Mia nonna ha compiuto 80 anni e io con lei

di Andrea Ivaz Melis   

Primo nipote e un po’ ultimo dei suoi figli, cresciuto dei suoi baci e dei suoi sculaccioni, della Panda 30 color carta da zucchero e del profumo della sua casa d’estate con le serrande socchiuse, nei giochi di macchinine e costruzioni Lego passate di figlio in figlio, pomeriggi in cortile e panini burro e marmellata, sabbia bianca del Poetto, macchina da cucire Singer a pedali, scrigno di ferro verde rame pieno di bottoni di ogni taglia, fattura e colore, sarta occhi azzurri di ghiaccio, mani affettuose e morbide di crema Nivea, risata celestiale, ghiotta di caramelle, schietta come un siluro, nulla sai tacere né rimproveri, né dolori, non lacrime di gioia, né opinioni e convinzioni.

Se tu fossi un disco ti rimetterei daccapo per ballare di nuovo insieme i miei 38 anni con te, avrebbe senso tornare bambino sapendo che ci sei, col centro tavola di cucina colmo di mandarini gustosi e quei baci a stampo sugli occhi a consolare lacrime e tremori.

Pregavo di ammalarmi per poter restare a dormire nella tua casa grande di 6 figli, calda fin dal pavimento e mai silenziosa, protettiva. Pregavo di ammalarmi perché tu fossi la cura, infaticabile, sempre un passo in anticipo sulla vita, profumo di sugo sin dal mattino, tazza di caffellatte e biscotti ben apparecchiati con cura sin dalla notte prima.

Tutto di te mi è familiare, anche i silenzi e le cose che tra nonna e nipote non possiamo dirci, noi le sappiamo. Anche la pazzia di lasciarci in 30 tra figli, nipoti e pronipoti ad aspettarti davanti alla torta a cui già manca un quadrato accanto alle candeline appena accese. Tutti pronti armati di cellulari per i video e i selfie e con le gole scaldate dal vino e accordate per il “tanti auguri”

«Ma nonna dov’è finita?» grida qualcuno

Nonna è sparita e non si trova.

«È andata a portare la fetta più grande, la prima fetta, la più generosa, alla vicina di pianerottolo e di vita, ormai rimasta sola e cieca».

I desideri da esprimere possono aspettare, quelli che il Signore ci ha già concesso invece guai a lasciarseli scappare.

Prima fai ciò che ti dice il cuore e poi viene il resto.

È per questo che a quelli come noi ci dicono pazzi.

«Eh allora!» come lo dici tu, col tono con cui lo dici tu per dire «ma certo che sì».

«Eh allora» come lo dici tu, col tono con cui lo dici tu per dire «e cos’altro?».

Buon compleanno, nonna bella. Bella tanto che non ti posso mostrare.

«Guai a voi se mettete le mie foto su internet».

Vedi che hai ancora da insegnare tutto, a noi tutti, su come e dove e quando sia tempo e modo di stare insieme per amore e per davvero?

Qualcuno ti leggerà questa poesia e tu piangerai,

Ma non sarò io che già ti ho pianta di gioia mentre scrivevo.

Redazione
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Un commento

  • Questa nonna ha seminato fragranze di pane onde dal sud e rena bianca. Il raccolto è in queste righe.

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