«Mamma, sento l’odore delle mele!»

di Azad Berkendal

Halabja: il maggiore massacro con gas nervini dopo la seconda guerra mondiale

Mamma, sento l’odore delle mele!
Halabja è il luogo in cui un bimbo corre e dice “dayê bêhna sêva tê” (Mamma, sento l’odore delle mele) e parla con sua madre per l’ultima volta.

 

Vi piace il profumo delle mele?
Ve lo chiedo in un altro modo: avete mai sentito un bruciore alla gola mangiando una mela? No? Allora ve lo racconto.

Trentadue anni fa, la mattina del 16 marzo 1988, il dittatore Saddam Hussein diede l’ordine di lanciare il gas al profumo di mele sulla città curda di Halabja. I curdi si svegliarono con l’odore delle mele, andarono in cucina con gioia e curiosità ma quando notarono che non veniva da lì aprirono le finestre e sentirono un odore buono e intenso che veniva da fuori. Uscirono tutti in strada e videro che c’erano anche tutti gli altri, con la stessa curiosità e gioia. Iniziarono a camminare velocemente per cercare di capire da dove provenisse questo buon profumo. Da una parte sentivano più forte e intenso l’odore delle mele mentre dall’altra si sentivano come se stessero bruciando. Ma a loro non importava e continuavano a camminare. Molti però iniziarono a correre. Correvano e correvano. Ma stavano anche bruciando. Questa volta iniziarono a correre verso le loro case. La combustione stava aumentando. Nel tempo si accorsero con paura che la loro pelle cominciava a diventare viola e a restringersi. Avrebbero dovuto raggiungere l’acqua il prima possibile. Quando si gettarono in acqua il loro corpo iniziò a sciogliersi come se stessero entrando in una piscina piena di acido. Ormai erano tutti morti senza capire da dove provenisse la morte. Sono morti bruciandosi e sciogliendosi. Senza fuoco e senza fumo, ma con urla e grida, senza capire cosa fosse successo.

 

Prima, sono bruciati i miei capelli, poi i miei occhi.
Il mio corpo si è sciolto lentamente.
Sono morto senza capire quale fosse il motivo e da dove provenisse la morte.
Sono diventato una manciata di cenere e la mia cenere è stata soffiata in aria.

Il veleno chimico è una cosa talmente terrificante che non appena viene a contatto con il tuo corpo ti brucia, ti impedisce di respirare, ti scioglie come il burro trasformandoti in cenere. Non è possibile che tu muoia senza dolore. La tua pelle si brucia e si scioglie pian piano, lentamente, facendoti morire con un dolore che non puoi nemmeno immaginare. Ti spareresti in testa, se potessi, per non soffrire così tanto.

Un veleno con un buon odore di mela.
Un veleno profumato fu un massacro di un popolo.
Un veleno con cui fu pianificato l’obiettivo di uno sterminio, specialmente di bambini, e così il loro futuro.

Un veleno che ha trasformato 5mila vite in cenere.

La maggior parte dei morti ad Halabja furono dei bambini. Come sempre, in tutte le guerre, proprio come in altri massacri, muoiono bambini. Gli Stati capitalisti dovevano portare democrazia, sicurezza e pace nei paesi autoritari in cui c’è la dittatura, ma come sempre danno precedenza ai loro interessi producendo armi chimiche e veleno, fregandosene della vita umana. Sono stati proprio questi Stati capitalisti a mettere il veleno nelle mani del dittatore Saddam. Loro, volendo, possono vedere, sentire e controllare tutto il mondo ma non hanno voluto sentire e ascoltare le urla e il grido della morte terrificante del popolo curdo. Non hanno voluto sentire perché in quel momento erano impegnati a pianificare altri massacri e genocidi in altri paesi.
Il capitalismo ha sempre sacrificato vite umane e sta uccidendo il nostro pianeta.
Il cambiamento climatico non è più una cosa del futuro, non è più dovuto alla natura ma è dovuto al capitalismo e a ciò che producono i capitalisti: gli oceani si stanno alzando, gli uragani stanno diventando sempre più potenti, le foreste stanno bruciando, le persone muoiono a causa di ondate di caldo, siccità, inondazioni e carestie. Simili eventi meteorologici estremi stanno diventando rapidamente la regola, non l’eccezione.
Sono stati gli stessi capitalisti a bruciare migliaia di bambini piccoli con gli occhi piccoli ad Hiroshima. Furono loro a uccidere centinaia e migliaia di persone in Vietnam. Furono loro che hanno silenziosamente sostenuto il massacro di 800mila persone in Ruanda avvenuto in cento giorni. Non potevano sentire quelle urla. E furono sempre loro a massacrare 5mila curdi in un modo crudele donando il gas-veleno a Saddam.

Ora i bambini di Halabja stanno dando un messaggio di pace al mondo tenendosi per mano con i loro fratelli di Hiroshima, Ruanda, Vietnam e invocando l’umanità: “Il 16 marzo 1988 ad Halabja l’umanità fu lasciata senza fiato e bruciata. È nostro onore ricordare, non dimenticare e raccontare a coloro che non lo sanno. È un onore per l’umanità.” [anonimo, preso da Twitter, originale in lingua turca]

 

 

In “bottega” ne abbiamo scritto qui: Scor-data: 16 marzo 1988

 

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

 

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