Messico: estrazione mineraria sottomarina in Bassa California

di David Lifodi

 

San Juanico è un piccolo paese di 500 anime nel nordest del Messico, stato di Baja California Sur: è qui, a 22 chilometri dalla costa, che l’impresa statunitense Odyssey Marine Exploration intende dar vita ad un progetto di estrazione mineraria sottomarina di fosfato. Il sito web di controinformazione Pié de Pagina ha riportato la notizia, dedicando un ampio reportage alla battaglia dei pescatori per scongiurare la miniera di fosfato, che provocherebbe danni enormi a San Juanico, villaggio da sempre abituato a vivere esclusivamente di pesca e di turismo nella stagione estiva.

Odyssey Marine Exploration è una multinazionale conosciuta popolarmente come di cazatesoros poiché ha costruito le sue fortune grazie al ritrovamento dei tesori nelle barche inabissate nei mari, ma si occupa anche di estrarre fosfato dai fondali marini. Il progetto minerario dell’impresa, denominato Don Diego, andrebbe ad impattare sull’intero golfo di Ulloa, quello dove maggiore è l’attività di pesca degli abitanti di San Juanico. Inoltre, il golfo rappresenta un importante centro di biodiversità, caratterizzato dalla presenza di numerose specie protette, dalla balena grigia a cinque differenti tipi di tartarughe marine. Finora è stato proprio grazie alle tartarughe marine, in particolare alla tartaruga gialla, una specie in pericolo di estinzione che migra dal Giappone alle Hawaii passando per la costa del Pacifico messicano, che il progetto non è stato messo in pratica, ma Odyssey Marine Exploration non sembra intenzionata a demordere. L’impresa Usa ha presentato il progetto allo staff del presidente messicano Enrique Peña Nieto, puntando su un tema assai caro a Los Pinos, quello dell’estrazione del fosforo come elemento essenziale per la produzione di fertilizzante. In questo modo il governo  giustificherà il progetto come misura imprescindibile per sostenere l’agricoltura e non dover dipendere più dall’importazione del fosforo. Per perorare il progetto Don Diego, Odyssey Marine Exploration ha chiamato a sostegno Altos Hornos de México (impresa mineraria tra le più importanti del paese, guidata da Alonso Ancira Elizondo, conosciuto come il re dell’acciaio e presidente della Cámara Nacional de la Industria  del Hierro y del Acero), con la quale la stessa multinazionale statunitense si è prontamente associata.

La pesca nel golfo di Ulloa, condotta in particolare dalla Cooperativa Pesquera Porto Chale, che raggruppa 136 pescatori della zona, rappresenta il 70% dell’intera attività di pesca della Baja California Sur. La stagione di pesca dell’aragosta, a partire da settembre, è la più redditizia per i pescatori, che vendono tra le 90 e le 100 tonnellate del crostaceo all’anno. A sostegno dei pescatori si sono schierati il Centro para la Diversidad Biológica de Mèxico e i biologi del Programa de Biodiversidad Marina y Protección Costera, che hanno chiesto al governo di non autorizzare il progetto di estrazione mineraria sottomarina, anche se Odyssey Marine Exploration ha già tentato di dividere la comunità di pescatori offrendo alcune migliaia di pesos,che peraltro non compensano assolutamente le entrate dei pescatori nella stagione della pesca. Il motivo è evidente: l’impresa è a conoscenza dei danni che potrebbe provocare l’estrazione mineraria sottomarina. La fauna e la flora che si trovano nei fondali finirebbero per sparire con una totale alterazione dell’ecosistema, nociva per le specie acquatiche e per i pescatori che, al loro posto, si troverebbero una marea di alghe nocive, denominate mareas rojas, destinate ad uccidere in breve tempo gran parte dei pesci del golfo di Ulloa. In definitiva, la miniera di fosfato sarebbe tutt’altro che sostenibile, come invece intende farla passare Odyssey Marine Exploration.

Peraltro, va aggiunto che la multinazionale Usa ha più di uno scheletro nell’armadio. Socia di altre tre imprese proprietarie di una licenza per estrarre minerali dal fondale marino (Neptune Minerals, Chatham Rock Phosphate e Oceanica Resources), Odyssey Marine Exploration è stata fondata nel 1994 e nel corso del tempo ha recuperato un notevole patrimonio dalle navi inabissate nei mari. Neptune Minerals e Chatham Rock Phosphate vantano concessioni per l’estrazione mineraria in Giappone e Nuova Zelanda, dove un progetto simile a quello messicano è stato bloccato nel 2015, mentre Oceanica Resources, che fa base a Panama, è filiale di Exploraciones Oceánicas. Attraverso quest’ultima impresa, che ha scelto la strada dell’aumento di capitale grazie ad un’iniezione di 15 milioni di dollari proveniente dalla Minera del Norte, guarda caso filiale di Altos Hornos de México, Odyssey Marine Exploration ha inoltrato la prima richiesta di valutazione d’impatto ambientale al governo messicano già nel settembre 2014.

Lo scorso aprile la Secretaria de Medio Ambiente y Recursos Naturales ha respinto la richiesta di valutazione di impatto ambientale del progetto minerario Don Diego, ma Odyssey Marine Exploration ha già fatto sapere che presenterà una nuova richiesta adeguandola ai requisiti richiesti dalla Semarnat. Per la gente di San Juanico si preannuncia una lunga battaglia per la difesa del proprio territorio.

 

La foto è tratta dPié de Pagina

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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