Mario Benedetti: «A domani»
266esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
A domani
Sto per chiudere gli occhi a bassa voce
sto per entrare a tentoni nel sonno.
In questo istante l’odio non lavora
per la morte sua povera padrona
la volontà sospende il suo battito
e io mi sento distante, così piccolo
che invoco Dio, ma non gli chiedo
niente, a patto di condividere appena
questo universo che abbiamo conseguito
con le cattive e a volte con le buone.
Perché il mondo sognato non è lo stesso
che questo mondo di morte a piene mani?
Il mio incubo è sempre l’ottimismo:
dormo debolmente, sogno che son forte,
ma il futuro attende.
È un abisso.
Non dirmelo quando mi sveglio.
[traduzione di Francesco Luti]
(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da 20 anni (compiuti l’8 aprile) invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana i versi da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]