Mack Reynolds, Mario Monti, la fs e noi

Immaginiamo che Mario Monti alle 19,30 circa d’un venerdì di maggio si annoi. E’ in giro per librerie ma non sa se vuol leggere testi seri o stronzate; anzi, è in uno di quei momenti dove il confine fra i due “generi” si confonde. In modo distratto ma forse richiamato dal subdolo sovra-titolo («Una tagliente ma lucidissima satira sulla debolezza del moderno sistema economico») afferra «Effetto valanga» e lo sguardo gli cade sul prologo – pag 19 – dove legge: «Tutto cominciò alle 19,30 di un venerdì di maggio. Marv Sellers stava facendo i conti delle entrate e delle uscite». La coincidenza dell’ora e del giorno lo rallegra. «Ma sì» pensa Monti «stasera mi leggo questo… Magari è una seronzata o uno stronzerio, insomma una via di mezzo».

Se desiderate comprarlo anche voi e confrontare le vostre impressioni con quelle del buon babbo (però in sigla è “MaMo”) di tutt’Italia, vi avviso che il romanzo costa 9,80 euri per 208 pagine, che l’editore è Delosbook, nella collana Odissea – dunque fantascienza, anche se la parola è introvabile in copertina – nella traduzione di Luca Volpino.

Immaginiamo che Mario Monti sappia cos’è «una lucidissima satira» (Swift a esempio) e dunque apprezzi gli sberleffi di Reynolds, proprio come tutte/i voi… diversamente umane/i. Non c’è dubbio però che MaMo impugnerà la penna nera per sottolineare i punti d’accordo in economia-e-politica, poi quella rossa per evidenziare i disaccordi.

A esempio spicca in nera, bella evidenza questa frase: «Figliuolo, sai benissimo che non c’è stata nessuna differenza fra Repubblicani e Democratici nelle ultime 10 elezioni o giù di lì. Perché ostinarci e fingere che ci sia?». Anche se a dirla è il presidente degli Usa, MaMo non resiste e annota di fianco: «Abc» (Alfano, Bersani e Casini suppongo io che son maligno). Ancor più entusiasmante la scoperta – verso la fine del libro – che Occidente e resto del mondo hanno lo stesso problema: «i politici». Opportuna anche l’osservazione (pag 116) «che i migliori cervelli del Paese vadano in campi come la pubblicità, le vendite, la promozione, la ricerca motivazionale per imparare come meglio impapocchiare i consumatori». E valgono sempre – pensa MaMo – gli insegnamenti dei Romani e/o di Machiavelli: «ogni nazione ha bisogno di uno spauracchio per impedire alla gente di pensare ai problemi reali» e l’assioma «se temi problemi in casa, fomenta la guerra all’estero».

Penna rossa invece per chi sogna di coniugare industria e amore. Leggete qui: «Cosa causa la crisi? La fine del flusso industriale. Quando il proprietario di un’industria non può ottenere un profitto chiude, senza preoccuparsi se migliaia di consumatori hanno bisogno del suo prodotto. (…) Ma se amasse tutti, se ne sbatterebbe del profitto. Vorrebbe soltanto fornire il suo prodotto a chi ne abbia bisogno». Nel romanzo di Reynolds c’è un tale, Newt Brown, che propone di ottenere l’amore universale versando La (Love Acid) nei serbatoi dell’acqua. Sesso per tutte/i ma per l’ala omofoba c’è una pesante controindicazione… così Brown viene sbattuto in una cella di massima sicurezza.

Su altri punti MaMo, pur con la sua sapienza, resta incerto (proprio come una/o di noi ignorantone/i). Sarà vero – così si legge a pag 125 – che durante la seconda guerra mondiale si «fece una legge contro il pane affettato»? O che il prodotto collaterale della benzina per gli aerei era «versato per terra»?

Chi già ama la science fiction e l’ironia sarà felice di recuperare questo vecchio (è del 1974) Reynolds che sberleffa i due blocchi. E gli perdonerà il lieto fine, speculare all’inizio senza essere altrettanto paradossale.

Se in fantascienza avete buona memoria potete paragonare le invenzioni più felici (la moda di Giovanna D’Arco, i delfini sindacalizzati, il «facilitatore» che fa crollare l’Urss) di questo romanzo al più famoso «Ed egli maledisse lo scandalo». Nel consigliare quella «riuscita provocazione» io e Riccardo Mancini sottolineammo che il predicatore di Reynolds vuole rovesciare il governo e l’ordine sociale ma non è un comunista perché – lui stesso lo spiega, serafico a un agente della Cia – «i comunisti non sono abbastanza estremisti per noi, caro fratello». Se pure «Effetto valanga» non arriva a certe vette… occhio a Irene, al «trust dei cervelli» e al presidente degli Usa («il vecchio rimbambito») che chiede al suo assistente di spiegargli cos’è una depressione economica.

Nella prefazione il sempre bravo Salvatore Proietti racconta le effervescenze politiche di Reynolds e annota: «militante (di sinistra) convinto, con una punta di didattismo, e uomo vissuto, un poco sbruffone: due maschere apparentemente contrastanti». Ma soprattutto fu un abile scrittore, da non lasciare nel dimenticatoio.

PS – Già che qui vicino a me scalpita Severo De Pignolis, avviso il curatore della collana e il responsabile dell’editing – ovvero Silvio Sosio e Francesco Lato – che la lettura di «Effetto valanga» è resa un po’ faticosa dai troppi refusi e da parole (forse frasi) sparite: quando salta un «non» in un contesto chiaro (come a pag 175) chi legge non ha troppi problemi ma in altri casi bisogna essere proprio vispi per accorgersi che qualcosa non va; come direbbe «La settimana enigmistica» la risposta giusta è per i solutori più abili. E se si riscoprissero i cozzettori di bocce? Ehm, volevo dire i correttori di bozze.

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