Metamorfosi di un’immigrata nel paese di Ailati

Con questo racconto di Christiana De Caldas Brito (*) prosegue la serie dei «Fantastici saba-quattro», ovvero 4 imperdibili letture per l’agosto in bottega; ma siccome il calendario a volte mostra tutta la sua insufficienza … confesso: ho deciso di rubare un sabato a settembre, sperando che non si offenda. Ci vediamo fra 7 giorni qui con Sergio Mambrini per chiudere questi «saba-quattro anzi cinque»

7naniXracconto

Bosco, 28 dicembre 2018

cara Biancaneve

Noi sette, senza di te, siamo incasinati più che mai. Se ci tieni a saperlo, mangiamo malissimo e litighiamo tutto il tempo. La sera, quando arriviamo dalla miniera non ci laviamo più. La casa è una baraonda, con polvere dappertutto. Eolo non fa che starnutire e Pisolo è diventato insonne. D’altra parte, con i letti sempre disfatti, gli acari qui si sprecano. Abbiamo dovuto chiedere al cacciatore se ci scriveva questa lettera perché tu, Biancaneve, ci hai insegnato a cantare e a ballare ma non ci hai mai insegnato a leggere e a scrivere. Se ci avessi pensato, adesso avremmo potuto scriverti noi stessi, senza dover chiederlo a uno che a malapena conosciamo.

La nostra vita con te era una favola, ma adesso neanche gli uccellini si fanno più vivi. Mammolo e Cucciolo piangono. Gongolo balbetta. Dotto è caduto in depressione. Brontolo, più scorbutico che mai, manda anatemi al tuo principe. Ieri, abbiamo augurato, tutti insieme, che un fulmine facesse nero il tuo Azzurro.

E tu, Biancaneve, con tutto lo spazio che hai nel castello, balli sempre? Nelle tue canzoni, pensa a noi e canta il più forte che puoi. Se il vento sarà favorevole, riusciremo a sentire la tua voce.

Per noi, come hai potuto vedere, già non è più il tempo che Biancaneve cantava…

I tuoi piccoli

Dotto, Gongolo, Eolo, Cucciolo, Mammolo, Pisolo e Brontolo.

 

Castello di Ailati, 27 ottobre

caro Azzurro

Non dovevi darmi quel bacio. Se proprio ci tenevi, potevi darmelo e scappare subito. Io, con i nani stavo benissimo. Avevo, sì, sette letti da fare, sette piatti da lavare ma erano piccoli piccoli. Adesso mi tocca fare un lettone matrimoniale con tutti quei veli che vengono giù dal baldacchino e che accumulano un sacco di polvere. In più, le lenzuola di raso sono troppo difficili da stirare. Non trovo giusto che tu non mi abbia avvertito dei problemi di servitù ad Ailati. Lo so che i tempi sono cambiati ma pensavo che le famiglie azzurre non avessero difficoltà di questo genere. Qui nel castello è tutto molto monotono e le mura altissime impediscono i contatti con il bosco. Nel bosco, c’era sempre qualche sorpresa, magari indesiderata, come quella della strega, ma a ben pensarci, mi eccitava sapere che il ritmo delle giornate poteva cambiare da un momento all’altro. E poi, Azzurro, io adoro le mele. La strega me le portava spesso. Ogni piacere ha il suo prezzo e non mi sono mai pentita di aver morso la mela avvelenata. I nani hanno pianto, ma io sono sprofondata nel sonno e, ti dico la verità, erano anni che non dormivo così bene senza tranquillanti. Purtroppo, mi sono svegliata con il tuo bacio e da allora sono cominciati i guai. Sento la mancanza dei miei nani. Non capisco perché non li hai voluti qui nel castello. Con loro, cantavo e ballavo. Tu invece, Azzurro, sei uno solo e a volte, perdonami se te lo dico, sei proprio noiosetto. Parli sempre di caccia e io amo gli animali della foresta; ti allontani per lunghi viaggi ed è seccante restare in solitudine; quando usciamo a cavallo, cavalchi sempre cento metri avanti, ed è come se io galoppassi da sola; leggi un sacco di libri strani e ricevi delle visite che non sono affatto divertenti. Non vorrei offenderti, ma sto maturando l’idea di tornare alla casa dei nani. Le favole possono pure aggiornarsi, non credi, Azzurro?

Biancaneve

 

Castello di Ailati, 8 gennaio

gentile signora Strega

Sono Azzurro, il Principe che ha svegliato Biancaneve dall’incantesimo della mela. Non le scrivo per incolparla di nulla. Anzi, vorrei chiedere un nuovo incantesimo per fare che Biancaneve resti con me. Siamo in quel difficile momento del “vissero felici e contenti” ma c’è qualcosa che non funziona. Mia moglie sembra avere una personalità indipendente e questo mi infastidisce assai. È una che viene dal bosco, un mondo completamente diverso da quello di Ailati. Abituata a vivere con dei nani che lavoravano tutto il giorno fuori, Biancaneve a casa faceva tutto a modo suo.

Gentile signora Strega, possiamo trovarci in modo che Lei mi consegni una pozione magica con le dovute istruzioni? La ringrazio sentitamente.

Azzurro

 

Ailati, 2 febbraio

gentile Principe

Ho dovuto sprecare molte mele prima che l’incantesimo funzionasse. Sarà perché ha vissuto tanto tempo nel bosco, ma sua moglie ha una salute di ferro, e avrà, sì e no, mangiato cinque o sei chili di mele prima di cadere nello stato catalettico. Se Lei se la sente di affrontare l’oneroso problema – la frutta oggi mantiene prezzi da capogiro – sarò lieta di preparare una nuova pozione. Gentile Principe, ci possiamo vedere domani sera, all’imbrunire.

Le porgo i miei più cordiali saluti.

La sua suddita,

La Strega

 

Castello di Ailati, 8 marzo

mio caro Azzurro

Com’è bello essere ai lati di Ailati! Le nostre giornate si svolgono in perfetta armonia, Azzurrino mio, e non sai quanto mi diverto a stare sui fornelli ad inventare nuove pietanze per te. Mi commuovo quando ti vedo voracemente finire, in cinque brevi minuti, tutto quello che preparo in ore e ore di lavoro in cucina. Ringrazio il bacio che mi ha reso tua! Beate le donne svegliate come me! Io, che sono così attiva, che con gioia e canti metto la cera sul pavimento dei vari piani del nostro castello, rabbrividisco al solo pensiero di essere potuta rimanere per sempre a dormire dentro quella cassa di cristallo.

Da quando mi porti ogni giorno il delizioso dolce di mele – quanto sei gentile, amore mio! – la mia felicità non ha limiti. L’unica cosa è che devo essere attenta a non ingrassare. Va bene che tu ingrassi, Azzurro, ma io voglio essere in linea per servirti in piena forma. Non mi stancherò mai di ammirare i tuoi muscoli! I sette nani erano troppo bassi, vero? Non erano belli come te.

Se usciamo a cavallo, mi piace osservare da lontano come galoppi bene. Sei un uomo importante, viaggi spesso, ed è meraviglioso attendere il tuo ritorno. Che tenerezza sapere che siamo soli nel castello, senza alcuna servitù a romperci le scatole, vero, Azzurro?

Baciami sempre, amore, svegliami ogni mattina per preparare la tua colazione! A qualunque ora del giorno e della notte, sarò pronta a fare tutto quello che ti piace.

Ti amo, Azzurro!

La tua piccola, sempre più piccola, Biancaneve.

(*) I racconti di Christiana De Caldas Brito sono comparsi varie volte in “bottega”… ma se dite «sarebbe bello averne di più» io sono d’accordo con voi. A volte Christiana ha fatto recensioni e altre volte… le ho fatte io per i suoi libri che assai e assai vi consiglio. (db)

Questo racconto/fiaba è qui anche per ricordare Enrico Pili che, fra l’altro, si divertiva a riscrivere le favole.

 

Redazione
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2 commenti

  • M. Piras-Keller

    Come dire: tutto cominciò come una favola ma alla fine tutti vissero infelici e scontenti.
    Mi sembra che, fatti tutti i conti, chi ci ha rimesso sono i titolari del titolo della fiaba, Biancaneve e i sette nani. A noi rimane, invece una ‘maligna’ rilettura, alternativa alle riletture disneiane.
    E, con ciò mando un saluto a Enrico Pili, amico comune, riscrittore di favole anche lui, il quale, ormai sei anni fa, si è allontanato per uno dei suoi numerosi viaggi in giro per il vasto mondo. Ci aspettiamo, prima o poi, un suo reportage suoi luoghi visitati; e già immagino il titolo “Ora, a qualche dimensione da qui.”
    Quando ti arriverà in redazione il suo pezzo, segnalamelo Daniele.

  • Francesco Masala

    è un racconto bellissimo 🙂

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