Migrare: “appena” 250 generazioni fa

di Giorgio Chelidonio

DNA “steppico” nelle antiche popolazioni del Mar Egeo:  tracce migratorie euro-mediterranee per almeno 5000 anni
Nella cronaca “migratoria” di questi giorni mi ha colpito l’arrivo (
1) di 35 afgani (fra cui 9 donne e 12 bambini) su una barca a vela, intercettata dalla Guardia di Finanza a 10 miglia dalla costa garganica di Vieste. Ho appreso questa notizia mentre, in parallelo, stavo leggendo la recensione di un nuovo studio (2) sul DNA fossile rilevato da sepolture, databili fra 5000 e 4500 anni fa circa, rinvenute in alcuni siti greci, sparsi fra l’Eubea, l’isola cicladica di Koufonisi e un riparo sottoroccia a Kefala Petras (Creta): il genoma delle popolazioni egee dell’antica età de Bronzo fu plasmato da una migrazione proveniente dall’Egeo orientale e connessa ad antenati provenienti dal Caucaso.
Armatomi di una paziente curiosità ho provato a: assemblare la traduzione, rielaborandola e limandone alcuni “punti morti” per integrarla con l’abstract tratto dal suddetto studio.
Il tempo che separa le 35 “storie” di quella barca è davvero, evolutivamente, breve: appena 250 generazioni, un
niente come narrazione per una specie, la nostra, che sta migrando da almeno 15.000 «vite genetiche»: misura derivata dai 300.000 anni fa a cui è stato recentemente ri-datato il cranio di Jebel Irhoud (3). Quest’ultimo, trovato in una grotta in Marocco, è, ad oggi, il più antico resto fossile attribuibile a Homo sapiens.
Anche se “evolutivamente brevissima”, la storia del DNA steppico nascosto nelle ossa di 4 sepolture sparse fra la Grecia continentale e quella cicladica necessita, per essere narrata, di uno scenario: quello delle culture “palaziali” cicladica
(4), minoica (5) ed elladica (6) che coincisero con l’età del Bronzo della Grecia. Urbanizzazione, complessità sociale, artigianati specifici e le prime forme di scrittura furono gli elementi innovativi che hanno caratterizzato quel periodo.
Questa ricerca paleo-genomica analizza l’intero genoma fossile di 4 sepolture riferibili all’antica età del Bronzo (iniziata 5200 anni fa circa) più altre 2 databili al cosiddetto “periodo elladico” (media età del Bronzo, 4600-4000 anni fa circa) oltre al Dna mitocondriale (quello che si trasmette in linea materna)
(7) contenuto in altri 11 resti scheletrici selezionati fra quelli riferibili alle suddette fasi culturali egee. I genomi datati al Bronzo antico sono omogenei e derivano prevalentemente da antenati che si diffusero nel Mar Egeo già nel Neolitico antico (8). A questo proposito, il DNA prevalente nella popolazione della Sardegna risale ad una “migrazione marittima” di agricoltori-pastori avvenuta circa 8000 anni fa (Krause, Trappe, 2020, pag. 114).
Tornando alle popolazioni egee dell’antica età del Bronzo, il loro genoma fu plasmato da una migrazione, su scala relativamente piccola, proveniente dall’Egeo orientale, come ha rivelato l’analisi del loro DNA connesso ad antenati provenienti dal Caucaso.
Diversamente il DNA analizzato dai resti di sepolture (in siti della Grecia settentrionale) riferibili alla media età del Bronzo differisce da quello rilevato in sepolture databili alla media età del Bronzo (4600-4000 anni fa circa): nel 50% il DNA deriva da antenati provenienti dalle steppe pontico-caspiche (area compresa fra il Danubio, gli Urali e i territori posti a nord del Mar Nero)
(9), il cui flusso ha contribuito a plasmare i genomi dei greci odierni.
Ciò suggerisce che lo sviluppo dei centri urbani, l’uso di metalli e il commercio intensivo (già sviluppatosi durante la transizione dal Neolitico all’età del Bronzo) non siano state connesse solo a massivi flussi migratori dall’est dell’Egeo (come si pensava prima) ma anche dalla continuità culturale dei gruppi neolitici locali.
Queste potenziali “ondate migratorie” sono tutte precedenti alle prima forme scritte in greco, avvalorando perciò le teorie secondo cui il ceppo linguistico proto-greco, come quello delle lingue indoeuropee, si sarebbe evoluto in Anatolia o nella regione steppica del Mar Caspio.
Gli autori della ricerca – elaborata nell’ambito del progetto “Population Genomics Group” presso il CNAG-CRG. (“
Centre for Genomic Regulation”/Università di Mainz) – ritengono di aver individuato confronti demo-statistici sufficientemente affidabili, anche rispetto ai naturali processi di degradazione del DNA e ai rischi da contaminazioni recenti. Il tutto applicando metodi analitici basati su tecnologie di “intelligenza artificiale”.
L’insieme conferma che l’incremento di scambi economici e culturali sviluppatosi durante il suddetto periodo abbia posto le basi degli stessi sistemi economici moderni compreso il capitalismo, i trattati politici a lunga distanza e persino l’economia globalizzata.
Gli autori concludono auspicando che prossimi studi possano realizzare indagini paleo-genomiche fra il Mesolitico e l’età del Bronzo in Armenia (
10) e nel Caucaso: ciò permetterebbe di far emergere ulteriori dati sugli antichi flussi migratori orientati verso l’Egeo, permettendo di integrare anche i dati archeo-genomici con quelli paleo-linguistici.
Tutto chiaro? Forse, ma se volete cimentarvi a capirne di più, suggerisco di immergervi nelle 300 pagine della “
Storia dell’umanità per gente che va di fretta”.

LINKS

  1. https://www.ansa.it/puglia/notizie/2021/05/03/migranti35-sbarcano-su-coste-garganogiunti-in-barca-a-vela_37687996-684f-406a-aedd-46128d94694e.html
  2. https://www.sciencedaily.com/releases/2021/05/210505102025.htm
  3. https://www.nature.com/articles/nature22336
  4. Da 5200 a 3100 anni fa circa;
  5. da 4700 a 3450 anni fa circa;
  6. cioè micenea, da 3600 a 3100 anni fa circa;
  7. https://it.wikipedia.org/wiki/DNA_mitocondriale
  8. già dal IX millennio a.C. gruppi di proto-agricoltori avevano iniziato a colonizzare l’isola di Cipro.
  9. Anche nel Veneto pare possibile individuare una qualche traccia (almeno nella tipologia dei manufatti ceramici) di riflessi culturali connessi a popolazioni vissute, durante l’età del Bronzo, nelle suddette steppe pontico-caspiche: fra i materiali della prima fase del sito di Canàr (Castelnuovo Bariano/RO), riferibile “ad un momento avanzato della antica età del Bronzo” (De Marinis et alii, 2015), è stato trovato vasellame stilisticamente simile a quello della “cultura di Wieselburg/Gáta” (2000-1600 a.C. circa) i cui siti sono sparsi nei territori a sud del Danubio posti fra l’Austria orientale e l’Ungheria occidentale (Aspöck, Banerjea, 2016). Occorre però notare che, fra il Veneto e la Lombardia occidentale, l’antica età del Bronzo è datata solo dalla metà del XXI secolo a.C. (Cupitò, Leonardi , 2015), una cronologia ben più tarda dei dati paleo-genomici sopra citati per l’antica età del Bronzo egea.
  10. In Armenia una prima fase dell’età del Bronzo è rappresentata dalla cultura Kura-Araxes (4000-2200 a.C. circa). Le sue prime tracce sono state trovate nella pianura posta a Sud del Monte Ararat; di lì si diffuse in Georgia nel 3000 a.C. circa, diffondendosi verso ovest e Sud-Est, vicino ai bacini lacustri Urmia e Van, https://en.wikipedia.org/wiki/Prehistoric_Armenia

Testi citati:

  • Aspöck E., Banerjea R.Y., 2016: Formation processes of a reopened early Bronze Age inhumation grave in Austria: The soil thin section analyses, in “Journal of Archaeological Science: Reports”, n. 10, pp. 791-809.
  • Cupitò M., Leonardi G., 2015: Il Veneto tra Bronzo antico e Bronzo recente. in “Preistoria e Protostoria del Veneto” a cura di G. Leonardi e V. Tiné, Atti della XLVIII Riunione dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Padova 5-9 novembre 2013, pp.201-240.
  • De Marinis R.C. et alii, 2015: L’abitato dell’antica Età del bronzo di Canàr (Castelnovo Bariano, Rovigo), in “Preistoria e Protostoria del Veneto” a cura di G. Leonardi e V. Tiné, Atti della XLVIII Riunione dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Padova 5-9 novembre 2013, pp. 279-288.
  • Florian F., et alii: 2021: The genomic history of the Aegean palatial civilizationsIn “Cell”, n. 184, pp. 1-22. DOI: 10.1016/j.cell.2021.03.039
  • Krause J., Trappe T., 2020: Storia dell’umanità per gente che va di fretta, Il Saggiatore srl, Milano.
  • Manning S.W. et alii, 2010: The earlier Neolithic in Cyprus: recognition and dating of a “Pre-Pottery Neolithic A” occupation, in “Antiquity”, vol. 84, n. 325, pp. 693-706, Cambridge University Press.

Altra citazione > https://www.sciencedaily.com/releases/2021/05/210505102025.htm

 

Giorgio Chelidonio

Un commento

  • bruno vitale

    l’ultimo numero di Scientific American – mai 2021 – pubblica un articolo su ‘Viaggio nelle Americhe: Scoperte genetiche ed archeologiche raccontano una storia nuova su come i continenti furono popolati’ (in inglese)

    “… i primi Homo sapiens, quando penetrarono nelle Americhe , entrarono in un mondo dove nessun membro della famiglia umana era mai stato prima. I processi attraverso i quali essi esplorarono, popolarono e si adattarono ai molti differenti ecosistemi incontrati è una grandiosa saga, che creò le ricche e complesse storie di migliaia di differenti nazioni e comunità”

    Le ‘ricche e complesse storie’ che ci racconta giorgio chelidonio implicano invece possibili invasioni, espulsioni, massacri – o integrazioni etniche, genetiche, di lingue, di miti, di ‘visioni del mondo’; insieme alle ‘ricche e complesse storie’, ben diverse, di Scientific American, siamo meglio preparati ad affrontare le migrazioni ‘di oggi’ ?

    io penso di no

    le ‘storie di oggi’ sono certamente associabili alle ‘storie di ieri’, ma solo se queste ultime sono lette con la massima prudenza, perchè descritte – nelle genesi, cause, sviluppo – nel quadro interpretativo dell’epoca in cui i ‘fatti storici’ si sono svolti e, in genere, dai vincitori [delle ragioni per cui gli Elveti abbandonarono i loro villaggi, distrussero le loro case, bruciarono il loro raccolto per andare a conquistare la Gallia (decisione mortale per loro, nel 58 prima di cristo) , sappiamo solo quello che ce ne racconta Cesare (che li ha distrutti); dagli Elveti, neppure un soffio ; è questa una ‘storia di ieri’? ]

    la ‘storia’ dell’espulsione dei palestinesi dalla loro terra di oggi, può essere raccontata nel quadro della ‘storia di ieri’ della antica emigrazione della ‘nazione ebrea’ come conseguenza di un opportuno ‘dono del dio’, e di tutti i massacri che ne han seguito; ma questa emigrazione di oggi, con i suoi massacri ed espulsioni, è ben concretamente associabile alla nascita sionista del ’48 ed al cinismo delle potenze del Consiglio di sicurezza dell’ONU; altro che mitologia e conoscenza del passato!

    ma la ‘storia di oggi’ è soprattutto nel ‘presente di oggi’: e va descritta nelle categorie di oggi:

    storia dell’imperalismo europeo, dell’esclavagismo negli Stati Uniti e nel Sud America, e delle guerre coloniali che hanno preceduto e seguito la seconda guerra mondiale, per restare i padroni nel mondo

    è nel mondo di oggi, senza bende mitiche o culturali sugli occhi, che dobbiamo imparare – quando e se ci riusciamo – a chiarirci l’infernale confusione del presente, senza pescare alibi nel passato e nella ‘storia’ alla nostra passività ed inerzia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *