Mohdena: un dialogo “rubato” nelle stanze del potere

Fra zecche, polizie, Pd, manganelli, case occupate e magistra-dura

di Wqrtuy (*)

Mohdena, alba del 9 febbraio 2017: sono arrivate 14 denunce a compagne/i del collettivo Guernica (**) e dintorni… più una per un poliziotto; quest’ultimo l’11 maggio dello scorso anno ha ferito in modo molto grave una giovane compagna, ma le misure cautelari riguardano solo 10 guernicare/i… stavo per scrivere «10 di noi» anche se io, Wqrtuy non c’entro materialmente.

Quel giorno di primavera 2016, la procura mohdenese fece sgomberare 2 palazzi dove erano entrate famiglie in stato di necessità, appoggiate dallo sportello La Rage del Guernica. Già che c’erano le forze dette dell’ordine decisero di sgomberare anche 2 spazi occupati lì vicino, cioè l’ex deposito carcerario autogestito e la palestra popolare.

Obiettivo era riportare le famiglie occupanti verso la subordinazione istituzionale, l’infinita, umiliante e inutile spola ai servizi sociali ma anche tentare la distruzione definitiva dell’esperienza pluriennale del collettivo Guernica.

Chiarito questo ecco un «dialogo» rubato nelle stanze del potere. Mi piacerebbe dire che arriva dal “controspionaggio proletario” e che anche noi – compagne/i di Mohdena – abbiamo le cimici (non laviamo i materassi?). Devo però confessare che invece si tratta di un dialogo immaginario (***) quanto verosimile… Dunque non è avvenuto – ma potrebbe – nel momento di avvicendamento tra il vecchio e il nuovo prefetto/perfetto.

ZECCHE

Nei piani alti del potere – quello tecnico, non quello vero – si commenta il pestaggio del giovane davanti a un locale (****): «finalmente qualcuno che ci toglie lavoro da fare in questa città di merda. Vogliono fare i fricchettoni: e che si becchino una scarica di mazzate, ‘sti fetenti».

Le donne e gli uomini presenti nella stanza ridono. Una di loro incerta commenta: «ma anche quelli sono fenomeni da contenere». La risposta: «hai detto bene, da contenere, ma lasciamo che si sviluppino prima». Risate.

Lui” è contento di indossare gli stivali militari, anche quando non servono. Gli piace essere minaccioso. Gli sembra di portare in giro un tallone di ferro con cui può schiacciare le zecche rosse.

Lui” pensa al Guernica e parte: «si sono scelti un bel nome quelli, fa capire la fine che faranno. Se non fosse stato per quel cretino che abbiamo denunciato, adesso li avremmo sgominati. Stava andando tutto per il meglio quando un agente si è fatto prendere la mano, facendo quello che bisogna fare … ma in altri contesti. Si può manganellare una ragazzina davanti a fotografi e telefonini spianati? Possibile che la Polizia di Stato sia meno capace dei vigili urbani di questa città? In via Bonacorsa (*****) alla prima occupazione si sono inventati tutto perché non c’erano testimoni e questo imbecille si lascia riprendere con il manganello a rovescio in primo piano? Se almeno avesse avuto il casco potevo depistare, dire che non si capiva chi era il militare che autore di quell’atto “deprecabile” – ride – o usare il metodo Val Susa, sapete no di cosa parlo? – ridono tutte/i – ma a viso scoperto non si fa. Ne dovevamo arrestare un po’, quello era l’obiettivo: ma il video con sta’ zecca ferita era già partito.

Allora mentre aspettiamo il sindaco, vi racconto. Avevamo previsto tutto: le zecche del Guernica avevano fatto il passo più lungo della gamba, occupando una ex caserma, vi rendete conto? In centro città: ci facevano vivere negri, nordafricani, qualche meridionale …. magari compaesani di qualcuno di noi. Anche loro zecche schifose, sia chiaro. Facevano “serate culturali”, ma ci pensate? Addirittura hanno parlato del cambiamento climatico. Gliela diamo noi la catastrofe. Quel giorno dovevamo dimostrare la nostra potenza: blocco di un intero quartiere, agenti in antisommossa che controllavano i documenti, un po’ di Val Susa in città insomma, un revival degli anni buoni, quando anche qui finivano nelle caserme a farsi dare un poco di olio per far girare meglio i legamenti! – ride. Dovevamo forzare ma tanto a Mohdena siamo coperti, i nostri metodi piacciono, ne hanno bisogno. I palazzi da sgomberare erano due, uno in via Sant’Eufemia e l’altro nella citata via Bonacorsa, che è la parallela successiva. Il fatto è che molto vicino all’ingresso di via Sant’Eufemia è situata l’università di lettere. E allora quell’11 maggio con un foglietto stampato in ufficio abbiamo chiuso l’università: non è legale, ma mica potevamo rischiare che arrivassero altre zecche con i libri in mano, mi capite? Così l’università ci dà una mano: avvisa in mattinata gli studenti che le lezioni sono sospese fino al pomeriggio. Mi piacciono quando anche quelli diventano ubbidienti. E infatti nessuno ha fatto querela. Insomma: li dovevamo provocare, perché era chiaro che avremmo sgomberato tutto. Il bello è che le altre strutture occupate si trovano nella strada che collega le due strade di cui vi parlavo prima, cioè in via Carteria; quindi per sgomberare i due palazzi possiamo sfrattare anche il cosiddetto “intrattenimento” e una palestra, pensate. E le zecche non potranno andare neppure nel locale che hanno legalmente affittato: perché non li facciamo passare neppure per quello. E’ un piccolo abuso di potere, proprio per quello dovevano reagire: ma si cacano addosso, non si muovono. Sì, facevano i video ma avremmo smontato tutto a tempo debito, tanto i giornalisti sono abbastanza addomesticati da sostenerci sempre e comunque. Io pensavo: perché non attaccano, porca puttana? Per le famiglie, per i 30 bambini, per paura? Abbiamo fatto passare quasi tutta la mattina, facendo in modo che le famiglie occupanti non avessero contatto con le zecche. Decidiamo di scaricare agli assistenti sociali e al centro stranieri. Mi viene un’idea: perché quelli si parlano, sono amici degli occupanti e vengono avvisati che le famiglie arrivano al centro di quartiere, in piazza Redecocca: è chiaro che lì si può fare il sacco! Mandiamo un ordine che… deve essere assurdo se si vuole provocare: dico agli agenti di chiudere gli uffici pubblici a quelli che solidarizzano con gli occupanti. “E come li riconosciamo” chiedono gli agenti? “Quelli arrivano in gruppo” rispondo io. E infatti abbiamo cucito anche una bella accusa di corteo non autorizzato, senza il preavviso di tre giorni – scoppia in una lunga risata – tanto la magistra/dura di qua fanno passare tutto!

Finalmente alcuni si ribellano, vogliono tenere compagnia alle famiglie, ai bambini e trovano assurdo che un ufficio pubblico sia chiuso… al pubblico – sogghigna – così fanno l’errore che aspettavamo: cominciano a spingere. Se non fosse per quel cretino che si è fatto riprendere ora le zecche starebbero tutte in gattabuia. Quell’imbecille: ma si può applicare in un contesto di quel tipo una cosa che ti è stato insegnato a fare quando ci sono scontri di piazza con gente con caschi e scudi? Se ti trovi gente disarmata con una scala in salita, basta che usi il manganello normalmente e ottieni lo scopo, stando attento a chi prendi, porco cane! Siamo riusciti a incastrare solo un ragazzo per minacce. Neppure per l’ambulanza bloccata hanno reagito…».

Un paio chiedono: «come è finita?».

Lui” . «Abbiamo passato tutto in mano alla magistra/dura».

Una voce insinuante: «Quindi è finita male… poliziotti che picchiano, uffici pubblici chiusi arbitrariamente?».

Lui” ridacchia: «Macchè. Ne abbiamo incastrati 14. Qui la magistra/dura è la miglior cosa; sono persone di sinistra, si definiscono antifascisti, pensate un po’ … Due ragazze verranno denunciate per – declama scandendo bene le parole – con-cor-so mo-ra-le! Certi magistrati “di sinistra” ogni volta che spuntano fuori soggetti che li criticano per le loro incoerenze diventano furibondi e sono disposti a tutto pur di farli fuori. La magistrata inquirente dirà che non c’entra nulla con la libertà di manifestare il proprio pensiero, vedrete. Certe toghe sono peggio di noi, ma più… sofisticati. Sanno usare i linguaggi dei ribelli e ribaltarli contro di loro. Sono tagliagole. Noi facciamo il lavoro sporco ma loro ci offrono sempre tutte le giustificazioni. Pensate, abbiamo appena vietato un corteo operaio… Vietare un corteo operaio a Mohdena? E crede che qualcuno si sia lamentato? Sindacalisti? Ma se lo gestiscono loro il potere qui».

Un paio di voci: «Davvero nessuna lamentela?»… «Veramente avete vietato un corteo operaio?»… «E il sindaco?».

Lui gongola: «Il sindaco, un bravo ex comunista, ha detto che “abbiamo lavorato bene” – ride e molti si uniscono a lui. – Sì, le solite minchiate delle minoranze della Fiom, ovviamente il Guernica, gli anarchici e qualche intellettuale. Gente che non conta un fico secco, parliamoci chiaro. Tutti quelli che a Mohdena contano se ne stanno zitti oppure plaudono le forze dell’ordine. Secondo voi gente che ha governato e fatto il bello e il cattivo tempo in questa città dormitorio potrebbe permettere a un sindacato di base, il SiCobas, di andare a toccare gli interessi di quelle persone rispettabili – storpia la parola – che finanziano le loro campagne elettorali? E secondo voi, il potente mondo delle cooperative si lascia mettere in difficoltà da un sindacatino che gli fa le pulci per l’evasione fiscale? Si parla di milioni, lo sapete? Ma avete idea di quante denunce la Guardinga di finanza deve insabbiare o fingere che non siano mai arrivate? Secondo voi l’ispettorato del lavoro ha fatto qualcosa di fronte alle decine di segnalazioni per inadempienze segnalate dal SiCobas? Ma ecco, sta arrivando il sindaco… ».

(*) Wqrtuy è un modenese ad honorem, ex assistente di scena del prestigiatore Houdini. Con questo post inizia una saltuaria collaborazione alla “bottega”. Viene pagato, come tutte/i, in z-euri.

(**) Sul collettivo Guernica di Modena cfr un post del 2013: Guernica: 1937, 2003 e 2013 (ma anche 1925).

(***) Questo “piccolo gioco” appartiene a «Il cuscino della notte», una piccola tradizione del blog/bottega che state leggendo. Le persone più assidue hanno già incontrato qui Giovanardi redento e un leghista pentito, le borracce e Mary Starr Gelmini, il discorso più importante di Pio Laghi, un articolo di Marie Laveau e altri post che appartengono (e apertamente lo dichiarano per evitare equivoci) a un genere molto particolare: missive e articoli MAI scritti, dichiarazioni che persone “in vista” NON hanno pronunciato o pensato, cronache di avvenimenti GIAMMAI accaduti, sogni altrui e abusivi, recensioni di libri IMPOSSIBILI (un genere in cui anche Umberto Eco si dilettò). La totale inattendibilità è dunque ammessa in partenza almeno nei confronti di questo contingente universo dove attualmente mi trovo e/o vi trovate anche voi. Siamo nel “cuscino della notte” (dove si aggirano desideri e incubi), nella terra degli Elfi o – se vi piace la fantascienza – in mondi paralleli. Una celebre rubrica della «Settimana enigmistica» si intitola: “Vero o falso?”. Una prospettiva simile appare pedante e limitata. Infatti esistono anche il verosimile e suo zio il paradosso; il silenzio che confessa e il desiderio che nuota controcorrente; sberleffi e possibilità. [db]

(****) In effetti un ragazzo con i dred è stato aggredito da quattro neofascisti davanti a un locale del centro storico di Modena dopo essere stato apostrofato “zecca”; un’azione ampiamente prevista – dai movimenti – dopo l’apertura del cosiddetto “spazio culturale” di estrema destra «Terra dei padri», nella prima periferia della città. [Wqrtuy]

(*****) Il 20 gennaio 2016 i vigili urbani riescono a entrare nella palazzina occupata di via Bonacorsa a Modena. All’arrivo di compagne/i del Guernica, i vigili stavano uscendo perché avevano già effettuato i controlli ma ugualmente si crea uno stato di tensione che porta all’arresto di due compagni. La ricostruzione dei fatti è una delle pagine più inquietanti della repressione in città: le accuse tardano quasi due ore e l’avvocata non è messa al corrente delle motivazioni dei trattenimenti fino a che i vigili presenti riescono a fare una ricostruzione, completamente fantasiosa, dei fatti avvenuti al fine di giustificare i trattenimenti. Probabilmente per tacitare i mugugni interni, il capo della Polizia Municipale dichiarerà pubblicamente che chiunque darà versioni discordanti verrà denunciato. [Wqrtuy]

L’IMMAGINE E’ di MAURO BIANI

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *