Marte-dì su Pandora e altre connessioni

1 – Il Frank Herbert che forse non ti aspetti; 2 – Un nuovo libro per Maria G. Di Rienzo; 3 – Francesco Troccoli in e-book; 4 – Ah, come è bello girare con un robot.

 

1 –
Sei in un bel pasticcio se dici «coscienza» (dal latino «cum», rafforzativo e «scire», conoscere) e incontri uno psichiatra-cappellano e un’astronave interstellare guidata (o è un trucco?) da un Nmo, cioè Nucleo Mentale Organico. Tanto più che stai viaggiando (o è un altro trucco?) verso Pandora, dalle parti di Tau Ceti, e a bordo ci sono 3006 cloni (ma se pure questo fosse un trucco?) di umani selezionatissimi e ibernati: tutto però sembra programmato per spingere l’equipaggio a costruire una «coscienza» che
peròperonpomperoperon qualcuno (chi? La lontana Base Lunare, un umano o qualche congegno a bordo?) potrebbe ritenere pericolosa e dunque – si suppone nel sacro nome di un dio o forse della sindrome di Frankenstein – liquidare con un congegno di autodistruzione. Gran casino, con ogni evidenza ma avvincente. Ecco a voi la ristampa di un Frank Herbert, imprevisto anche al fandom, ovvero «Progetto coscienza» del 1966 (titolo originale: «Destination: Void», qui nella traduzione di Carlo Borriello) e una sorta di lungo seguito, oltre 300 pagine – «Salto nel vuoto», ovvero «The Jesus Incident» del 1979, tradotto da Paola Andreus – scritto a 4 mani, cioè da Herbert con Bill Ransom: i due romanzi tornano in edicola nel volumone intitolato «Pandora e altri mondi» con Urania (7,50 euri per complessive 570 pagg) o meglio con la collana «Millemondi»… i latini direbbero “repetita juvant” ma a me pare che tutti ‘sti mondi in una sola copertina sian troppi.

Doppio libro da leggere con tutta la necessaria calma. Se amate alla follia «Dune» perché così scoprirete un autore assai diverso; se invece il ciclo stra-famoso di Herbert non vi ha stregati perché così incontrerete… tutt’altro. A proposito: ammesso che vi interessi, io mi colloco circa nel mezzo, ho goduto di «Dune» e derivati ma senza impazzirci su.

Dentro due storie avvincenti – con adrenalina a tonnellate – chi legge incontrerà molta scienza e ancor più filosofia con quesiti a go-go: «La consapevolezza è solo un particolare tipo di allucinazione?» oppure ballare improvvisando su una data canzone è «libero arbitrio»? Il viaggio su una nave interstellare è una sorta di inferno? E sempre si ricade «nel solito vecchio circolo vizioso: da dove nasceva la coscienza?». E ancora: «dove possiamo tracciare la linea di divisione fra ciò che vive e ciò che è inanimato?». E poi: «dovremo ricordare che la vita è una variabile dal comportamento eccentrico».

Segnalo «il confuso sciame di idee» di Aldous Huxley ma anche Fred Hoyle, molti calcoli (a pag 209) nonché «Dio volte zero» seguito da «Dio meno infinito, un assurdo matematico» e in effetti c’è anche molta religione.

Pur senza svelare la trama (quasi mai lo faccio) dovrei forse lanciarmi in qualche fulminante sintesi del tipo: Herbert è più impaurito che desiderante. Oppure: Fh e il suo socio Br molti anni fa sono stati capaci di proiettarsi nell’oggi e nel futuro (bravi) ma perché tanto pessimismo? Io però non mi azzardo, forse per ignoranza filosofica o perché le storie troppo aggrovigliate in questo periodo mi affaticano. A vostra consolazione posso anticipare che appena Fabrizio Melodia – non per caso “astrofilosofo – legge o rilegge questo doppio romanzo… la luce sarà, ovvero in blog comparirà una sua recensione all’altezza della complessità.

Ah, mi sono addormentato io (non per il libro ma per l’insonnia di questo sfibrante novembre) o la quarta di copertina confonde Nmo con Omc?


2 –

Due parole riprese dal blog di Maria G. Di Rienzo e sotto un mio commento.

«Prossimamente…

questo libro sarà fra le vostre mani, grazie a Nicoletta Crocella, alle opere sue e di Grazia Marino e Giovanna Farinella che fungono da illustrazioni e al sogno persistente delle Edizioni Stelle Cadenti.

E’ consigliato con una buona tazza di tè e un miciozzo o un cagnone che vi dorme in grembo, ma andrà benissimo leggerlo anche se sulle ginocchia tenete la testolina del vostro bimbo/bimba o la testona del vostro amato/amata.

Se è scritto bene lo deciderete voi dopo averlo letto, ma posso intanto assicurarvi che si tratta di un libro straordinario. Volete sapere perché? Be’, perché non ho pagato per pubblicarlo, non mi sono autorecensita entusiasticamente sotto falso nome, ne’ ho usato account fittizi per far seguire alla recensione commenti sbrodolanti e una spumeggiante discussione fra me, me e me.

Non ho usato uno pseudonimo e finto di aver scoperto una promessa della letteratura fantastica e me ne sono strafregata dei poveri piccoli pirla convinti che per scrivere fantascienza io abbia bisogno del loro permesso o della loro approvazione. Se non è straordinario questo…

Prenotate, prenotate!

Scrivendo a

nicoletta@edizionistellecadenti.org

o andando sul sito http://www.edizionistellecadenti.org

Maria G. Di Rienzo».

Bel titolo  «48 secondi»  e io l’ho già ordinato. Ogni volta che ho letto libri (di fantascienza o non) di Maria Di Rienzo sono rimasto fra il contento e l’entusiasta. Parlo di «Donne disarmanti. Storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi» (con Monica Lanfranco); di «Senza velo. Donne nell’Islam contro l’integralismo» (sempre con Monica Lanfranco) e di «Voci dalla rete» ma anche dei romanzi «Il giudizio di Morna» e «Nostra Signora della Luce». Qui in blog due mie recensioni: Maria Di Rienzo ci regala un romanzo per uscire dal buio su «Il giudizio di Morna» e Voci dalla rete appunto su «Voci dalla rete» ovvero «Come le donne stanno cambiando il mondo».

3 –

Ed ecco un messaggio di Francesco Troccoli, che ogni tanto leggete in blog e dei cui romanzi ho parlato più volte.

«Sperando di non disturbare, segnalo l’uscita del racconto “Ipse dixit” per le Edizioni Imperium, già disponibile in formato e-book su Amazon e su tutti gli store. La copertina è firmata da Franco Brambilla. Nell’attesa di risentirci, un caro saluto e a presto! Francesco Troccoli».

4 –

Ah, come è bello – e faticoso – girare nelle biblioteche dell’imolese con un robot (è Kea di Matteo Suzzi) per raccontare storie a bimbe/i: 34 incontri per 68 classi, mica noccioline. Prima o poi ve ne parlerò… Non ho ancora scritto un rigo ma per il titolo ho due ideuzze: sono indeciso fra «Io e Kea, spacciatori di fantascienza» e «Tutti i miei universi fra bambini, robot e libri».

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • Voto per Tutti i miei universi. Storie di un divulgatore in treno e di un robot appiedato. Ovviamente non so quale mezzo usi il robot per spostarsi: cingoli? Teletrasporto?

  • L’Astrofilosofo tornato proprio da una gita su Arrakis, meglio noto come Dune, raccoglie la sfida e parte alla ricerca dei due testi incriminati… nessuno mi nomina impunemente con la certezza di farla franca o giuditta..

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