Morire di fuochi artificiali a Modugno

La grande rimozione: nel primo anniversario della strage alla fabbrica Bruscella, cosa dobbiamo/possiamo fare?

Un appello di Vito Totire e altri (*)

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Probabilmente la frequenza delle stragi sta contribuendo a indurre un fenomeno di assuefazione: migranti, lavoratori, pendolari o inermi cittadini; crimini di guerra e di pace ormai non si contano più. Siamo tutti disorientati; nel focalizzare l’attenzione sulla martoriata Puglia – dove solo poco tempo fa morivano di fatica i braccianti sotto il sole cocente di un lavoro pagato alla maniera schiavistica – mentre ci stavamo interrogando sul che fare per rompere il silenzio in occasione dell’anniversario della strage di Modugno, è arrivata la notizia del massacro sulla linea ferroviaria fra Andria e Corato. I morti di Andria mostrano come si sia riusciti ad affossare le speranze di cambiamento che il Paese aveva respirato negli anni settanta del secolo scorso; anni in cui si aspettava che alcune grandi riforme fossero messe in pratica, che le Usl riuscissero a disegnare la mappa dei rischi presenti nel territorio e nelle fabbriche per garantire le condizioni di sicurezza preesistenti all’avvio della attività lavorativa (per usare il linguaggio del magistrato Raffaele Guariniello) senza quelle “deroghe” che, come abbiamo visto, sono foriere di stragi e di lutti.

Non abbiamo taciuto sulla evitabile strage ferroviaria di Andria. Ma anche se le nostre parole si perdessero nel vento, non abbiamo intenzione di tacere neppure sulla strage di Modugno – 10 morti, un anno fa – che tanti vorrebbero dimenticare.

Abbiamo visto nella strage del 24 luglio 2015 il segno di un modello di “sviluppo” sbagliato che fa affidamento sulla produzione di merci nocive, inquinanti e pericolose. Modugno è un territorio non nuovo a “scelte” produttive di questo genere; abbiamo ricordato un anno fa la drammatica vicenda della Tecnovar, fabbrica di mine antiuomo e anti-bambino: fu aperta con finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno, ha seminato mutilazioni e lutti in tutto il pianeta. Dopo averle vendute l’Italia ha fatto le bonifiche? Quante? Dove? Silenzio totale da parte delle istituzioni.

La rimozione continua a essere la cifra anche della strage della fabbrica dei fuochi artificiali del 24 luglio di un anno fa. Sarà ricordata? Sarà “rimossa” come quelle di Marcinelle, della Tyssenkrupp, della Eternit, della Icmesa di Seveso e come le innumerevoli altre che si sono consumate nella storia della società industriale dall’800 a oggi ?

Diciamolo con franchezza: un ruolo facilitante della rimozione consiste nel fatto che nella strage di Modugno non vediamo i tradizionali parametri della contraddizione capitalistica tra padrone e operaio. Ma forse i morti della strage di Modugno sono di serie B?

Siamo in difficoltà perché dobbiamo cominciare concretamente a criticare una “merce” cioè il nostro modo consumistico di vivere e di gestire tempo libero e spettacoli?

Altre domande.

Le vittime sono state o saranno risarcite? O i risarcimenti saranno impossibili per il “fallimento” dei datori di lavoro? In Italia sono numerosissimi questi casi: ma a nostro avviso deve subentrare lo Stato a risarcire, visto che le istituzioni non sono state in grado di garantire controlli e prevenzione.

Oggi continuiamo e domani continueremo a produrre e consumare fuochi artificiali? Con quali precauzioni? SONO MIGLIORATE LE CONDIZIONI DI SICUREZZA IN QUESTO COMPARTO PRODUTTIVO DA QUEL 24 LUGLIO 2015? Cosa si è fatto di concreto oltre a gridare l’ormai rituale “mai più”?

Ci limiteremo ad auto-inquinarci trasferendo però il rischio della produzione in Paesi terzi come Albania e Cina?

Il sindaco del Comune chiese di sapere, dopo che la fabbrica era saltata in aria, se vi fosse cemento-amianto nelle strutture: non si doveva saperlo prima ed eventualmente rimuovere prima? Stando che la scelta più saggia resta quella di bandirne la produzione e l’uso.

In questi mesi abbiamo tentato un dialogo con gli “utilizzatori” di questa merce; lo abbiamo avviato a partire da una posizione di critica radicale e questo, certo, non facilita. Parroci, organizzatori di sagre paesane, Pro-loco: nessuno ha risposto; pare più facile gestire la “rimozione” che il confronto. Non vogliamo indulgere in “facili” critiche; sappiamo di una fiaccolata di solidarietà che si è tenuta qualche settimana dopo la strage, sappiamo del conto corrente per il sostegno economico alle vittime, sappiamo di discussioni a Bisceglie sulla inopportunità di insistere sui fuochi artificiali… Nonostante questo, risulta inquietante e sorprendente – anche rispetto ad altre stragi sul lavoro o nella vita quotidiana – la percezione fortissima di una tenace rimozione.

Facciamo appello perché in tutta Italia, nel corso della mattina dell’anniversario, si osservino 10 minuti di silenzio ovunque singole persone o gruppi vorranno aderire a questa proposta e che si mettano alle finestre e ai balconi drappi bianchi con la scritta “basta fuochi artificiali” “basta merci nocive”;

DIECI MINUTI DI SILENZIO PER RICORDARE LA STRAGE DELLA BRUSCELLA FIREWORKS E PER RICORDARCI DELLE NOSTRE COLLETTIVE RESPONSABLITA’.

Boicottiamo la produzione di merci nocive ogni giorno e in ogni parte del pianeta.

Vito Totire di Aea, “Circolo Chico Mendes e “Centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria Francesco Lorusso”

Associazione esposti amianto e rischi per la salute

Comitato pacifista per il bando della produzione merci nocive

Archivio “No fuochi artificiali”

PER ADESIONI E CONTATTI: vitototire@gmail.com

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(*) Ho dato la mia adesione a questo appello. Credo anche io che i morti di Modugno cadranno nel dimenticatoio perché non vogliamo o non sappiamo affrontare la necessità di bandire produzione e uso di merci nocive: i “fuochi artificiali” – forse il comparto produttivo con il più alto rischio di incidenti mortali – e molto altro. Un anno fa sul quotidiano «La Gazzetta del Mezzogiorno» un articolo di Gianluigi De Vito iniziava così: «Le domande s’insinuano come un tormento, non solo tra gli investigatori. I dieci morti nel mezzogiorno d’apocalisse alla fabbrica di fuochi d’artificio Bruscella di Modugno potevano essere evitati? Ma soprattutto: come alzare l’asticella della prevenzione per evitare altri inferni? Il rischio che i funerali seppelliscano anche l’attenzione sulle morti sul lavoro è alto. Nell’ultima riunione tenuta venerdì 17 luglio (una settimana prima della tragedia «Bruscella»), l’Organismo provinciale per la sicurezza sul lavoro, riunito in Prefettura, ha diffuso dati che vanno interpretati ma che fanno riflettere. Il comando provinciale di Bari e Bat dei vigili del fuoco ha comunicato i controlli a campione effettuati nel 2013 e 2014. L’anno scorso, sono stati soltanto quattro i controlli effettuati negli “Stabilimenti ed impianti di sostanze esplodenti, impianti di distribuzione di carburanti e depositi liquidi infiammabbili e/o combustibili”. Furono 11 nel 2013». Sempre meno controlli dunque, lo chiamano snellimento della burocrazia ma è un attentato alla vita.

E non di soli fuochi artificiali dovremmo parlare. Poco tempo fa, a fine giugno, Totire e altri hanno chiesto di sapere quanto costano e in che contesto di sicurezza e di danni ecologici si preparino le “nottirosa” (del 1 luglio) sulla riviera adriatica: risposte zero. Ho ripreso quell’appello – è qui: Notte Rosa e Floating Piers: la festa è obbligatoria… – facendo e facendomi altre domande: siamo ben oltre, mi pare, il «panem et circenses». Riparlarne è possibile? O… aspettiamo altri morti? Quanto all’esame dei danni ecologici a breve, medio e lungo termine se pure verrà fatto temo che sul tavolo dei giornalisti non arriverà oppure finirà in un cestino. (db)

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       COSA SONO LE “SCOR-DATE” – NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche motivo il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente tantissimi i temi, come potete vedere in “bottega” guardando un giorno… a casaccio. Assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Ovviamente non sempre siamo state/i soddisfatti a pieno del nostro lavoro. Se non si vuole scopiazzare Wikipedia – e noi lo abbiamo evitato 99 volte su 100 – c’è un lavoro (duro pur se piacevole) da fare e talora ci sono mancate le competenze, le fantasie o le ore necessarie. Si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allarga.

Avevamo pensato (nel nostro 2015 “sabbatico”) di fare un libro, cartaceo e/o e-book con una selezione delle «scor-date» già apparse in “blottega”. E’ rimasta una vaga idea ma chissà che prima o poi…

Il 12 gennaio 2016 si è concluso il nostro “servizio” di linkare le due – o più – «scor-date» del giorno, riproponendo quelle già apparse in blog/bottega nei 2 anni precedenti; e ogni tanto aggiungendone di nuove. Dal 12 gennaio abbiamo interrotto, salvo rare eccezioni come oggi. C’erano 2 ipotesi per il futuro prossimo. Si poteva ripartire con nuove «scor-date» ogni giorno, dunque programmandole qui in redazione: insomma il volontariato (diciamo stakanovismo?) della nostra piccola redazione e/o di qualche esterna/o. Qui in “bottega” ci sarebbe piaciuto mooooooolto di più ripartire CHIAMANDOVI IN CAUSA, cioè ri-allargando la redazione. Come ripartenza c’eravamo dati il 21 marzo, una simbolica primavera… però il nostro “collettivo” non ha avuto gli auspicati rinforzi. Così vedrete le «scor-date» solamente ogni tanto, anziché ogni giorno come ci piacerebbe. Grazie a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza “ballerina” e sempre più mutevole nel tempo, per inevitabili altri impegni – è all’incirca questa: (in ordine alfabetico) Alessandro, “Alexik”, Andrea, Clelia, Daniela, Daniele, David, Donata, Energu, Fabio 1 e Fabio 2, Fabrizio, Francesco, Franco, Gianluca, Giorgio, Giulia, Ignazio, Karim, Luca, Marco, Mariuccia, Massimo, Mauro Antonio, “Pabuda”, Remo, Riccardo, “Rom Vunner”, Santa e Valentina. Ma spesso nelle «scor-date» ci hanno aiutato altre/i oppure abbiamo “rubato” (citando le fonti) qua e là.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Constato un cosiddetto “silenzio stampa” sulla questione dell’anniversario della strage di Modugno;
    non credo però che a Modugno la ricorrenza sia passata proprio inosservata;
    ho inviato un paio di comunicazioni a due interlocutori che potrebbero darci il loro parere sulla questione fuochi artificiali;
    il parroco della chiesa di s.Cristoforo di Ozzano non ha una mail?
    la parrocchia domani “spara”; che strana coicidenza: un santo caro ad Alex Langer…
    Mi pare che un salto potremmo farlo nella direzione del contatto col Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano (Pisa) che fa riferimento a Francuccio Gesualdi;
    chiederemo a un nostro amico e compagno che vive a Pisa di stabilire un contatto personale;
    al momento la prospettiva rimane: nuotare controcorrente….

    Vito Totire

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