Ma se il destino fosse un inganno?

Recensione di Fabrizio (“Astrofilosofo) Melodia a «Le pergamene di Ankor» di Diego Collaveri

«Ascolta, o destino, il giogo immortale dei giorni che videro l’avvento sulle terre

di un’oscura tirannide a piegare il mondo al soldo di un nero sovrano. Sol sul limitar della speranza umana, resa fumo sottile da antico ricordo vivo, forte e sicuro torna a solcar la terra un guerriero di luce, ultima difesa dei popoli oppressi. Nei giovani occhi che sopravvisser alla ferocia or chiamato ad arrestare, che lo rese orfano della stirpe natia, l’antico dolor della morte a covar le offese subite dall’animo puro piagato da ciò che crudeltà riuscì a render di volontà schiavo. Sol quella mano saprà impugnare il potere arcano degli Dei, caduto sulla terra nell’Era che vide perir le immortali genti. Lungo la luna di sangue, spirito guerriero, troverai la via del fato che ti condurrà al destino un dì profetizzato, dove presto sarai di nuovo chiamato a sceglier tra luce e oscurità, per scriver le sorti di un’era, resa buia dallo svanir della speranza»: questo è l’incipit di «Le pergamene di Ankor».

Nell’era della dittatura del feroce Xalatron l’ultima speranza dei ribelli è l’avvento di un leggendario guerriero, profetizzato dalle pergamene ritrovate sul sacro monte Ankor. Per annientarne questo credo, il tiranno invia la figliastra Maril, un’orfana che ha cresciuto nel sangue per farne una invincibile combattente senz’anima, conosciuta come la morte dagli occhi di ghiaccio. Dovrà raggiungere in incognito lo sperduto monastero di Tinien, fonte del culto, per scoprirne i segreti e distruggerlo. Nel viaggio però la ragazza incontrerà qualcuno capace di incrinare la gelida crudeltà che l’avvolge, fino a far riaffiorare il suo vero io; ma è davvero il compiersi della misteriosa profezia o un oscuro piano ordito dalla nera mano dello spietato patrigno?

Questo riassunto non può rendere appieno la grande varietà di personaggi, ambienti e situazioni in cui Diego Collaveri riesce a imprigionare la mente del lettore per catapultarlo nel suo mondo di tenebre e battaglie.

La lezione di Tolkien si nota nel sapiente uso calibrato delle battaglie, in cui il tono epico e la tensione sono al massimo grado: sembra di leggere un poema cavalleresco di altri tempi e questo già da sé vale l’acquisto del libro. Anche qui abbiamo molti elementi triti e ritriti, soprattutto nella figura del Salvatore, che riporta la luce in un mondo decaduto. E’ questo tema della caduta che connota da sempre il genere, dal «Paradiso perduto» di John Milton fino appunto alla prosa opulenta e mitopoeitica di J. R. R. Tolkien, che mai fece mistero delle sue fonti di ispirazione. Solo che qui non c’è fuga dalla realtà, non c’è rifiuto del progresso tanto meno un nostalgico rimpianto per i tempi primigeni alla guerra. Qui assistiamo alla crescita e alla metafora della vita, durissima, sanguinaria ma che tutti siamo chiamati ad affrontare a muso duro, muniti a volte solo della nostra fragile coscienza.

La protagonista Maril, figura femminile di tutto rispetto, dapprima compare nel pieno fragore della battaglia come un’assassina spietata e letale, per poi subire una profonda crescita interiore. E’ un elemento di profonda diversità con Tolkien, in cui le figure femminili sono troppo spesso relegate a rango di comparse: già avevamo avuto la brava Licia Troisi con i suoi volitivi personaggi femminili (come non ricordare Nihal della Valle del Vento) a cui Maril può essere meritatamente accostata?

Combattimenti, colpi di scena, speranze e morte: tutto concorre a tenere avvinti sino alla fine. Personaggi e ambienti non sono semplici macchie ma vere strutture portanti, che contribuiscono a evocare concretamente un mondo altro.

Ottime anche le illustrazioni di Emiliano Billai, deliziosa la copertina di Max Rambaldi.

L’unico neo è costituito dal fatto di essere il primo capitolo di una serie. Speriamo esca presto il seguito e che mantenga tutte le promesse di questo primo elettrizzante capitolo.

«Le pergamene di Ankor» di Diego Collaveri

Sogno Edizioni

236 pagine, 14 euri

 

Redazione
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