Morire di lavoro: com’è facile in Italia

di Carlo Soricelli (*)

 

Le professioni più pericolose in Italia in ordine decrescente; i dati sono ricavati dalla raccolta dell’Osservatorio (dal 2008) ed estrapolati

Agricoltura

La professione più pericolosa in assoluto è la guida del trattore, un morto su cinque sui luoghi di lavoro è provocata dal trattore che schiaccia il suo conducente, poi ci sono quelli che muoiono bruciati nel bruciare la sterpaglia

Edilizia

Le cadute dall’alto in edilizia sono la stragrande maggioranza in questo comparto

Autotrasporto

Assistiamo a un’autentica strage di camionisti , tantissimi per incidenti, che provocano morti anche tra gli automobilisti con il quali si scontrano, molti di loro muoiono anche d’infarto

Boscaioli

Sono tantissimi i boscaioli, molti improvvisati che vengono travolti dagli alberi che stanno tagliando, si improvvisano in tanti a fare questo lavoro pericolosissimo

Servizi artigianali e addetti di piccole aziende, spesso a conduzione familiare

Muoiono in tantissimi mentre imbiancano, cadendo dal tetto mentre montano o vanno a controllare i pannelli solari, cadendo dalle scale utilizzate per lavorare in alto, fabbri, elettricisti, ecc.

Industria tutta l’industria … esclusa l’edilizia

In tanti schiacciati da macchinari o feriti a morte con le macchine che stanno lavorando, in realtà rispetto al numero di addetti, è un lavoro tra i più sicuri, quelli che muoiono sono lavoratori in appalto nell’azienda stessa

Lavori domestici

In casa muoiono in tantissimi/e, che si improvvisano elettricisti, giardinieri, che cadano da scale, che vanno sui tetti, che cadono da balconi per aggiustare tende, per stendere i panni, ecc.

Addetti alle Cave

Travolti da massi o cadendo con i mezzi all’interno di una cava

Addetti alle Forze dell’Ordine

Carabinieri, Poliziotti, Forze Armate (ma anche vigili)

Itinere

Ultimi ma primi in assoluto tutti quelli che usano un mezzo proprio per andare a lavorare, o tornare dal lavoro: sono il 40% di tutti i morti sul lavoro, ma richiedono interventi specifici, le donne muoiono quasi quando gli uomini in itinere, nel 2022 sono state 137, 124 di queste per le strade

(*) Carlo Soricelli è il curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna che a giorni diventerà un’Associazione che si chiamerà OMIL.

L’immagine, scelta dalla “bottega”, è di Enzo Apicella.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • scrive oggi Tonio Dell’Olio:
    L’incidente era avvenuto il 29 giugno ma, dopo cinque giorni di agonia, Pasquale Sanzone non ce l’ha fatta. Aveva 19 anni, era di Sant’Antonio Abate in provincia di Salerno e lavorava come operaio a Scafati. È precipitato dal tetto di un capannone e ha fatto un volo di cinque metri. Cos’altro aggiungere ora? Parlare di sicurezza sul lavoro? Cercare nel groviglio delle responsabilità? Capire se è stato lui a non osservare le norme previste? Forse questo è il momento di fare spazio al silenzio che dice il dolore di una vita troppo giovane per dichiararsi sconfitta proprio mentre cercava di dare vita alla vita col proprio lavoro. Forse è il tempo per riflettere sulle morti che non fanno rumore e “non meritano nemmeno due righe su un giornale”. O forse è un modo per dare dignità a un giovane che non può più scrutare l’orizzonte. Troppo presto se ne è andato. Oppure è il tempo di apprendere da questo dolore perché sia evitato ad altri.
    https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-e-iniziative/rubriche/mosaico-dei-giorni/3767-troppo-giovane-per-morire

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *