Mario Benedetti: «La madre ora»
200esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
La madre ora
Dodici anni fa
quando dovetti andarmene
lasciai mia madre accanto alla finestra
a guardare la strada
ora la ritrovo
di diverso solo un bastone
in dodici anni sono successe
davanti al suo finestrone alcune cose
parate e retate
fughe studentesche
moltitudini
pugni rabbiosi
e gas lacrimogeni
provocazioni
tiri a distanza
festeggiamenti ufficiali
bandiere clandestine
evviva recuperati
dopo dodici anni
mia madre è ancora alla finestra
a guardare la strada
o magari non la guarda
ma rivede dentro di sé
forse di sbieco o con attenzione
senza sbattere le palpebre
pagine seppia di ossessioni
con un patrigno che le faceva
raddrizzare chiodi su chiodi
o con mia nonna la francese
che distillava sortilegi
o quell’asociale di suo fratello
che non volle mai lavorare
tante giravolte immagino
quando possedeva un negozio
quando faceva vestiti per bambini
e dei coniglietti colorati
che tutti le invidiavano
mio fratello malato o io col tifo
mio padre buono e sconfitto
da tre o quattro falsità
ma sorridente e luminoso
quando il piatto era di gnocchi
lei rivede dentro di sé
ottantasette anni di grigi
continua a pensare distratta
e un accenno di tenerezza
l’è scappato come un filo
che non trova il suo ago
come vorrei comprenderla
quando la vedo come prima
smarrire la strada
ma a questo punto che altro
posso fare se non divertirla
con storie vere o inventate
comprarle una tele nuova
o passarle il suo bastone
[da «L’amore, le donne e la vita», traduzione di Stefania Marinoni]
(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie inviate quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]
Commosso. Da Mario Benedetti, poeta.
Penso a mia madre, alla sua storia di vita completamente diversa.
Penso ai miei genitori e ad un passato che non tornerà mai più…