Monte Bibele: la discarica e il sito archeologico

   Resta l’amianto nel cimitero di San Benedetto del Querceto. E se il Comune di Monterenzio si desse una mossa?

di Vito Totire (*)

Orribile a vedersi. Parrebbe che a Monte Bibele sia stata autorizzata una discarica, così abbiamo interloquito con l’amministrazione comunale di Monterenzio: pare si convenga che la situazione sia deprecabile.

Entriamo un po’ nel dettaglio di quel che accade alle pendici del sito archeologico di Monte Bibele:

  1. il cartello turistico/archeologico è vandalizzato
  2. i cassonetti collocati in questa zona, lontana da abitazioni, si sono trasformati in una orrenda calamita di rifiuti smaltiti abusivamente, tutt’altro che assimilabili a rsu
  3. tra i rifiuti: un relitto di frigorifero, materiali di cantiere edile, contenitori esausti di vernici, solventi, prodotti petroliferi, vetri rotti…
  4. è comparsa una cisterna di plastica da 600 litri con tanto di armatura e bocchettone… con residui di prodotti petroliferi
  5. pneumatici, cartongesso, legnami pesantemente verniciati, sedie…

Il comune – con quale abbiamo aperto una interlocuzione da tempo sul cemento/amianto del cimitero di san Benedetto del Querceto (a proposito quando sarà bonificato?) pare consapevole della insostenibilità della situazione e orientato a rimuovere i cassonetti. Ma quando?

La collocazione dei cassonetti è in effetti incongrua; uno di questi, quello per i rifiuti organici, è apribile con la chiave. Ma nei paraggi non ci sono granché abitazioni; chi lo può usare? Collocati in pompa magna per il giorno in cui sarebbe intervenuto il presidente delle Regione per la “inaugurazione”; poi i graziosi capannoni dentro l’area sono … sempre chiusi. Magari tenerli aperti potrebbe essere una occasione di occupazione giovanile (auspichiamo non con i vouchers). Lo stile è un po’- nel suo piccolo – da “cattedrale nel deserto”.

Se rimangono lì dovrebbero essere dotati di telecamera il cui costo si riuscirebbe ad ammortizzare con la primissima multa al primo smaltitore abusivo che non ha alibi né giustificazioni. Infatti sia Monterenzio che Loiano hanno una stazione ecologica e quindi buona parte dei rifiuti collocati abusivamente troverebbero accoglienza. Per i rifiuti di cantiere la situazione è più complessa ma va comunque risolta alla radice con vigilanza e sanzioni adeguate.

Davvero un pessimo spettacolo per visitatori, podisti, ciclisti turisti e archeologi; poi si ripete che l’Italia deve valorizzare il turismo culturale… SE DAL CITTADINO DOBBIAMO ESIGERE CORRETTEZZA PERO’ CORRETTI DEVONO ESSERE – SUPERANDO PIGRIZIE E SCUSE – ANCHE GLI ENTI PUBBLICI.

Possibile che per l’amianto al cimitero – e fra l’altro “spiove” verso un parco pubblico – non ci siano risorse per bonificare? Abbiamo più volte richiamato l’attenzione sulla importanza storico-documentale di quel cimitero. C’è motivo di visitarlo anche per chi non vi ha un congiunto e ci pare un pessimo esempio del Comune verso i cittadini questo tirare a campare circa la bonifica. DOBBIAMO LANCIARE UNA CAMPAGNA DI CROWFUNDING PER FAR FRONTE A UN COMUNE IRRESPONSABILMENTE ATTENDISTA? Che brutto esempio dà il Comune ai cittadini! Chiunque potrebbe dire: non ho risorse…

Intanto per commemorare i defunti si rischia di respirare fibre di amianto; e ci fermiamo qui perché l’ironia sarebbe fuori luogo. LE FIBRE VOLANO VIA E SI DISPERDONO. A DIFFERENZA DI QUANTO SUCCESSE CON LA STRAGE A QUALCHE CENTINAIO DI METRI PIU IN LA’, OCCORRE INTERVENIRE IL GIORNO PRIMA PIUTTOSTO CHE IL GIORNO DOPO.

(*) Vito Totire è portavoce di AEA, l’Associazione esposti amianto e rischi per la salute

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