«Molto di più di 194»

Un comunicato dello «Sciopero delle donne»
Care amiche, care compagne, car@ tutt@
la reazione alla libertà e autodeterminazione delle donne e dei movimenti lgbtq

non è tardata a farsi sentire. Infatti, dopo le piazze dell’8 marzo con lo slogan «Yo decido» nelle scorse settimane le gerarchie vaticane e altri hanno attaccato i corsi di educazione alle differenze di genere promossi, fra gli altri, nelle scuole di Roma dall’associazione Scosse mentre il 12 aprile il «Comitato No194» – che vuole abrogare la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza – ha indetto una manifestazione nazionale a Milano.
Ancora una volta non abbiamo scelta e dobbiamo rispondere con forza per fermare questi ennesimi attacchi – alla nostra libertà fisica, morale e psicologica – con una mobilitazione capillare.
Le iniziative per farlo non mancano, soprattutto a Milano, dove ci saranno i No194: il primo appuntamento è alle 14 in piazza Cadorna per distribuire materiali informativi ai No194, poi un presidio festante dallo slogan #MoltoPiùDi194 è alle 15 alle colonne di San Lorenzo.
A Roma confluiranno alle 14 a Porta Pia i movimenti sociali da tutta Italia con lo slogan «Assedio alle risorse e all’austerity: casa, reddito e dignità per tutt*» e anche qui non mancheranno le parole delle donne.
Come se non bastasse, la scorsa settimana ci si è messa anche Lorenzin (ma qualcuna aveva dubbi?).
La ministra ha parlato di un «piano di fecondità» per tutte, come a dire che volenti o nolenti il nostro destino deve essere quello di madri. Ovviamente la ministra si sbaglia e di grosso. Prova ne sono le decine di appelli, lettere e proteste che da giorni stanno girando in rete per dire no a modelli imposti dall’alto su una presunta femminilità, con tutto il loro inevitabile portato di violenza.
Non tutto è perduto e chiudiamo questa newsletter con due buone notizie.
La prima. Dopo poco più di dieci anni dalla promulgazione della ormai tristemente nota legge 40, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale il divieto della cosiddetta «fecondazione eterologa» ovvero la fecondazione artificiale per cui era vietato il ricorso a una donatrice di ovuli o a un donatore di sperma nei casi di infertilità assoluta. Con il risultato che in questi 10 anni il divieto ha escluso moltissime persone dall’accesso alle tecniche, contribuendo alla discriminazione su base economica: chi poteva permetterselo andava in un Paese con una legislazione meno restrittiva – più o meno tutto il mondo – mentre gli altri potevano scegliere … di rinunciare. Nel frattempo, la legge 40 veniva portata in tribunale decine di volte, smontata pezzo per pezzo, demolita perché non rispettava diritti universalmente riconosciuti. Possiamo dire che con questa sentenza della Consulta cade forse il più ridicolo dei divieti (alla faccia della ministra Lorenzin e del suo vergognoso balbettare politico sull’esigenza di portare in Parlamento tutta la questione).
La seconda. Nonostante la latitanza del governo Renzi su femminicidio e violenza (un governo che ha voluto otto ministre ma neanche una di loro al ministero delle Donne o delle Pari Opportunità) nel Lazio è stata varata la legge regionale contro la violenza sulle donne che prevede, fra le altre cose, l’attivazione di una rete regionale antiviolenza, l’apertura delle case rifugio nelle città più grandi della regione, il consolidamento dei centri antiviolenza e un fondo di un milione di euro. La legge è il risultato di un lavoro complesso che ha coinvolto molte associazioni che si occupano di questo tema da vari punti di vista. A dimostrazione che se si fa rete le buone pratiche possono diventare realtà. Per questo il nostro invito, ancora, è di non perderci di vista e restare in contatto fra noi, ma soprattutto continuare a farci sentire ed essere visibili dove possibile con le nostre idee, la nostra politica e i nostri messaggi.

Redazione
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  • Veneto, attacco alla 194: sorpresa, la pasionaria antiborto è la Puppato
    Di ilsimplicissimus
    La regione Veneto si appresta a far la guerra alla legge sull’aborto. Già territorio zeppo di ginecologi obiettori per interessi di carriera, ora ha varato una legge per dare libero accesso nelle strutture sanitarie e socio sanitarie alle associazioni per la vita, garantendo loro “pari opportunità di comunicazione” rispetto alle strutture già esistenti. E’ fin troppo ovvio che la presenza di questi “doppioni” ha un senso solo dentro un disegno volto a svuotare dal di dentro la 194 la quale già prevede di fornire alle donne tutta l’informazione e l’assistenza necessaria con l’istituzione dei consultori famigliari “che assistono la donna in stato di gravidanza informandola sui diritti a lei spettanti e contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza”, oltre alla possibilità di una “collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”-
    Ciò che la nuova legge si propone è di eliminare è la facoltà da parte dei consultori di scegliere le associazioni di volontariato di cui eventualmente avvalersi, consentendo l’assalto di gruppi integralisti e settari di ogni tipo la cui credibilità scientifica, pratica e umana è quanto meno tutta da dimostrare. Gruppi comunque decisi a sfruttare la fragilità delle persone che vivono una drammatica decisione per fare un’opera di plagio. Così dopo aver perso il referendum sullo svuotamento della 194, ecco che ci si riprova attraverso un meccanismo surrettizio innescato da una petizione promossa dal Pdl e dal movimento per la vita.
    La vera sorpresa però è che tra i maggiori fautori della legge si trovi quella Laura Puppato, gettata sul palcoscenico nazionale dalla sua auto candidatura alle primarie del Pd e subito pompata dalle solite note “repubblichine” e senonoraquandiste in virtù della sola appartenenza di genere o dai soloni del nulla, come Cacciari ormai orfano di se stesso. Senza la voglia né di informarsi su chi sia davvero e tanto meno di informare. Perché la Puppato è in realtà una teocon che al passaggio della legge in Regione ha asserito: “E’ stato battuto l’oscurantismo”. Ciò non toglie che la signora ( tra l’altro capogruppo Pd nella Regione Veneto) abbia individuato uno proprio spazio proprio nella “difesa dei diritti civili” e addirittura nello schierasi a favore dei matrimoni gay, come ci fa sapere dalle pagine di Micromega o in decine di interviste che stranamente si tengono ben lontane dall’argomento della 194.
    Insomma ha inaugurato una doppia personalità: integralista nella Regione e libertaria nelle primarie, rendendo così evidente che anche le sue proposizioni anticasta, si situano proprio dentro i peggiori vizi di casta. Pensare che la Puppato, così evidentemente legata alle gerarchie ecclesiastiche che stanno dietro al movimento per la vita, guardi con civile apertura ai matrimoni gay è come credere in Babbo Natale. Ma si sa che spesso proprio le persone più integraliste sono quelle eticamente più sospette e disponibili alle più sfacciate bugie in vista di un benefico fine. Detto questo però sono certo che si batterà con tutte le sue forze contro l’oscurantismo: quello di una società aperta, civile e laica.

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