Ministri o «bombolette»? Tre suicidi in carcere a Modena…

più due a Paola

Un esposto di Vito Totire alla Procura della Repubblica di Modena

Dopo l’ennesima strage di Modene e non solo (*)
Non sono carceri ma camere mortuarie.
Il ministro Nordio si dimetta e quantomeno risponda di «omissione colposa (con prevenzione) di misure di sicurezza».
Inutile tergiversare: il carcere è colpevole.


Esposto alla Procura della Repubblica di Modena
Dopo una certa quantità di dichiarazioni di intenti nel corso del 2024 torna prepotente in evidenza la condizione carceraria italiana sempre più drammatica e ingravescente.
Le carceri sono ormai “camere mortuarie”; tre morti a Modena in pochi giorni ripropongono la inadeguatezza dei luoghi in cui si gestisce la privazione della libertà e l’ancora più drammatica inadeguatezza dei “metodi” utilizzati (in verità inesistenti) per garantire percorsi di risocializzazione: quei percorsi che sono necessari perché la privazione della libertà sia gestita secondo l’imperativo categorico indicato dalla Costituzione repubblicana.
Fin qua non abbiamo detto niente di nuovo; uno dei problemi è che sul tema parlano in molti (quelli che hanno accesso ai cosiddetti “mezzi di informazione”) però non si fanno passi avanti.
Veniamo a Modena :
• Da troppo tempo sosteniamo che le strategie per la prevenzione del suicidio in carcere sono inadeguate : siamo rimasti vox clamans in deserto
• Esiste un filone delle scienze mediche e psicologiche che si chiama “suicidologia” ma nelle carceri le condotte e le scelte quotidiane sono pro-suicidarie cioè facilitano il passaggio all’atto (il cosiddetto «insano gesto… come se fosse “sano” il carcere)
• Su uno degli ultimi eventi del carcere di Modena il portavoce di un sindacato della polizia penitenziaria ha escluso la tossicodipendenza e ha “spiegato “il gesto come connesso ad altra causa; la polizia penitenziaria ha accesso alla cartella clinica e/o si avventura sulla diagnosi eziologica dell’evento ? Ne parleremo in altra occasione ma qui piantiamo in seme: un’altra “polizia penitenziaria” è possibile…
Due dei tre recenti “casi” di morte a Modena paiono collegati all’uso delle bombolette di gas butano
• Ci pare di conoscere la ratio della disponibilità delle bombolette; non si tratta di una condotta “liberale” della lugubre istituzione totale carceraria. Pensiamo infatti a veti e divieti assurdi su oggetti ed alimenti che «non possono entrare» e stiamo raccogliendo una lista di questi divieti assurdi. Un solo esempio: certi biscotti al cioccolato “entrano” in un carcere e in un altro no. Dunque la «bomboletta»: la disponibilità risponde a una prassi opportunista e colpevole dell’organizzazione penitenziaria; un tentativo di tamponare le lacune del regime alimentare che è troppo spesso inadeguato e persino patogeno. Fra i diritti fondamentali della persona privata della libertà l’ONU indicò (più di cinquanta anni fa) la presenza di refettori che nelle carceri italiane sono pressocché inesistenti). Oltre a tamponare le lacune del regime alimentare gli effetti della “libera” circolazione della bombolette sconfina e si sovrappone con gli effetti della overdose di psicofarmaci sull’appropriatezza del cui uso le Usl, a nostro avviso, devono fare un monitoraggio ben più rigoroso di quello che fanno oggi e constatiamo che i rapporti semestrali delle USL (se e dove vengono fatti) risultano meno informativi delle relazioni di «Antigone». Quest’ultima è una associazione meritoria ma non ha poteri di controllo e di indirizzo.

Ovvio che gli effetti del gas entrano in sinergia negativa con l’overdose di psicofarmaci ; “il carcere” non lo capisce? il ministro Nordio ha riflettuto sul tema?
• Un magistrato di sorveglianza (di una altra regione) tempo fa ha sostenuto che la persone private della libertà non possono rivendicare, fra i servizi, persino l’acqua calda: “perché il carcere non è un albergo”. Dovremmo dedurre che è un campeggio? le bombolette sono infatti in dotazione nei camping, abitualmente. E’ pur vero che
non tutti i giudici di sorveglianza la pensano alla stessa maniera… sull’acqua calda ma dobbiamo prendere atto che nel cuore dell’istituzione totale carceraria c’è un
profondo stato confusionale rispetto alla propria identità; basta scorrere l’ormai famoso calendario di una polizia penitenziaria (**) armata fino ai denti …
• Torniamo a Modena e alle “bombolette”: il tema è stato sfiorato pilatescamente persino dai cosiddetti garanti con frasi del tipo
«bombolette, il cui uso è consentito». E anche per uno degli eventi recentissimi del carcere di Modena qualcuno ha scritto
«una bomboletta legittimamente detenuta». Ma chi usa questi temini è fuori dal
mondo
• La bomboletta risulta, dai dati epidemiologici, il secondo mezzo suicidario per frequenza dopo l’impiccagione
• Le bombolette – dicono gli ultimi rapporti semestrali della Ausl di Bologna – rappresentano un rischio (incendio, esplosione ecc) e devono essere sostituite da fornelli elettrici (vedi il nostro commento pubblicato su «VOCI DI DENTRO», rivista diretta da Francesco Lopiccolo, del febbraio 2024)
• Quante Ausl italiane hanno espresso questo orientamento sulle bombolette ? Non siamo in grado di saperlo, visto che alcune Ausl alla richiesta di copia dei rapporti semestrali non rispondono
• Significativi esponenti della magistratura di Modena hanno potuto leggere le
argomentazioni circa la necessità di evitare la disponibilità di questo mezzo potenzialmente (ma palesemente) mortifero; in particolare hanno avuto occasione di acquisire osservazione nel corso dell’opposizione alla proposta di archiviazione per un decesso verificatosi nel carcere di Modena … Ala fine questa proposta di archiviazione sarà accolta, nonostante gli ultimi morti?
• La nostra esperienza ultradecennale ci dice che la disponibilità del mezzo non causa il suicidio (o la morte per uso cosiddetto “voluttuario”) MA FACILITA IL PASSAGGIO ALL’ATTO
• Dunque in un universo concentrazionario, come la prigione, percorso da disperazione, da gravi depressioni reattive, da condotte tossicofile e da rabbia (anche questa reattiva) LA PIENA DISPONIBILITA’ DELLE BOMBOLETTE DI
GAS BUTANO SI CONFIGURA COME OMISSIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE PRIMARIA DI CUI DEVE RISPONDERE IL PRIMA PERSONA IL MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA, CARLO NORDIO


RIPETIAMO: la prevenzione del suicidio è pratica complessa e non coincide con l’evitamento dell’accesso al mezzo ma nessuno riterrebbe accettabile vendere corde o lenzuola presso lo spaccio del carcere
• La prevenzione dei suicidi richiede un approccio sistemico, richiede la capacità di presa in carico delle persone a rischio, richiede il superamento delle tante condizioni di inutile distress procurato a persone private della libertà con norme e condotte custodialistiche assurde. Tutto questo è purtroppo una chimera ma non deve portare a fornire il “nodo scorsoio” alla persona a rischio
• Apprendiamo che due parlamentati modenesi hanno rivolto una interrogazione al governo; risponderà il ministro Nordio sulla stessa lunghezza d’onda usata per la morte di Matteo Concetti nel carcere di Ancona?
• Questi ultimi decessi a Modena ci inducono a riflettere sugli eventi del 2020 descritti dalla stampa col termine roboante di “rivolta” (***) ; fu una condotta disperata e reattiva indotta da condizioni carcerarie micidiali
• La vera rivolta è quella morale contro un regime di vita penitenziario disumano inaccettabile e antocostituzionale
• A noi pare che il ministro Nordio, per gli ultimi eventi di Modena, debba essere indagato per il reato di «omissione colposa – con previsione -di misure di prevenzione».


Vito Totire è medico psichiatra, portavoce del «centro Francesco Lorusso»

(*) https://www.unita.it/2025/01/09/mattatoio-carceri-5-detenuti-si-sono-tolti-la-vita-nel-2025-altri-due-a-modena-e-paola/ . Cpome nota «L’unità» il 2025 si preannuncia persino peggiore dell’anno scorso, quando in media è morto per suicidio un prigioniero ogni quattro giorni. Vale aggiungere che, di regola,se le persone decedute sono italiane riusciamo a conoscere i nomi (come per Andrea Paltrinieri, uccisosi a Modena) ma se sono marocchini – o macedoni – neppure sappiamo cone si chiamavano.

(**) un calendario che ignora ogni proposito di “rieducazione” e si diletta di “Rambo”, cme si può vedere nell’immagine qui sotto.

(**) in “bottega” ne abbiamo scritto più volte. Per esempio: Marzo 2020: nel carcere di Modena fu rivolta? O cosa?, Morire di carcere: Sasà, Hafedh e gli altri (parte terza), Strage di Modena: il rischio di un colpo di spugna, La strage del carcere di Modena …, Strage del Sant’Anna di Modena: noi non archiviamo

 

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