Macchinisti: 130 morti in 7 anni fanno capire come…

si lavora nelle ferrovie italiane.

Un appello della rivista «Ancora in marcia» alle forze politiche.

In vista delle prossime elezioni politiche, riteniamo importante non disperdere tutto il lavoro fatto negli ultimi anni in tema di condizioni di lavoro e di limiti di accesso alla pensione del personale ferroviario

Come rivista «Ancora In Marcia» ci siamo rivolti, negli ultimi anni, più e più volte a tutte le forze politiche al fine di arrivare alla riparazione del cosiddetto “errore” legislativo, così definito trasversalmente da parlamentari di tutti gli schieramenti, a causa del quale l’età di accesso alla pensione per macchinisti, capitreno e manovratori è stata portata in un sol colpo da 58 a 67 anni, mentre le condizioni di lavoro si sono nel frattempo ulteriormente aggravate, contratto dopo contratto, con l’aumento delle prestazioni massime giornaliere, l’aumento del numero delle notti, l’introduzione dell’agente solo

L’ultima iniziativa in ordine temporale promossa da «Ancora In Marcia» è stato il Convegno del 2 maggio 2022 (*) incentrato sulla Risoluzione della Commissione Lavoro del Senato, al quale ha partecipato anche la senatrice Susy Matrisciano, Presidente della Commissione Lavoro del Senato e tra i protagonisti della redazione di tale documento.

La Risoluzione dava indicazioni al Governo di intervenire con provvedimenti legislativi per la riduzione dei carichi di lavoro dei ferrovieri turnisti, con l’obiettivo di arginare il gran numero di infortuni, molti dei quali gravi, che si sono verificati negli ultimi anni; inoltre indicava come soluzione del problema pensioni l’inserimento di tali lavoratori all’interno delle categorie degli “usuranti”.

Ora, dal 25 settembre ci sarà un nuovo Parlamento, nuove Commissioni e un nuovo governo, con i quali dovremo interloquire, in quanto la nostra situazione di lavoratori invece non è mutata: il numero di macchinisti prematuramente deceduti a causa di malattie negli ultimi 7 anni ha raggiunto le 130 unità; continuano a verificarsi incidenti e infortuni gravi; moltissimi colleghi continuano ad accusare gravi problemi di salute che li rendono inidonei a svolgere la propria mansione.

Riteniamo quindi utile rivolgerci alle varie forze politiche in questi giorni che precedono le elezioni, al fine di sensibilizzarle ulteriormente sulle problematiche che ormai da troppi anni stiamo evidenziando: non cerchiamo promesse elettorali, pretendiamo impegni precisi e seri, visto che stiamo parlando della salute di migliaia di lavoratori.

Chiediamo quindi a tutte le forze politiche un impegno al ripristino di un’età pensionistica adeguata per macchinisti, capitreno e manovratori, perché riteniamo sia un diritto inalienabile per chiunque poter godere di qualche anno di pensione in condizioni non troppo usurate, e perché non ne possiamo più di dare notizie di decessi di colleghi sessantenni o poco più.

Chiediamo a tal fine anche l’impegno a un intervento che ponga dei limiti di legge stringenti all’orario di lavoro dei macchinisti e l’obbligo per tutte le imprese ferroviarie di adottare lo stesso contratto di settore per evitare quel dumping salariale e normativo che spesso è la concausa di infortuni, malattie, inidoneità e per interrompere infine la tragica scia di macchinisti morti.

la Redazione di «Ancora In Marcia»

(*) cfr Ferrovieri: lavoro, salute e pensione

 

Redazione
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