Migranti e profughi? Rinchiudiamoli a “casa loro”

Riflessioni di ANGELO MADDALENA: fra i deliri del tipo che è stato in Somalia, «Wop» (a teatro), notizie dall’Europa e Sisifo. Nona puntata dell’«Angelo custode» per il lunedì della bottega

C’è limite al delirio? Forse no. Questa l’ho sentita in Umbria, una settimana fa, da Antonio (nome fittizio) cioè da una persona da cui non mi aspettavo certi discorsi sui migranti: «Non devono venire, io so che le ONG ci mangiano e quindi se dò una moneta a un ragazzo africano lo invoglio a rimanere qui o a far venire altri, non gliela dò la moneta». Dopo un po’ ha aggiunto: «Io negli anni ’90 ero in Somalia come militare», quindi mi fa “una testimonianza” di cooperanti e volontari che erano lì a non far niente. quindi a sperperare denaro pubblico. Poi abbiamo parlato di Ilaria Alpi e lui sembrava sapere molte cose. Mi era sembrato che, dopo questi discorsi, avrei potuto ragionare con lui di migranti, flussi ecc. Invece non solo mi ha propinato i discorsi triti e ritriti sull’invasione ma ha rincarato la dose, parlando dei “famosi” 35 euro al giorno che ogni migrante ci costa (in buona parte sono fondi europei ma il delirio non ammette distinguo e precisazioni), Anzi: non sono 35 euro, bensì 80! «Le spese per la Sanità dove le metti? Se un africano, richiedente asilo o migrante economico o clandestino, chiamalo come vuoi tu, si ammala o si fa male e va all’ospedale, anche quello è un costo». Non si sa come Antonio calcoli che le spese sanitarie per ogni migrante siano circa 50 euro. E’ inutile fargli notare che da poche settimane il nostro ministro della Difesa – a governo scaduto – ha comprato 8 cacciabombardieri F-35 che costano 150 milioni di euro ciascuno. Quella è realtà, e quindi non vale. Vale solo il delirio, la sparata grossa.

Ripenso a uno spettacolo – che da tre anni “inseguo” – della compagnia Ultimo Teatro (Luca e Nina) che si intitola «WOP» (*) e mi mangio le dita perché l’ultima data è stata fatta in Toscana ad aprile e non sono potuto andare. A ‘sto punto invochiamo qualcuno, in Umbria, che compri questo spettacolo: sento la necessità e l’urgenza di vederlo (e farlo vedere). Degli stessi attori ho visto un capolavoro intitolato «Restiamo umani».

Sul bestiario che avanza e dilaga, ha scritto Goffredo Fofi (sul quotidiano «Avvenire»): «siamo rimasti così pochi a provare vergogna» per le bassezze raggiunte recentemente dalla stupidità e dall’alienazione. Sere fa in un bar ho incontrato due tipi, uno umbro, l’altro di Caserta. Il casertano – chiamiamolo Massimo – siccome è stato scambiato per napoletano, ha cominciato a squalificare i napoletani, definendoli «quaqquaraqquà». A qualcuno dei presenti giustamente è venuto da dire: manco lui fosse di Roma o Milano o Bari, mica caserta è così lontana fisicamente e “stilisticamente” da Napoli! Lui, per sostenere la sua tesi ha preso come esempio Saviano, e ha iniziato a spararla grossa: «Saviano ci costa 3 milioni l’anno per le scorte che lo seguono». Gli ho detto che Saviano ha scritto qualcosa di importante in difesa di Sumayla Shoko, il giovane africano sindacalista ammazzato in Calabria. E questo “Massimo” mi ha risposto: «Com’è possibile che uno senza permesso di soggiorno possa fare il sindacalista?». Gli ho fatto notare che Sumayla Shoko aveva un permesso di soggiorno. Massimo ha fatto il gesto di porgermi la mano: se volevo scommettere qualcosa. «Scommetto sì» gli ho risposto. Il compare di Massimo, che conoscevo vagamente, se ne è uscito così: «com’è possibile che un sindacalista abita nelle baracche?». Mi è sembrata una cosa paradossalmente interessante: forse dovrebbe essere il contrario, cioè un sindacalista (ce ne sono forse pochi, magari poco visibili) dovrebbe vivere come vivono gli operai: non dico nella miseria ma almeno nella sobrietà, un po’ come erano Placido Rizzotto e Turiddu Carnevali (**) Ma questo è un altro discorso.

LAMPI DI ORRORE

1 – Salvini è andato a visitare un poliziotto ferito però non ha detto una parola per Sumalya, il sindacalista africano ammazzato in Calabria. Pensavo: forse è sotto ricatto dei suoi elettori e non può permettersi una “debolezza” del genere?

2 – Finalmente un documento che svela e inchioda gli abusi della polizia francese contro i migranti respinti alla frontiera di Ventimiglia. Il documento (di Oxfam) si chiama «Se questa è Europa». (***)

3 – Ora ho capito cosa intendono quelli che dicono “Aiutiamoli a casa loro”. Mi ha illuminato un dato letto oggi su la Repubblica: «25 milioni di euro stanziati per costruire 6 Centri di permanenza dei migranti in Niger». Insomma: “Rinchiudiamoli a casa loro” (o nelle vicinanze). Ci sarebbe da dire qualcosa sullo spostamento delle frontiere sempre più a sud, dalla Libia al Niger. E ci sarebbe da dire che “aiutarli a casa loro” – ammesso che lo si voglia fare – richiederebbe anni o decenni, solo per riparare i danni fatti fin qui. Ma “noi” non vogliamo aiutarli, bensì allontanarli e rinchiuderli: a casa loro o nei “paesi Terzi”. Alcuni paesi dell’Unione Europea (il gruppo di Visegrad) vuole smistare migranti e profughi in Albania, Slovenia ecc. Il delirio continua. Torna attuale Sisifo: portiamo il macigno in cima alla montagna anche se sappiamo che ricadrà e noi lo riporteremo su, all’infinito.

16 giugno 2018

(*) cfr WOP (spettacolo in repertorio) – ULTIMOTEATRO.PRODUZIONIINCIVILI

(**) cfr 21 marzo: XXI giornata in ricordo…, Scor-data: 16 maggio 1955 e 10 marzo: Placido Rizzotto, anniversario travagliato

(***) se questa è europa – Oxfam Italia

QUESTO APPUNTAMENTO: Un “angelo custode” per iniziare bene la settimana?

Mi piace il torrente – di idee, contraddizioni, pensieri, persone, incontri di viaggio, dubbi, autopromozioni, storie, provocazioni – che attraversa gli scritti di Angelo Maddalena. Così gli ho proposto un “lunedì… dell’Angelo” per aprire la settimana bottegarda. Siccome una congiura famiglia-anagrafe-fato gli ha imposto il nome di Angelo mi piace pensare che in qualche modo possa fare l’angelo custode della nuova (laica) settimana. Perciò ci rivediamo qui – scsp: salvo catastrofi sempre possibili – fra 168 ore circa che poi sarebbero 7 giorni. [db]

LA VIGNETTA – scelta dalla “bottega” – è di BENIGNO MOI:

 

Redazione
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