Mezzo milione di britannici in sciopero
redazione Diogene
Mercoledì scorso nel Regno Unito mezzo milione di persone ha partecipato a uno sciopero che ha riguardato diverse occupazioni del settore pubblico: insegnanti, macchinisti, lavoratori universitari, autisti di autobus e quasi 100 mila dipendenti pubblici.
La prossima settimana anche il personale ospedaliero sciopera di nuovo, insieme alle guardie di frontiera e agli operatori dei servizi di emergenza. Presto potrebbero unirsi anche i vigili del fuoco.
La ragione comune degli scioperi è la mancanza o l’insufficiente aumento degli stipendi con l’aumento dell’inflazione. Condizioni di lavoro che sono peggiorate sempre di più negli ultimi anni.
Il governo conservatore di Rishi Sunak, in carica da 100 giorni, sta subendo crescenti pressioni e la situazione economica è tesa: l’inflazione ha recentemente superato il 10% e la Brexit sta indebolendo l’economia . Secondo i sondaggi della rivista Politico, i conservatori sono indietro di 20 punti percentuali rispetto ai laburisti.
Gl insegnanti lamentano che negli ultimi dieci anni lo stipendio medio è diminuito del 23%. Un terzo di tutti gli insegnanti lascia dopo cinque anni e non viene sostituito. In vista per loro un aumento del 5%, finanziato però dal budget già stabilito per la scuola, quindi l’aumento comporterà tagli in altri settori sempre legati alla scuola, mentre i lavoratori chiedevano un impegno del governo con fondi aggiuntivi.
Nonostante siano penalizzati dagli scioperi, perchè con le scuole in agitazione a loro volta non sono andati a lavorare per poter badare ai figli, i gentiroi degli alunni secondo i sondaggi sono ampiamente favorevoli agli scioperi. C’è fiducia negli insegnanti e che il prezzo della vita sia ormai fuori controllo in Uk è opinione di tutti.
Per la prima volta in sei anni, anche i dipendenti dell’università sono in sciopero fuori dal dipartimento di studi urbani dell’University College di Londra. Ma si tratta anche di contratti di lavoro a tempo determinato senza stabilità e di un numero di studenti in costante aumento senza aumentare l’organico, visto che le università si finanziano in gran parte con le tasse universitarie. Questa situazione mista porta a settimane lavorative di 60-70 ore. Inoltre i fondi pensione in cui molte persone hanno versato i loro soldi per decenni alla fine varranno dal 30 al 50% in meno. Va anche detto che il regime delle tasse universitarie, e il loro aumento esorbitante, è iniziato quantdo era premier Tony Blair.
Altro settore in sciopero i macchinisti, che non ricevono un aumento salariale da quattro anni. Grandi aziende come Arriva Transavia, First Group, Stagecoach, ma anche la tedesca DB hanno stretto un accordo molto controverso con il governo britannico, che non copre l’aumento del costo della vita per i macchinisti. Le aziende non si siedono al tavolo delle trattative e ormai soltanto il governo può intervenire ma non lo fa.
Se le proteste dei lavoratori sono contro il governo conservatore a nessuno è piaciuta la posizione adottatata dall’attuale leader del partito laburista Keir Starmer di non far scioperare nessun esponente del governo ombra. Va anche annotato che ben 120 deputati del suo partito non gli hanno dato retta e hanno solidarizzato con gli scioperanti.
L’impressione degli osservatori è che oltre la stanchezza generale nei confronti dei governi a guida conservatrice e alla richiesta di salari più alti, tutti chiedano cambiamenti fondamentali che dovrebbero prendere le distanze dal modello neoliberista degli ultimi decenni.
Anche per questo gli scioperanti trovano molta comprensione tra la popolazione e in diverse fasce sociali, dai piccoli imprenditori ai tassisti alle persone penalizzate dagli scioperi stessi nei trasporti e nella sanità. Secondo i sondaggi di Ipsos, solo il 31% degli intervistati si è opposto agli scioperi degli infermieri e il 33% si è opposto agli scioperi degli insegnanti.
Ma il governo di Rishi Sunak mostra poca disponibilità al compromesso, talvolta negando la realtà. Anzi sta lavorando a una legge per limitare il diritto di sciopero, obbligando i servizi di rilevanza sistemica a garantire un livello minimo di assistenza. Il disegno di legge del governo è stato approvato dalla camera bassa e ora passerà all’esame della camera alta.