Messico: giustizia per Miriam Lopez

Un appello di Amnesty International

Le torture e le violenze della polizia in Messico sono ormai quotidiane, come insegna il caso più eclatante, quello del massacro di Ayotzinapa del 26 settembre 2014, e l’uccisione del giovane militante Gustavo Salgado, vicino ai normalistas uccisi e militante del Frente Popular Revolucionario. Se le vittime delle violenze poliziesche, e quindi di stato, sono poveri o donne, è certo che ci sia lo zampino delle forze di polizia e dell’esercito. Purtroppo, il Messico si è trasformato in uno stato dove l’impunità è garantita per i militari, spesso legati al crimine organizzato. (dl)

L’appello di Amnesty International

Nel 2011 Miriam López, una trentenne casalinga messicana e madre di quattro figli, è stata torturata e violentata da soldati messicani. Ad oggi ancora nessuno è stato condannato per questo crimine!

Il 2 febbraio 2011 due uomini in borghese, in seguito identificati come soldati in un procedimento giudiziario, l’hanno arrestata arbitrariamente nella sua città di Ensenada, nello Stato della Bassa California. L’hanno portata in una caserma militare nella vicina città di Tijuana per un interrogatorio, condotto da un procuratore civile dell’Ufficio federale del procuratore generale, dove è stata detenuta per una settimana.

Miriam è stata torturata con scariche elettriche, quasi soffocata e violentata tre volte affinché firmasse una confessione per reati legati al traffico di droga, in cui erano coinvolti anche altri arrestati a lei sconosciuti. I soldati hanno minacciato di tagliarle una mano. Le hanno mostrato foto recenti dei figli e del marito, scattate di nascosto per strada, minacciando di “andare da loro” se non avesse collaborato. Un difensore d’ufficio era presente ad alcuni interrogatori, ma non ha intrapreso alcuna azione per difendere i diritti di Miriam o per porre fine ai maltrattamenti.

Il 6 febbraio 2011, il pubblico ministero per proseguire le indagini ha ottenuto una detenzione preventiva (arraigo) da parte di un giudice che è durata fino al 26 aprile, quando Miriam López è stata accusata per reati di droga. Durante questo periodo le è stato negato l’accesso a un avvocato di sua scelta. A settembre 2011, le accuse nei suoi confronti sono venute meno e un giudice federale ha ordinato il suo rilascio.

Nel dicembre 2011 alcuni soldati, alcuni in passamontagna, hanno ripetutamente bussato alla sua porta, urlando il suo nome e sostenendo di avere dei documenti per lei. Preoccupata per la sua incolumità di fronte a queste intimidazioni, Miriam ha sporto denuncia.

Ad ottobre 2012 la Commissione nazionale dei diritti umani ha pubblicato un rapporto sul suo caso confermando che aveva subito torture e chiedendo giustizia e risarcimento per quanto accaduto. Sia Ufficio federale del procuratore generale sia l’esercito hanno accettato le raccomandazioni della commissione ma ad oggi non ci sono stati progressi. Nessuno è stato portato avanti alla giustizia, sebbene Miriam López abbia identificato alcuni responsabili e complici. Le autorità hanno fornito la protezione della polizia a Miriam.

Miriam López non è l’unica. Negli ultimi cinque anni migliaia di messicani hanno denunciato di essere stati torturati  e maltrattai da esercito e polizia. Nella stragrande maggioranza dei casi, i responsabili non sono mai stati sottoposti a processo. Nel 2012 le Nazioni Unite hanno raccomandato al governo messicano di attuare misure per combattere la tortura, ma fino ad oggi non è stato fatto ancora nulla.

Chiedi anche tu giustizia per Miriam, per tutte le altre vittime e firma questo appello:

President Enrique Peña Nieto

Residencia Oficial de los Pinos
Casa Miguel Alemán
Col. San Miguel Chapultepec, C.P. 11850
Mexico City, Mexico Fax: +52 55 5093 5321
Email: enrique.penanieto@presidencia.gob.mx

Egregio presidente,

le scriviamo in quanto simpatizzanti di Amnesty International, l’Organizzazione internazionale che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque vengano violati nel mondo.

La esorto a garantire che il pubblico ministero federale svolga un’indagine completa e imparziale sul caso di Miriam López e garantisca il suo diritto umano alla giustizia e alla riparazione.

Grazie per l’attenzione.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *