«Missions»

Bianca Menichelli vi consiglia di recuperare l’intera serie su Raiplay.it. A seguire altre due segnalazioni dalle parti della fantascienza.

Che cosa lega un serie televisiva francese alle riflessioni che quotidianamente ci si trova a fare al tempo del co(lera)vid19?

Si intitola «Missions»: pronuncia francese, per favore. E si compone di due sole stagioni (2017/2019); il virus probabilmente ha colpito anche lì.

La trama è fra le più ripassate dal Big Bang a oggi; chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo; la Vita, l’Universo e tutto quanto.

Le risposte degli sceneggiatori chiamano in causa tutto il substrato del nostro essere una specie senziente, intrisa di violenza, di sopraffazioni, di volontà di possesso e di comando, di ossessione per il predominio economico e intellettuale, oltre chè… dotata del pollice opponibile e del libero arbitrio. Nessuna remissione dei debiti.

Questo per il “chi siamo”. Per il “da dove veniamo” ci sono diversi rompicapo, tutti fascinosi e con richiami a miti, saghe, leggende, letteratura di genere e suggestive spiegazioni scientifiche.

Con il “dove andiamo” si entra nel magico mondo di possibilità le più lontane dal ragionamento cartesiano (ah, questi francesi!). Per i cultori della speculative fiction sono come un cestino di caramelle da gustare con calma e voluttà per succhiarne fino all’ultima scaglia tutto il contenuto.

Alla fine della seconda stagione (in totale 20 episodi di 20 minuti circa ciascuno) si resta con l’ansia di non sapere più cosa avrebbe riservato il futuro e quali missions sarebbero state intraprese.

Esattamente quello che si respira in questo periodo.

Diciamocelo, è sempre stato così: d’altra parte chi vivrebbe tranquillo se conoscesse il momento della propria morte?

In questo momento tuttavia c’è più consapevolezza e molte persone si sentono frustrate per non avere saputo o potuto cogliere le opportunità per rovesciare le carte in tavola. Perché? Ma perché, suvvia, siamo una specie che sa come ci si auto-distrugge ma non come ci si salva… pur potendolo fare.

Forse non è mai troppo tardi, ma forse è troppo tardi.

Significativa, a questo proposito, la presentazione dei titoli di testa, di estremo fascino visivo. Anche i riferimenti ai poemi omerici sono il filo d’Arianna che ci guida attraverso il labirinto della nostra (detestabile?) umanità.

Non meno importanti la sobrietà dei dialoghi e il profilo dei personaggi in evidente ricerca d’autore, come uno specchio che ci riflette.

Qualsiasi riferimento a persone e cose esistenti è assolutamente pertinente.

Buona visione su raiplay.it.

A proposito, cosa si sa ad oggi della materia oscura? E’ forse da ricercare nella specie umana?

PRIMA SEGNALAZIONE: W l’audio (con il book)

A volte tornano… Ecco un msg di Samuele Mazzotti (tre suoi racconti in “bottega” fra 2014 e 2015) che volentieri vi incollo pari-pari.

«… Alcuni giorni fa, mi hanno comunicato di aver vinto il concorso letterario “Nello Spazio” indetto da Podcastory un canale che produce audiobook.  Il mio racconto Un Diverso Punto di Osservazione è stato trasformato in un audiobook. Lo puoi ascoltare a questo indirizzo totalmente gratuito: https://open.spotify.com/episode/01agsPsWENlEP49wSBEq9h. Dura 6 minuti ma si sa che il tempo vola… ».

SECONDA SEGNALAZIONE: W Cina (con l’h)

Di nuovo disponibile (da Fanucci) «Perdido Street Station» di China Mieville. Ci sarà un motivo se questo romanzo continua a esaurirsi, a essere ripubblicato, a ri-esaurirsi… In “bottega” lo abbiamo raccomandato così: Torna in libreria «Perdido Street Station» di China Miéville ma buttate un occhio – meglio se è il terzo – anche su altri due articoli:  Il futuro è made in China (Mieville) e su China Miéville, urbanista forse alieno (toh: è di Bianca Menichelli).

 

Redazione
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