Mattarella ad Algeri

Tra buoni affari da fare e migranti da “gestire”

di Karim Metref

Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, si trova oggi (6 novembre 2021) ad Algeri, in visita ufficiale. Nel programma – sotto il segno di Enrico Mattei –  cooperazione energetica, scambi economici, ma anche gestione della questione migratoria.

Tra diplomazia e affari

Sergio Mattarella ad Algeri

Il Presidente Mattarella incontra il suo omologo algerino Tabboune. Foto: APS

E’ una cosa risaputa che la politica estera italiana, dal dopoguerra a oggi, abbia sempre seguito la bussola del commercio, spostandosi come un funambolo sul filo degli equilibri geostrategici. Rompendo spesso le linee del “Campo Occidentale”, i diplomatici italiani sconfinano spesso, ma senza inoltrarsi troppo in territorio “nemico”, giusto abbastanza per lasciare aperte le vie commerciali. E questo è stato in buona parte il segreto del “miracolo economico italiano”.

Questa linea ha guidato in particolare i rapporti con l’Algeria. Non è un caso quindi se questo incontro è stato iscritto tutto sotto il segno di Enrico Mattei, in quanto sono previste trattative sulla gestione del Gasdotto TransMed (intitolato, appunto, Gasdotto Enrico Mattei). E domenica 7 è prevista l’inaugurazione, da parte del Presidente Mattarella, di un giardino nel Centro di Algeri dedicato alla figura del fondatore dell’ENI.
Grande amico del Fronte di Liberazione Algerino (Fln) durante la guerra d’indipendenza, Enrico Mattei fu l’ispiratore dei primi accordi di cooperazione energetica tra l’Algeria appena liberata e l’Italia, benché assassinato pochi mesi dopo l’indipendenza di questo paese, forse anche a causa di questi rapporti privilegiati.

Rompere l’isolamento… paga

I rapporti tra l’Algeria e l’Italia sono sempre stati molto cordiali, e l’Italia grazie a questa costanza ha saputo coniugare gli ottimi affari con il sostegno nei momenti di isolamento politico internazionale.
Questi buoni affari riguardano in particolare l’energia (l’Italia è uno dei principali clienti dell’Algeria in gas e petrolio), le infrastrutture e le forniture militari, per le quali l’Italia è uno dei principali fornitori dell’Algeria. Non è un caso che questa prima visita di un capo di Stato italiano in 18 anni, avvenga proprio in uno di questi momenti di isolamento.
L’Algeria vive un momento di forte debolezza. La crisi interna, a causa delle difficoltà economiche e della forte contestazione popolare nei confronti del sistema in posto, ha scosso profondamente la struttura dello Stato.
Questo momento di forte crisi interna ha portato a una estrema fragilità a livello internazionale. I rapporti con la Francia si deteriorano ogni giorno di più. Con il vicino Marocco si è quasi sul piede di guerra. E l’asse Usa-Israele diventa sempre più insofferente nei confronti dell’ultimo paese del mondo arabo-musulmano ancora sostenitore della causa palestinese e delle sue buone relazioni con Teheran, Caracas, La Havana e vari altri paesi detti Canaglia.
Lo sguardo della diplomazia Algerina è rivolto verso l’Europa (Francia esclusa), dove paesi come la Spagna, la Germania e l’Italia restano le zattere di salvataggio di cui ha bisogno per non affondare negli abissi.
Come era successo durante la guerra civile degli anni 90, in cui l’Italia rimase l’unico paese occidentale a non sospendere la sua cooperazione con l’Algeria, tirandone sostanziosi benefici (ça-va-sans-dire), credo che in questi giorni in cui si annuncia una crisi energetica e dei seri problemi di rifornimento del mercato europeo in gas, i segugi del commercio estero italiano abbiamo fiutato il buon affare in questo stato di solitudine dell’Algeria. E Mattarella, accompagnato dal patron dell’ENI e da alti rappresentanti di Confindustria, è lì per assicurarsene.

Una agenda piena

La quota di gas algerino riservata all’Italia, il progetto per il futuro Gasdotto Trans-Sahariano che porterà il gas nigeriano fino al mediterraneo attraverso il Niger e poi l’Algeria, la corsa agli armamenti in corso tra Algeri e Rabat, le infrastrutture e le attrezzature di cui l’Algeria ha bisogno per riprendere dopo un lungo periodo di crisi… Tutto questo sarà nel menù di questo appetitoso incontro di amicizia e cooperazione tra i due Paesi del Mediterraneo.
Un’altra questione sicuramente iscritta nell’agenda di Mattarella è quella delle migrazioni.
Nei due ultimi anni, l’Algeria è passata da paese di passaggio per i migranti subsahariani diretti verso il Nord del Marocco o verso la Libia, a paese d’origine di moltissimi candidati alla migrazione irregolare. Sono decine le imbarcazioni che partono ogni settimana con destinazione la Spagna da Ovest, e la Sardegna da Est. Delle partenze che generano un numero impressionante di morti in mare. Perché le distanze da attraversare non sono quelle che chi parte dal Marocco o dalla Libia deve affrontare per approdare in Spagna o in Sicilia. Qui si parla di centinaia di kilometri.

La Nuova Agenda per il Mediterraneo

Una questione migratoria nella sua accezione attuale è dolorosa e sicuramente imbarazzante per la parte algerina, e per ciò va affrontata sicuramente. Per affrontarla  Mattarella non porterà solo proposte di gestione repressiva ma farà da ambasciatore della Nuova Agenda per il Mediterraneo approvata dal Consiglio d’Europa nei mesi scorsi. Una agenda che speriamo servirà a creare veramente condizioni sociali e economiche tali da ridurre i così detti i fattori “Push” che generano gli esodi incontrollati. E non solo di nuovo a pagare i regimi del Sud del Mediterraneo per delocalizzare la repressione dei poveri in cerca di futuro.
Karim Metref
Sono nato sul fianco nord della catena del Giurgiura, nel nord dell’Algeria.

30 anni di vita spesi a cercare di affermare una identità culturale (quella della maggioranza minorizzata dei berberi in Nord Africa) mi ha portato a non capire più chi sono. E mi va benissimo.

A 30 anni ho mollato le mie montagne per sbarcare a Rapallo in Liguria. Passare dalla montagna al mare fu un grande spaesamento. Attraversare il mediterraneo da sud verso nord invece no.

Lavoro (quando ci riesco), passeggio tanto, leggo tanto, cerco di scrivere. Mi impiccio di tutto. Sopra tutto di ciò che non mi riguarda e/o che non capisco bene.

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