Mamá Dolores: una vita di lotte, sogni, speranze

di ENZA CAPUTO

Ritratto di una delle figure più importanti della storia ecuadoriana che si è battuta per i diritti degli indigeni

Raffigurazione di Dolores Cacuango dipinta da Oswaldo Guayasamín, pittore ecuadoriano 

Dolores Cacuango, conosciuta anche come Mamá Dolores, nacque il 26 ottobre del 1881 a Pecillo (Cayambe) nella regione del Pichincha, Ecuador.
Considerata una delle figure più importanti della storia ecuadoriana, stanca di vedere i maltrattamenti ed i soprusi subiti dagli indigeni delle Ande, trascorse tutta la sua vita a lottare per il riconoscimenti dei loro diritti. Il suo coraggio, la forza delle sue parole, la fierezza delle sue origini accompagnarono tutti gli anni delle sue lotte per difendere il diritto alla terra ed il diritto a ricevere un’istruzione bilingue.

Da giovane, per paura di subire violenze sessuali da parte dei padroni, si trasferì a Quito ed iniziò a lavorare come domestica a casa di un militare. Durante quegli anni, apprese lo spagnolo e si rese ancora di più conto di tutte le discriminazioni che subivano gli indigeni. Dolores voleva che gli indigeni venissero trattati e considerati come esseri umani, non animali. Rientrata nel suo paese di origine, si sposò con Luis Catucuamba. Contrariamente alle abitudini di allora, non permise che le scegliessero il marito, né passò la prima notte di nozze con nessuno dei suoi padroni. Partorì 9 figli, solo uno sopravvisse.

A partire dagli anni ’20, sotto l’influenza della rivoluzione russa, alcuni militanti marxisti arrivarono nella zona del Cayambe per insegnare agli indigeni alcune pratiche di lotta e di resistenza come lo sciopero e il sindacato agricolo. Anche Mamá Dolores portò avanti queste pratiche e lottò per la soppressione del huasipungo (parola quechua usata per indicare un lotto di terreno concesso dal padrone all’indio per la coltivazione ed il pascolo), capeggiò una marcia di due giorno fino a Quito per parlare con le autorità politiche che non la ricevettero.

Le lotte da parte degli indigeni del Cayambe per chiedere migliori condizioni salariali, riduzione dell’orario lavorativo, maggiore dignità, continuarono, inizialmente senza risultati. Arrivò frustrazione e sofferenza quando il governo centrale diede ordine ai carabinieri del Cayambe di sedare la rivolta degli indigeni con la forza. Così fu: uomini e donne feriti, altri fucilati, le loro capanne bruciate.
Questi avvenimenti non fecero demordere Mamá Dolores anzi le diedero la forza e al grido di “Adelante Compañeros!”, l’incansable, per ben 85 volte, si recò a piedi scalzi da Olmedo a Quito per chiedere giustizia.

Durante una riunione segreta nel 1930, Dolores Cacuango fondò la Federazione Ecuadoriana degli Indigeni (FEI) della quale venne eletta primo presidente. La sua presenza fu un fattore di coscienza e coesione, fu pioniera delle lotte per la terra e per la scolarizzazione. Le sue battaglie non si limitarono solamente alle Ande, si recò nella zone costiere del paese. Aiutò tutti gli “sfruttati” ad organizzarsi, ad unirsi e lottare per la stessa causa, seguendo lo stesso cammino.
Il 28 di maggio del 1944, a seguito della caduta del presidente Carlos Arroyo del Río e grazie alla diffusione delle idee progressiste in Ecuador, la FEI fu riconosciuta ufficialmente, così come molti sindacati e associazioni studentesche.
Nel 1945, Dolores Cacuango e Tránsito Amaguaña, sua compagna di lotte, promossero la nascita della prima scuola interculturale bilingue (quechua – spagnolo) che aveva lo scopo di favorire lo studio della lingua e cultura tradizionale dei popoli indigeni, oltre che dello spagnolo.
Dapprima nel territorio del sindacato “Tierra Libre” in Yanahuayco, in seguito anche in Chimba, Pesillo e Moyurco e nonostante la scarsità di mezzi e risorse, le scuole bilingue dirette da maestri indigeni continuarono a nascere;
Ma i venti stavano cambiando e nel 1963 furono chiuse perché considerate centri di diffusione dell’ideologia comunista.
Qualche anno dopo, nel 1971, Mamá Doleres moriva in totale povertà e solitudine.
Il suo lavoro e le sue lotte non sono rimaste lettera morta, furono create nuove scuole bilingue, organizzazioni e centri di formazione politica per donne indigene come la Escuela de Formación de Líderes Indígenas Mujeres.

Dolores Cacuango non cercò mai di ingraziarsi i padroni e le ingiustizie subite la fortificarono.
Semplicità, forza, profondità ed immediatezza, caratterizzarono tutti i suoi discorsi politici nel condurre le sue lotte. “Siamo come i grani di quinoa: se siamo soli, il vento ci porta lontano, ma se siamo uniti in un sacco, niente fa il vento, oscillerà, ma non ci farà cadere”, amava dire.

Per molto tempo la storia ufficiale non riconobbe il valore delle sue lotte, perché non apparteneva alla classe dominante, non era bianca, non era ricca, perché era una donna indigena povera. Nonostante tutto, Mamá Dolores ribaltò i paradigmi sociali del tempo.
Era una donna unica, brillante, vibrante, impossibile rimanere indifferenti di fronte alla forza delle parole di Dolores Cacuango: le uniche armi che usò furono i suoi discorsi.
Una donna della terra, per la terra, diretta e concreta, resiliente, tenera e forte allo stesso tempo.

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