Migrazioni, catastrofi e bugie

Gian Marco Martignoni ragiona sul quaderno «L’aria che tira sul pianeta» (*)

La falsa narrazione delle destre reazionarie, xenofobe e razziste opera quotidianamente con l’indice puntato contro i migranti, agitando i pericoli e le paure derivanti dal rischio (presunto) dell’invasione di orde di barbari, che minaccerebbero l’ordine e il benessere acquisito di quanti non vorrebbero essere disturbati nel loro orizzonte consumistico e predatorio di quelle risorse del pianeta esclusivamente a loro disposizione . E’ stato il filosofo della scienza Bruno Latour nel saggio «Tracciare la rotta» a demistificare questa falsa narrazione, evidenziando come dietro il mito della globalizzazione “univoca” si celi in realtà un pericoloso negazionismo, che occulta per una serie di ragioni di ordine economico, energetico e militare i rischi globali derivanti dai cambiamenti climatici e dagli “eventi estremi”. Il pensiero lungimirante di Latour, che merita senz’altro un approfondimento specifico, è stato ripreso con forza da Mario Agostinelli, il quale – dopo aver pubblicato con Debora Rizzuto il libro «Il mondo dei quanti» (**) – ha ora raccolto nel quaderno «L’aria che tira sul pianeta» una serie di riflessioni su clima e migrazioni, volte a inquadrare le problematiche globali, ma anche a disegnare una possibile alternativa alla distruttività intrinseca del modo di produzione capitalistico.

Mario Agostinelli è un chimico-fisico, approdato come primo impiego all’Euratom di Ispra, che con la moglie Bruna ha dato poi un un contributo formidabile a elaborare nella provincia di Varese l’ esperienza delle 150 ore .Un’esperienza, quella degli studenti-lavoratori, figlia di una grande conquista contrattuale dei primi anni ’70, che ha permesso di alfabetizzare in modo non tradizionale intere generazioni di lavoratori e lavoratrici che non avevano conseguito il titolo della terza media. Successivamente Agostinelli è diventato prima segretario regionale della categoria dei tessili della Lombardia e poi segretario regionale della Cgil, conducendo da quel ruolo di direzione la prima battaglia di massa contro i pericoli individuati nel pernicioso secessionismo della Lega Nord. Ha poi compiuto un’esperienza politica come consigliere regionale, eletto nella lista Un altra Lombardia, che lo ha visto in prima fila come protagonista e portavoce dei tanti “conflitti ambientali” (e non solo) a livello territoriale. Ora, come portavoce per il «Contratto mondiale per il clima e l’energia» ha a cuore le sorti delle nuove e future generazioni, unitamente all’abitabilità del pianeta . Pertanto, facendo tesoro dell’eccezionale contributo che l’enciclica «Laudato Si» ha fornito rispetto allo stretto legame fra la giustizia sociale e quella climatica, ritiene che seppure «la battaglia è impari» una rinnovata sinistra può ripartire: ma solo riacquisendo una visione alternativa del pianeta e, soprattutto, rimettendo in campo una soggettività militante e solidale. Centralità della dimensione locale e del concetto di “terrestre”, necessità di una impronta ecologica sufficiente e sobria delle comunità locali, mutazione degli stili di vita, disarmo nucleare, sviluppo delle energie rinnovabili ed efficienza energetica: questi sono i filoni di lavoro indicati da Agostinelli per delineare gli scenari futuri e contribuire drasticamente a ridurre le emissioni di anidride carbonica

(*) «L’aria che tira sul pianeta»

(**) «Il mondo al tempo dei quanti»

Redazione
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