Mi metto in lista

 

Care e cari che mi conoscete (o anche no)

 

vi racconto un po’ di fatti miei che però credo, in vari modi, possano interessare molte/i.

 

Se in questi giorni riusciamo a raccogliere le firme necessarie, a maggio sarò candidato al Consiglio comunale di Imola nella neonata lista «Libera scelta» che, sotto il logo, ha la frase chiarificante «Laici e atei per Imola».

 

Vado a spiegarvi prima le ragioni della lista, poi quelle mie personali.

 

Cerco di non farla lunga.

 

Non se ne può più – a livello italiano come locale – dell’arroganza della Chiesa cattolica. E siccome non ho nulla contro chi crede, sono contento che di questa invasione si rendano conto e si lamentino sempre più anche cristiane/i. Non è questione di fede infatti ma in primo luogo di non imporre la propria visione (anche per legge) a chi la pensa diversamente e in secondo luogo di non esigere privilegi e soldi pubblici in quanto religione organizzata. Inoltre l’integralismo dei cattolici (ripeto: non di tutte/i) sta favorendo – magari con la scusa della “difesa” – altri fanatismi religiosi. E se a volte le religioni si parlano fra loro (in sé un fatto positivo) spesso è purtroppo per ribadire unite il disprezzo verso chi non crede e per invitare lo Stato a limitare – in nome di qualche dio – i diritti fondamentali di nascita, matrimonio, adozione, morte…

 

E’ importante dunque una lista di «laici e atei» perché a Imola – come altrove – l’aria che tira è opposta: anche il centrosinistra rinuncia a ogni pur minima laicità; anche al voto alimenta la confusione e il vassallaggio cercando liste di sostegno che si rivolgono ai cattolici in quanto tali.

 

Qui sotto vi incollo i 10 punti della lista imolese: come vedete anche a livello locale si può fare qualcosa, anzi molto. Qualche esempio veloce: eliminare i contributi pubblici alle scuole private (quasi tutte confessionali) e quello (120 milioni annui, non poco) agli edifici religiosi; divieto di svolgere atti di culto in edifici pubblici; esigere che il Comune sostenga le battaglie per i diritti civili (a partire dal diritto a morire in «modo degno» senza dover subire l’imposizione – in nome di un Dio che evidentemente viene immaginato crudele – di cure dolorose anche quando non vi è speranza di guarigione). Se qualcuna/o di questa lista finisce in Consiglio comunale potrà dunque agire concretamente e non solo fare testimonianza.

 

Le mie personali ragioni.

 

Come sa chi da tempo mi conosce, sono convinto che l’attività politica più importante si faccia fuori dalle istituzioni (mettere una scheda nell’urna è troppo poco, per tacere delle ambiguità nel sistema che regola il voto) e coerentemente ho militato – nei miei limiti di tempo e di capacità – in movimenti politici e sociali. Però non ho neanche voluto regalare il mio diritto di votare – per poco che conti – ad altri e dunque invece di astenermi ho scelto nell’urna chi giudicavo “meno peggio” in quel momento. E tanto per essere chiaro: alle ultime elezioni avevo tre voti (sono temporaneamente residente a Roma per lavoro) e ne ho dati due a 5stelle più un altro a Sel. Come mai dopo aver votato per anni più a sinistra possibile stavolta ho cambiato? In realtà credo che sia la sinistra a essere cambiata al punto da… non esserci più. Ma questo è un altro discorso e dunque lo interrompo subito.

 

Sempre in questo quadro e tenendo presente tutte le contraddizioni storiche e contingenti – c’è una celebre frase di Malcom X che suona così: «se il potere è nell’urna, abbiamo una buona ragione per starne lontani» – io ho perfino convinto altre/i a votare e in qualche caso persino a presentarsi candidate/i. Insomma il voto non è l’atto politico più importante ma comunque non va, a mio avviso, gettato nel cassonetto.

 

Dopo aver per tre volte rifiutato una candidatura, stavolta invece ho accettato di essere “votabile” – sempre che appunto a Imola si riescano a raccogliere le firme necessarie per presentare «Libera scelta» – e anzi sono stato fra i primi a caldeggiare questa lista perché mi sembra urgentissimo contrastare l’arroganza del Vaticano e l’assenza di una pubblica, intransigente difesa della laicità. Se posso aggiungere la mia personalissima opinione sulla tragicomica questione del presidente della repubblica, credo che molte/i del Pd non avrebbero comunque votato Stefano Rodotà perché fra le sue “colpe” c’è di essere un vero laico.

 

Se farò qualche comizio elettorale a Imola dettaglierò anche le “catto-sudditanze” come le vedo io a livello locale con le pesanti ricadute anche economiche su tutte/i noi.

 

Paradossalmente io non mi voterò (per qualche mese ancora sono residente a Roma e dunque dovrò votare qui: se ci tenete a saperlo al primo turno sceglierò la lista per Sandro Medici e al ballottaggio “il meno peggio”) ma credo invece che sarebbe un bene se qualcuna/o della lista «Libera scelta» finisse nello stagno – come lo chiamo io – che di solito viene definito Consiglio comunale di Imola. Perciò vi invito se siete a Imola intanto a firmare perché si possa presentare la lista e poi a valutare se dare il voto a «Libera scelta».

 

Mi fermo qui e, come sempre, ci tengo a sentire i vostri (anche diversi) pareri.

 

ProgrElettor-Imola

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • Caro Daniele,
    Come sai sono comunista. Sono profondamente convinto che le rivoluzioni quando si possono fare si fanno fuori dalle urne. Sia la storia che la cronaca insegnano.
    In alcuni casi il voto puo’ essere utile ed utilizzato. A Roma ( non sono più residente) voterei anch’io Sandro Medici.
    Personalmente in situazioni normali, come le precedenti elezionj, per riflessi condizionati metto la x su schede con falce e martello. La lista Ingroia a mio avviso e’ stata una discarica politica Alle prossime spero possa essere possibile la costruzione di un Fronte Popolare di sinistra che, per lo menio, apra delle contraddizioni. Concludendo. Se votassi alle comunali di Imola ti darei il voto per quello che stai dichiarando e che mi trova d’accordo. Ti consiglio, se possibile,il coinvolgimento appoggio esterno di Margherita Hack.
    Auguri, prima per la raccolta delle firme e poi per l’ accesso allo stagno. Tienici informati,
    Francesco

  • Caro ragazzo, se fossi a Imola ti voterei senza alcun dubbio, anche perché le nostre idee convergono sempre più.
    Pian piano ti stai lasciando divenire… Tyler Durdane (ovvero: radicale).
    Continua così.
    E gran peccato per la Bonino, ancora una volta la più amata, ancora una volta fuori da tutti i giochi.
    Dai, non t’arrabbiare! Si scherza.

  • Potrei votarti da Roma come italiano all’ ‘estero’, il nome èasciutto ed efficace, ‘Libera scelta’ sembra l’antagonista ideale, l’altra faccia dell’attuale deriva italiana, riassumibile nell’ossimoro
    ‘Libero Scelba’…

  • clelia pierangela pieri

    Non potrò votare, purtroppo, ma sono con te e concordo in merito alla necessità di esserci come meglio è possibile e combattere piuttosto che cercare su chi riporre l’urgenza di giustizia ed uguaglianza (sempre più invisibile).
    c.

  • Anna Battaglia

    Bravo Daniele, bisogna sbloccare la libertà dei servi che caratterizza gli italiani.

  • Auguri,
    scelta difficile e coraggiosa, faticosissima,
    a qualcuno non sembrerà, ma è propria di chi si dichiara comunista: un comunista non si astiene mai, perché la scelta di astenersi è vista comunque in una ottica di intervento politico, di denuncia, di diffusione di valori alternativi. Nessuno spazio che possa essere occupato deve essere lasciato libero per servire a altri.
    Solo che i pericoli sono tantissimi. Gli ostacoli innumerevoli. Le delusioni dietro l’angolo. Non ti invidio.
    Posso solo augurarti di riuscire.
    Il mio voto virtualmente è tuo, materialmente mi toccherà trovare qualcun altro in quel di Roma…
    P.S.
    1) Qualcuno può dirmi qualcosa di Sandro Medici?
    2) Riporto il post sul mio blog

  • mario sumiraschi

    L’opportunità che tu possa partecipare con le tue idee e il tuo impegno ad una lista civica è davvero meritorio, soprattutto perchè in molte liste civiche si sviluppano concetti di vita consociativa che oggi – più che mai – diventano alternativi. E chissà potreste creare il Gran Premio d’Imola per i progetti più interessanti di vita atea-laica… senza broom broom.

  • negli ultimi anni non sono andata più a votare alle politiche (al referendum si), perché la politica, tra l’altro, è troppo distante da un cotrollo diretto (o prossimo), a livello comunale non sono contraria. bella la lista laica… l’approccio con la religione è affine per cui condivido, e aggiugerei niente simboli che diano connotazione religiosa ad un luogo pubblico… non sono molto convinta sul divieto di svolgere atti di culto, qui al cnr di palermo abbiamo avuto un problema del genere (se è l’ente a patrocinare o a indire non va bene, ma se un qualunque gruppo di fedeli chiede un’autorizzazione a svolgere che ne so la fine del ramadam o una preghera collettiva non sarei contraria), l’importante che non venga imposto ad altri/e

  • Roberto Vuilleumier

    Due integrazioni a riguardo la prima in merito ai dindi.. 120000 euro in media, pari al 7%degli oneri di urbanizzazione secondaria vengono destinati all’edilizia di culto, mentre circa 350000 € sono quelli che annualmente si danno (attraverso le nostre tasse)alle scuole private paritarie comunali(nidi e materne). La seconda integrazione riguarda il cosa ed il dove: per presentare la lista servono almeno 200 firme di soli residenti a Imola ed abbiamo tempo fino al 26 di aprile, si può firmare presso l’ufficio urp in via Appia 5 sempre a Imola ovviamente, tutte le mattine dalle 8:30 alle 13:00 compreso il 25 aprile (dalle 9:30 fino alle 12:30)

  • * Una risposta collettiva
    Grazie a tutte/i, ora mi aspetto anche qualche critica (Marco, a esempio, mi aveva annunciato perplessità sul nome della lista)
    * Due risposte specifiche
    Grazie a Roberto che ha precisato per le firme – ne servono ancora – e corretto un mio errore sui soldi: in realtà, quando vado di fretta, continuo a confondere euro (o euri, se preferite) e lire. Meno male che non sono un ragioniere o un bancario.
    Grazie a Mauro Antonio: i 10 punti del programma di Sandro Medici (o meglio di «Repubblica romana x Medici sindaco») sono su http://www.repubblicaromana.org ma ovviamente conta il passato e il presente di Sandro: avere amministrato bene per 12 anni il X municipio è molto più importante delle chiacchiere; non mi risulta che, tanto per dirne una, i presidenti di altri municipi abbiano requisito le case sfitte per darle alla famiglie sfrattate. (db)

    • L’idea di votarti da altre città come italiani “all’estero”, come proponeva Energu, non è male. Considerando il panorama politico sconfortante che c’è qui a Siena, perchè non ci prendi la residenza e trasferisci qui la tua Lista?
      In bocca al lupo!

  • Marco Piras Keller

    Caro Daniele
    Ho già raccontato ai pochi amici che ho a Imola, che Daniele Barbieri, che conosco, si presenterà alle prossime elezioni comunali di Imola. Ho detto loro: “Contattatelo, se volete rendervi conto di che persona sia, se incontra i vostri desideri di amministrati ecc”.
    Mi ritengo laico (anche nell’ambito politico) e sono ateo, ma mentre credo che proporre il laicismo come garanzia di libertà di pensiero e di giudizio sia un valore importante e necessario, propagandare l’ateismo sia come dire (forse può sembrare risultato di un facile sofisma): “Io sono ateo, essere ateo è il meglio, io sono contro chi crede”.
    Questo, naturalmente, è smentito da come tu, Daniele, ti presenti e articoli il discorso, ma è anche vero che uno slogan a presentazione di una lista ha il suo peso come il titolo di un giornale, che orienta il lettore/elettore in una certa direzione.
    Non so se i finanziamenti agli edifici religiosi facciano riferimento alla manutenzione di monumenti storici. Certo, anche in questo caso, mi dico che se si deve costruire una chiesa, che la paghi il Vaticano o che la sovvenzionino i credenti. Lasciar cadere una importante testimonianza architettonica perché è una chiesa, mi porrebbe problemi. Così per le scuole: che le scuole religiose le finanzi il Vaticano o chi le frequenta. Ma, allo stesso tempo anche le altre scuole non religiose, anche quelle che offrono corsi e aggiornamenti vari in convenzione con il pubblico. Che se ne testi almeno la qualità e utilità. E, allora, la scuola pubblica deve essere la migliore, quella con la qualità più alta.
    La proibizione delle funzioni religiose in edifici pubblici non so cosa significhi, a cosa ci si riferisca. Non manderei certo Carabinieri in alta uniforme, con armi e pennacchi a decorazione di processioni e di altri eventi religiosi, sia perché trovo l’accostamento stridente, sia perché non capisco perché quei Carabinieri non vadano piuttosto a fare il loro dovere di presidiare il territorio, ricercare criminali, fare indagini ecc. Questa commistione è qualcosa di diabolico. E, allo stesso modo, mi chiederei se lo Stato deve pagare o contribuire a pagare stadi per squadre di calcio professioniste e inviare eserciti di polizia e carabinieri a controllare e reprimere i disordini eventuali. Che vadano pure, ma che il servizio d’ordine lo paghino le società. Cosa ci facciano poi i vigili urbani, a parte vedere le partite gratis, non lo so. Io sono laico anche in questo, benché vedere una bella partita di calcio mi piaccia.
    Dico che, pur laico e ateo, non sono d’accordo con la rimozione del crocefisso dai luoghi pubblici. Sono un grande ammiratore, se così si può dire, della figura che credo reale, di Gesù Cristo, e vedere quel povero Cristo in croce a me fa pensare ai torturati, agli ammazzati dal potere boia, dall’intolleranza della peggior razza. Mi fa pensare a un uomo che, tra le altre cose, con la più grande naturalezza immaginabile, ha concepito l’uomo e la donna con pari valore e dignità e diritti. Fare la guerra al crocefisso è fare la guerra a una parte fondante della civiltà progressista, se volete, fare la guerra a un ‘profeta’ che non andava in giro a sterminare e depredare i nemici della propria famiglia, che non esitava a proclamare l’ingiustizia dell’assassinio di una donna che aveva rapporti sessuali con altri che non fosse il proprio marito e tante altre cose riguardanti schiavi e padroni ecc.
    Cosa ha fatto di aberrante quel povero Cristo da non volerlo, piuttosto, porlo a ricordo? Che, peraltro, ha sostituito la vecchia crudele legge del Vecchio Testamento e che, certamente, è in forte contrasto con la chiesa esteriorizzante e poco spirituale. Oddio, mi sembra di fare una predica.
    Chiaro: mi si potrebbe dire: ma allora io ci voglio mettere Marx, Che Guevara, magari qualcuno ci vorrebbe mettere anche Hitler o Pol Pot. Certo, ci sarebbe molto da discutere.
    Concludo in fretta: d’accordo sul laicismo da porre come bandiera, ma l’ateismo posto come slogan e valore, che andrebbe, automaticamente a contrapporsi a un Credo, non riesce a convincermi.
    Ma, detto questo, io so che tu saresti un buon amministratore e mi auguro che tu venga eletto.

  • X – «Così gli ho dato un pugno».
    Y – «Brutta cosa».
    X – «Lo so…».
    Z – «Ma guarda che X si è solo difeso, quello lì lo picchiava durissimo mentre un altro lo teneva fermo».
    Y (esitante) – «In questo caso è diverso. Anche la legge ammette la legittima difesa».
    caro Marco,
    questo dialogo immaginario per ammettere che avresti ragione, in circostanze normali, a dire che ostentare l’ateismo non va bene. Ma ho tre obiezioni che ti prego di considerare. La prima è che non sono circostanze normali, ci stiamo difendendo (vedi dialogo sopra) e quelli picchiano forte: neanche Gandhi aveva obiezioni al difendersi. La seconda è che il termine «laici» per me potrebbe bastare ma ormai – cioè nel discorso dominante – non significa un cecio: persino i cardinali si pavoneggiano come laici mentre imprecano contro non meglio precisati laicisti. La terza è che all’ateismo (o al razionalismo, all’agnosticismo) non si riconosce più in Italia il diritto di parlare, quasi di esistere: ricorderai forse la storia di una “pubblicità” della Uaar – Unione atei agnostici razionalisti – bloccata perché non si deve dichiarare su un autobus pubblico che dio (o Dio, ognuna maiuscola come crede) non c’è. Invece chiamare in Rai il papa «santo padre» va benissimo, tanto per restare a un esempio minore di parole imposte.
    Dunque non mi sembra sbagliato chiarire che la lista imolese – se si farà – vuole ridare voce a persone (laiche e atee, due cose diverse) ora rese invisibili e che queste persone, se elette, proporranno tattiche e strategie che, nell’interesse generale, eliminino – o limitino il più possibile – ingiusti benefici (economici e non solo) anche a livello locale.
    Rispetto alle altre cose che scrivi sono sostanzialmente d’accordo su tutto. Però la questione del crocefisso (e/o di altri simboli religiosi che, almeno in teoria potrebbero essere imposti negli edifici pubblici) è davvero molto complicata e richiede una riflessione ulteriore che magari faremo un’altra volta.
    Non so se io e/o altre/i della lista saremmo bravi ad “amministrare” (per farlo davvero bisogna essere eletti ma anche “finire” in maggioranza o avere un peso come opposizione) il bene pubblico ma di certo in questa lista – a vedere anche le biografie di candidate/i – c’è la convinzione che appunto di soldi e beni della collettività si tratta mentre troppa parte della classe politica si comporta in maniera opposta usando poi spesso una larghissima «mancia» ad associazioni religiose (le quali a volte hanno prassi eccellenti ma questo è, con evidenza, tutto un altro discorso) soprattutto per coprire imbrogli, tagli e magagne sul Welfare e persino per comprarsi… un’etica o quella che ora è di moda chiamare così.
    Spero di essere stato chiaro. (db)

  • In mezzo a tanti discorsi “generali” ho dimenticato un post scriptum terra-terra ma importante almeno per chi è iscritta/o nelle liste elettorali di Imola.
    Per poter presentare la lista, cioè partecipare alla campagna elettorale, occorrono 200 firme che vanno autenticate: lo fa l’ufficio Urp di Imola (in via Appia 5) dalle 8:30 alle 13 tutte le mattine fino al 26 aprile, ma oggi anche al pomeriggio. Orario un po’ ridotto il 25 aprile: dalle 9:30 alle 12:30. Se le 200 firme non saranno raccolte – ripeto: entro il 26 – evidentemente non ci sarà la lista e mi pare che sarebbe un “peccato” (ops, mi è scappato un termine religioso).

  • Marco Piras Keller

    Sei stato chiaro e, non per arrivare per forza al :”Volemose bene e finiamola a taralaucci e vino”, posso dire che concordo con le tue ragioni o le capisco benissimo; e non ho nessun problema ad accettarle. Può essere che non vivere più la quotidianità italiana mi abbia fatto dimenticare molte cose e che l’ambiente cattolico qui in Svizzera sia un po’ diverso (vivo in un Cantone a netta maggioranza cattolica, Ma i cattolici qui sono poco papisti. Quando sono arrivato qui l’amministrazione mi ha chiesto: “Lei è cattolico, protestante? Di una qualche setta? Vuole nella sua dichiarazione dei redditi, destinare quanto stabilito per legge a una chiesa? O si dichiara aconfessionale e quei soldi se li tiene lei?” Io mi sono dichiarato ‘aconfessionale’ scrivendo una lettera in cui lo dichiaravo e nessuno mi obbliga a versare soldi a chiese o sette.
    Per arrivare a scoprire distanze o punti di concordanza chiari e netti, nel nostro breve dialogo, bisognerebbe stabilire e concordare premesse e contesti comuni. Per finirla, in retroica (ma al momento non mi vine di meglio), bello è che si possa ragionare così, senza che nessuno finisca lapidato.

  • NIENTE LISTA A IMOLA
    Qui sotto le informazioni e le considerazioni a caldo di Roberto, la persona che a Imola più si è speso su questa idea. Le sottoscrivo. (db)

    Prima di tutto, un ringraziamento a tutte/i per averci creduto e aver «perso» un po’ di tempo per le pratiche. Ringraziamento da estendere a Raissa, Pietro e Angela che mi hanno davvero aiutato per le firme e per la presenza al banchetto incluso smontaggio e rimontaggio.
    Dopo aver faticosamente individuato candidate/i – e in forte ritardo – abbiamo iniziato la raccolta firme. Erano necessarie almeno 200 firme autenticate e avevamo ahinoi solo 7 giorni. Oltre a ciò avevamo solo 6 imolesi in lista, di cui due fuori sede, e questo ci ha sfavorito ulteriormente.
    La brutta notizia è quindi che non potrò presentare la lista. Presentare una lista e quindi partecipare alla campagna elettorale ci avrebbe permesso di parlare e di far parlare dei temi laici ma anche di “costringere” i due contendenti, in caso di ballottaggio, a esternazioni chiare sul nostro programma. Così ahinoi non sarà, ma l’ esperimento fatto ha dimostrato che partendo per tempo (30 giorni prima per esempio) sarebbe stato possibile essere presenti e porre sul tavolo concretamente le questioni che ci sembrano importanti.
    La parte mia capitalizzerò l’esperienza in altro modo, dato che alcuni hanno definito il nostro programma «assorbibile in toto» mi presenterò chiedendo … l’assorbimento. Il candidato sindaco di 5 stelle ha espresso piena condivisione sul programma con qualche approfondimento da avere sul punto 1: è stato l’unico, chissà come mai gli altri no (della serie c’era una volta una sinistra). Se i 5 stelle confermeranno le intenzioni anche per tutta la campagna elettorale, il mio personale voto e sostegno lo avranno certamente.
    Dovrò ora riflettere – unitamente a quante/i sono d’accordo – se portare avanti l’esperienza della lista, rendendolo un comitato o movimento, che possa promuovere la medesima esperienza in altri Comuni e in altre elezioni seguendo il medesimo schema, facendolo diventare un braccio della laicità (sempre e solo “di scopo”).
    E’ importante aver incontrato per strada tantissime persone che avevano già dato la firma al «loro partito» rammaricate del fatto che non avrebbero potuto firmare per noi e alcune che – nel caso ci fossimo stati votato- pensavano di votarci. Oggi abbiamo amici e amiche in più.
    Attendendo vostre eventuali considerazioni 
    Roberto Vuilleumier – 26 aprile 2013, Imola

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