Migrantes. Verso il sogno americano

Recensione alla graphic novel tratta dalla storia vera di Flaviano Bianchini e illustrata dal graphic journalist Giovanni Ballati

di David Lifodi

L’attraversamento del fiume Suchiate e il viaggio nel doppio fondo di un camion, il gelo del Pico de Orizaba e i saliscendi dalla Bestia, la caccia della polizia di frontiera, la follia omicida dei minutemen e la spregiudicatezza di coyotes e polleros: il viaggio di Flaviano Bianchini dal Guatemala agli Stati uniti, da indocumentado non è più solo un libro, Migrantes. Clandestino verso il sogno americano (Bfs, 2015), ma anche una graphic novel, Migrantes. Verso il sogno americano. I fumetti del graphic journalist Giovanni Ballati ti sbattono dentro alle peripezie di Bianchini e alla sua scelta di mettersi nei panni dei migranti che quotidianamente provano a raggiungere gli Stati uniti da un Centroamerica ormai invivibile per il dilagare di povertà, violenza e narcotraffico.

Impossibile scappare o pensare ad altro: anche io, lettore, mi sento partecipe del viaggio di Flaviano, delle incognite e delle molteplici variabili che lui e i suoi compagni di viaggio trovano lungo il percorso. So in anticipo che la sua avventura finirà bene, perché ho già letto il suo libro (recensito in Bottega qui), eppure mi sento parte del suo percorso. Come Flaviano, la mia fortuna è quella di avere un passaporto con su scritto “Unione europea – Repubblica italiana”. Con quello posso andare dove voglio e anche lui, almeno fino a quando non sceglie di spedire il suo documento dall’ufficio postale di Tecún Umán (Guatemala), tra mille ripensamenti, all’amico Jaime, che si trova a Città del Messico. Da quel momento Flaviano non ha più la sua identità e assume quella di Aymar Blanco, peruviano della città amazzonica di Pucallpa. La sua carnagione scura, una maglia del Barcellona con il n.10 di Messi sulla schiena e abiti della peggiore qualità lo trasformano in un migrante a tutti gli effetti. Lì inizia la sua avventura.

“Che ci piaccia o no, l’intera storia dell’umanità non è altro che una continua migrazione”, scrive Flaviano Bianchini. Più volte l’autore pensa ad interrompere il suo viaggio e a dichiarare la sua vera identità, stremato dai viaggi sulla Bestia, da un clima ostile e da una polizia di frontiera spesso collusa con il crimine organizzato che lo tiene ostaggio per giorni insieme ad un gruppo di sventurati compagni di viaggio. Eppure, ogni volta, superata una nuova difficoltà, Flaviano-Aymar, ambientalista e attivista per i diritti umani, redattore di Peacelink e fondatore di Source International, organizzazione internazionale impegnata a difendere le comunità locali dagli abusi delle grandi imprese estrattive, decide di andare avanti. Quando arriverà alla meta, sfinito ed esausto, Flaviano è conscio che nel giro di poco tempo rientrerà in possesso della sua carta di credito, del suo passaporto e diverrà di nuovo un cittadino privilegiato. Per quanto possa essere paradossale, per i veri migranti la vera avventura comincia allora, in un paese ostile, oggi ancora di più nell’era Trump, che ritiene i suoi compagni di viaggio degli irregolari e dei clandestini: “Non hanno nulla di nulla. Non un dollaro, non un vestito decente, forse solo un numero di telefono nascosto da qualche parte nella memoria”.

La graphic novel racconta i 21 giorni di migrazione di Flaviano, certo, ma è anche e soprattutto una cronaca dettagliata delle sofferenze degli indocumentados, costretti a tentare più volte un viaggio inumano fin quando non sono venduti dalle bande criminali alla polizia di frontiera e deportati di nuovo in Centroamerica, da dove ripartiranno non appena ne avranno la possibilità. C’è una barriera reale, il muro della vergogna al confine tra Messico e Stati uniti (denominato Mexican Wall, come se fosse stato il Messico, che peraltro svolge lo stesso lavoro sporco della Libia per fermare i migranti che vogliono raggiungere l’Italia, a volerlo), ma ci sono altre mille barriere, in primo luogo la Bestia, il treno merci che dal Messico si dirige verso nord trasportando “in piena legalità e a basso costo ogni tipo di materiale… ma se uno di quegli esseri umani che viaggiano aggrappati a quel treno non giunge a destinazione non ci sarà nessuno a reclamare”. E poi il business della criminalità, che per trasportare le donne pretende come pedaggio una inevitabile violenza, un territorio dal clima in gran parte inospitale, dalla Cordillera del Hielo al deserto, passando per città quali Tenosique o Ciudad Hidalgo, dove è facile cadere nelle mani di persone sbagliate che lucrano sui migranti per poi venderli ai gruppi di narcotrafficanti.

Come ha scritto Marco Rizzo nella prefazione, “se già sembrano lontani, per certuni, i tragici fatti di questi anni di quelli che alcuni chiamano <<emergenza>> migratoria (come se fosse un temporaneo allarme e non un fenomeno presente dall’alba dei tempi) quando tocca le nostre coste, figurarsi quanto può sembrare distante ad un lettore italiano la tragedia quotidiana di chi viaggia dal Sud e Centro America verso gli Usa. Questo racconto la <<avvicina>> ai nostri occhi, ci immerge nelle storie”. E allora, proprio perché questa graphic novel ci fa addentrare nelle storie dei migranti, andrebbe fatta leggere nelle scuole: da qui potrebbe partire un nuovo percorso collettivo verso una cittadinanza universale in questi tempi bui di caccia al diverso, in Europa come in America latina.

Migrantes. Verso il sogno americano

di Flaviano Bianchini e Giovanni Ballati

Shockdom, 2018

€ 15

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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