Malcom X: contro il potere bianco

Lella Di Marco lo racconta vagando fra i suoi ricordi e ascoltando un ragazzo del Benin

Nato a Omaha (in Nebraska) il 19 maggio 1925 e assassinato a New York il 21 febbraio. Malcolm Little all’anagrafe divenne Malcom X e poi El-Hajj Malik El-Shabazz. Fra i suoi soprannomi Detroit Red e Omowale.

ascolta il tono della sua voce:

quando dice che è bianco sta dicendo che è il padrone

 

Il tempo che scorre e le mie pratiche politiche mi hanno insegnato che IL POTERE è tale in qualunque manifestazione cromatica; che ti annienta se non lo ami, anche in modo servile ma che può sfruttarti anche da morto, ti può usare mitizzare creare illusioni e profitto. Così il mio ricordo di Malcom X fa riferimento a quello che ricordo di lui – nel pensiero diffuso negli anni 60 fra i militanti antimperialisti e antirazzisti – ma anche in quello che vedo e sento nella pratica di vita fra i molti africani che incontro. Riporto di seguito frammenti di una conversazione con un giovane del Benin (*) che mi ha colpito molto: parlava come avesse studiato a fondo il pensiero di Malcom X e invece lo “praticava” senza averne mai letto una pagina. E’ molto significativo su come le idee si diffondano e possano essere pericolose più del tritolo…

Sami – 20 anni proveniente dal Benin – si lascia andare senza remore nella descrizione del suo drammatico viaggio, dei fratelli e della sorella rimasti al suo Paese. Dice di essere stato «costretto a partire» perché voleva studiare assolutamente. Chi è povero in Benin non può ricevere istruzione. Le scuole dello Stato non esistono, le poche che ci sono costano molto, sono private e gestite dai francesi. In Italia da sei mesi, Sami si fa capire bene parlando l’italiano. Sembra conoscere storicamente il colonialismo e i suoi effetti devastanti nonché alcuni pensatori-leader antagonisti neri. Dice di voler realizzare in Italia un percorso completo di studi fino al livello universitario e conseguire una buona specializzazione professionale per essere apprezzato e stimato per quello che vale e che riuscirà a fare, per il Paese e la comunità che lo stanno accogliendo. Con la forza dell’istruzione vuole contrastare anche il razzismo che definisce frutto di ignoranza. L’idea che tutti in Italia possano avere l’opportunità di studiare, gli fa vedere il nostro come un grande Paese nel quale presto spera fare arrivare anche il suo fratellino perché possa godere dell’opportunità di studiare. È fortemente critico nei confronti dei governanti del Benin. Conosce bene i loro livelli di complicità con gli Stati ex colonizzatori, ma il suo sorriso riaffiora quando parla dell’atteggiamento che il Presidente del suo Paese ha nei confronti delle ragazze e delle donne che vogliono emigrare. Sembra che, pur di evitare la “contaminazione” dei costumi occidentali, sia generoso nei loro confronti migliorando, per legge, la loro condizione economica, pur di non farle emigrare.

La figura di Malcom X è complessa non soltanto per le sue origini ma per le diverse trasformazioni di pensiero e di appartenenze politiche e religiose che lo hanno accompagnato nella vita. Per i lunghi anni trascorsi in carcere – per reati mai commessi – e per la sua capacità di aggregazione, di fare agitazione politica e religiosa anche fra i compagni di detenzione (tanto che a un certo punto il POTERE BIANCO ha preferito liberarlo). Un autodidatta che studia di tutto con lo sguardo sullo sfruttamento, sui lavoratori bianchi inconsapevoli e sugli emarginati neri, sulla violenza dei poliziotti e dei razzisti bianchi ma anche del sindacato.

Malcom subisce, di fatto, lo stesso trattamento dei suoi antenati. Minacce e avvertimenti per lui erano quotidiani ma nulla poteva farlo desistere, neppure dopo l’incendio della sua abitazione da cui riuscì, a stento, a salvarsi assieme a moglie e figli. I suoi interventi furono diretti soprattutto su due fronti; intensificare i contatti con i gruppi impegnati contro la segregazione nel Sud degli Usa e costruire una politica estera con gli afro-americani ancora legati a Paesi ex coloniali. Ebbe la capacità di universalizzare la sua visione in viaggi che all’inizio anni 60 fece in Europa, Medio Oriente, Africa.

Il 14 febbraio 1965, appena scampato a un attentato, pronuncia nel Ford Auditorium a Detroit il suo famoso discorso contro il potere bianco. Spiega che il capitalismo non può esistere senza razzismo, che gli Usa sono il baluardo del grande capitale. Sembra avere abbracciato l’ideologia socialista anche se non ama parlare “in maniera definitiva” definendosi flessibile. Conduce il suo discorso con pungenti analisi, con grande ironia, con citazioni storiche: un vero leader.

Lo uccisero 7 giorni dopo. Non è mai stata fatta piena luce su quel delitto.

Ho tralasciato la lettura di scritti su Malcom X o di inquadrarlo attraverso i film a lui dedicati. Ho preferito affrontare direttamente il suo pensiero rileggendo il suo discorso «Contro il potere bianco» pubblicato (con introduzione di Ferruccio Gambino) nel 1995 nella collana I GRANDI DISCORSI da Manifesto-libri. E vorrei che tutti/e potessero leggerlo (nelle buone biblioteche lo trovate di sicuro). Tutti i problemi da lui individuati sono ancora presenti a livello globale. Siamo tutti/e vittime del potere bianco: il grande potere finanziario che condiziona e gestisce tutto, dall’informazione ai consumi, dal servilismo degli intellettuali e/o artisti alle notizie pilotate, alla gestione dei corpi e alla dis/educazione alla sessualità. Una finta democrazia. In ultima analisi nel regolare percorso del capitalismo con le sue fasi di apparenti crisi… sempre superabili, come da regole dello sviluppo capitalistico (individuate a suo tempo nell’analisi marxista) con l’ulteriore aggravamento della condizione dei cittadini- sudditi attraverso sfruttamento, esclusione, condanne al silenzio. Su pile di corpi senza vita. Sembrerebbe impossibile una liberazione da tale dominio ma io non posso pensare che certe vite si siano sprecate inutilmente. Credo che nella memoria storica occorra scavare per capire, tessere relazioni e farsi protagonisti di una cultura nuova. Bisogna scegliere da che parte stare. Malcom X sarà con noi. L’unico futuro che riesco a pensare è di lotta.

(*) «Noi accogliamo con la cultura». Accade a Bologna | Dialoghi …

http://www.istitutoeuroarabo.it › noi-accogliamo-con-la…

Tanti gli artisti e le artiste che hanno ricordato Malcom X. Nell’universo jazz forse il brano più famoso resta «Malcom, Malcom Semper Malcom» di Archie Shepp nell’album «Fire music». [db]

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Redazione
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