta da Christie’s come un cimelio qualsiasi, come il reggiseno di Marylin o i sospensori di John Wayne, ci si commuove. Ben ordinata, senza esitazioni o cancellazioni, priva di refusi, firma in calce, qualcosa suggerisce che non sia stata battuta di getto, bensì ponderata. La benzedrina, utilizzata dallo scrittore, lo sollecitava ad andare velocemente al punto? Difficile dirlo. Forse è stata più importante per la sua prosa: via le timide virgole per lo più inutili, ma servitevi di un energico spacco che separi il respiro retorico (come il musicista di jazz prende fiato tra le varie sonate). Eh… l’ amfetamina è così. Una manciata di pastiglie e non si dorme più: Stan parlava e parlava; Dean gli aveva dato la carica la sera prima e adesso non voleva saperne di fermarsi.

Ecco, me lo vedo, il grande Kerouac, che butta ciò che ritiene superfluo, come le virgole, e va giù piatto. L’incipit della lettera è più che spericolato, è senza rete: “Caro Marlon, vorrei chiederti di acquistare i diritti di “On the road”…”.

Ma come? Così? Di brutto? La prima cosa che dici è: caccia li sordi?

Brando è una personalità contorta, chiusa nel guscio, chiedetelo a Truman Capote, che fu odiato a vita per averlo messo a nudo (seeeeh… magari!) in alcuni aspetti della vita concentrata sul suo ego abnorme. Brando è unico, splende, rifulge, ha già girato “Un tram che si chiama desiderio”, “Viva Zapata”, “Il selvaggio”, mica pizza&fichi, e questo scrittore-vagabondo gli propone sfacciatamente di fare un film nel quale la camera sul sedile anteriore della vettura … mostra la strada (giorno e notte) che scorre davanti al parabrezza, mentre Sal e Dean chiacchierano fra di loro? Sai che palle! Peggio di “Solaris”!

Eppure c’è qualcosa nella modalità scelta di rivolgersi al mito, nella disarmante sincerità di Jack che motiva la richiesta con il riuscire a sistemare me e mia madre per la vita, che seduce. Non stiamo parlando di un Forrest Gump, ma di un letterato che, a suo modo, ha lasciato il segno; che rappresentò un modo di vivere; che ci  portò, nel bene e nel male, a quel Sessantotto americano che influenzò anche la vecchia Europa.

Nella lettera al Duca – riportata integralmente da Satisfiction dell’8/1 corrente anno anche nella sua copia originale – lo scrittore accenna alla sua intenzione di mettere in scena non una trama in particolare, non un significato in particolare, ma solo il modo in cui le persone sono. No plot in particular… just the way people are.

Non tanto la trama, quanto il modo di essere delle persone.

Troppo avanti, troppo veloce, too fast, forse troppo speed. Peccato. Chissà cosa avrebbe potuto nascere dalla copula intellettuale di due persone così intense e di valore.

Il grande Jack praticò viaggi, lettere e poesia fino alla fine, che lo stroncò a 47 anni, non prima di aver potuto lavorare, in difetto di Marlon Brando, con il nostro Gian Pieretti. Sissignore. A volte la vita sa ripagarti, a volte bisogna aspettare ma poi arriva il colpo di fortuna.

Il cantautore italiano, emulo di Donovan, prima di cantare in coppia con Antoine al Festival la celeberrima canzone che iniziava con “Se sei bello ti tirano le pietre”, pietra miliare della canzone italiana, accompagnò il vecchio Jack per l’Italia, su designazione della Pivano, per pubblicizzare la collana Medusa della Mondadori. Bel colpo.

Uno spara alla luna, e prende il campanile. Marlon dice no? Pronti Gian Pieretti. A volte bisogna accontentarsi. No problem.

Ho sempre invidiato il senso pratico degli Americani.

Mark Adin

Redazione
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