Malnutruizione e ruberie al Cie, voti venduti…

… e tonnellate di ipocrisia

del centro sociale Guernica di Modena  

Due brevi premesse per i non modenesi

1 – E’ stata aperta dalla procura una indagine sulla malnutrizione e la non somministrazione delle cure necessarie ai reclusi nel Cie di Modena: una enormità o una normalità?

2 – Nel frattempo si discute a Modena della compravendita di voti (ormai accertata per via di conoscenze dirette) con associazioni di immigrati diventate serbatoio di voti per far vincere un candidato alle primarie modenesi del Pd, in cambio di cene e della restituzione dei due euro per chi si recava all’urna.

Due questioni legate alla ribalta locale, che però possono essere la riprova di una tendenza più generale.

Che siano elezioni o Cie, gli immigrati diventano lo strumento di guadagno per una classe politica verso la quale più che vergogna si tende a provare ribrezzo. Le parole del sindaco di Modena Pighi sulle indagini rispetto all’appalto del Cie rappresentano il massimo dell’ipocrisia che si possa mettere in pubblico. Il primo cittadino – il garante della salute pubblica, quello che non si preoccupa più per gli sforamenti dei tetti massimi delle polveri sottili ormai da anni – dice che è una vergogna se i reclusi nel Cie vengono tenuti alla fame e non curati per colpa dei gestori del Cie stesso. Possibile? Il sindaco non ha mai saputo nulla? Rivolte interne, contestazioni sindacali di chi lì dentro lavorava, contestazioni degli anarchici e di altre forze della sinistra extraparlamentare, non sono mai arrivate all’orecchio del sindaco? La verità è che su quella vicenda hanno lucrato tutti e tutti avevano il mandato di tenere la bocca chiusa: Forza Italia aveva uno dei fratelli Giovanardi con interessi di famiglia, poi decaduti con l’appalto al ribasso, ma i suoi fan Galli, Barcaiuolo e Aimi non erano certo interessati a dire qualcosa, visto che dovevano godere solo al pensiero che degli immigrati facessero la fame, considerando il culturame fascistoide di provenienza. Il centrosinistra, che con le sue cooperative sia di costruzione che dei servizi ha ben approfittato di questo giro di denaro pubblico, ha sempre fatto la politica dello struzzo pressoché in tutte le sue componenti, perché in fondo un bel Cie ha fatto comodo e piaceva anche un poco a tutti. Allora le dichiarazioni di Pighi fanno più rabbia che altro: sembra un ingenuo passante che sente dell’inchiesta della Guardia di finanza ed esclama “tò, vèh, chi poteva immaginarlo!”. Pighi, ma chi ti crede più?

E come mai il sindaco non si indigna anche per il pagamento del voto “migrante” alle primarie? Perché ormai non lo mette in forse più nessuno: anche Muzzarelli, sapendo di non poter negare l’evidenza, ha deciso di buttarla in caciara, contrattaccando e sostenendo che era la sua avversaria a organizzare l’arrivo degli immigrati nel seggio. Il concetto di fondo è: cerchiamo di dire che qualcuno li ha pagati sì, ma chi? Noi crediamo che il partito scaricherà in questo modo squallido Francesca Maletti, che certamente non è vicina a posizioni che potremo condividere ma rappresentava una discontinuità e la necessità di un riequilibrio nel coacervo di poteri che, anche in questa città, non debbono minimamente essere scalfiti. Per ottenere questo risultato, il vecchio partito non ha esitato al gioco della scarpa sinistra e di quella scarpa destra: ti consegno la sinistra prima del voto e quella destra te la dò a voto vinto. Sembra proprio che Sansone debba morire assieme a tutti i filistei. Per il vecchio gruppo del partito di maggioranza è meglio la rovina collettiva, piuttosto che la sconfitta: questo sembra il messaggio di fondo di questa fase. Siamo una città che non si è per niente salvata dallo sfacelo politico nazionale, anzi…

 

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