Marina Cvetaeva: «Perché tu non mi veda»

Ventitreesimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)

cicala-MarinaCvetaeva

Perché tu non mi veda –

in vita – di spinosa invisibile

siepe mi circondo.

Di rovi mi cingo,

in brina – scendo.

Perché tu non mi senta –

in notte – nella senile scienza

del riserbo mi cimento.

In mormorio – mi stringo,

di sussurri mi bendo.

Perché tu troppo non fiorisca

in me – tra libri: tra boscaglie –

vivo – ti affondo.

Di fantasie ti cingo

fantasma – ti sricordo.

(traduzione di Serena Vitale, da «Dopo la Russia e altre poesie»)

(*) Ricordo che qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da tempo – per essere precisi: 14 anni – invia ad amiche/amici per 3 o 4 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. (db)

 

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