Napoli fra teatro vero e fasullo

di Alessandro Taddei

In Teatro le maschere sono sacre.
Quando si indossano Lui è una maschera, non del teatro questa volta ma dell’orrore.
Gli uomini di politica sono uguali, stessa maschera. 
Infatti Luca De Fusco è stato messo alla presidenza del Festival Teatro Italia dalla politica.
Gianni Letta il nome del politico, la maschera sempre uguale. E’ Pulcinella? 
No, quella riguarda solo il nome della città in cui si è scelto di mettere questo Festival, Napoli. Festival Napoli Teatro Italia, con a capo Luca De Fusco (succeduto al primo direttore Renato Quaglia).
La città è partenopea, dal nome della sirena Partenope, la regione è la Campania. Infatti la Fondazione che regge questo Festival (come tutti i grandi Festival, sono le fondazioni private-pubbliche a reggerli in piedi) si chiama Fondazione Campania dei Festival, la cui presidente è l’assessore Caterina Miraglia.
Intreccio di potere politico con la maschera della cultura. Un po’ come quando Israele espropria un cimitero arabo con l’uso della forza, poi con l’uso della sua legge lo tiene sotto sequestro e alla fine con l’inganno della parola ci schianta sopra un bel centro interculturale per la promozione della pace.
Tutti i punti di vista sono coperti, tutti ciechi. Quasi tutti.
Così la “cultura” statale, mai oggi parola è così priva di carne, mette De Fiasco (così lo chiamano al ministero, salvo poi non far niente per mandarlo via almeno dalla direzione del Mercadante … stabile pubblico di Napoli, secondo incarico oltre a quello Festival del teatro) nella condizione di ricevere grandi quantità di denaro pubblico per fare i propri spettacoli flop e portare avanti un festival senza nessun rispetto di codici o regole nemmeno per la gente che vi lavora dentro.
Come sempre per edulcorare il tutto arriva anche il lato “pace, umanità e solidarietà” della medaglia: «La fondazione Campania del festival per il sociale» così recita il sito.
Il teatro per il sociale. A partire da quest’anno la Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, porta alcuni spettacoli direttamente nelle corsie di diversi ospedali della Campania…
…Sette saranno le rappresentazioni che toccheranno sei nosocomi campani e due le compagnie impegnate che cercheranno di allietare, se possibile, la degenza di chi non si può recare a teatro per assistere agli spettacoli. Per l’occasione tre madrine d’eccezione, Annamaria Colao, moglie del governatore Stefano Caldoro (presidente della Fondazione Campania dei Festival), l’assessore Caterina Miraglia e Maria Teresa Dolce, moglie del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Proprio il sindaco – in un incontro con le realtà artistiche locali e non – aveva detto «Ho parlato con De Fusco che lascerà la direzione del teatro Mercadante». De Fiasco è ancora al suo posto, e ci mancherebbe altro. Come se tutto questo non bastasse un agente teatrale lo accredita come super-direttore nei circuiti internazionali e come “director of the Forum”, riferito al Forum delle culture che si dovrebbe tenere nel 2013 nella città partenopea e cita contatti in corso: «Invitation to Bondy, Nekrosius, Wilson and more»
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/02/13/news/forum_universale_delle_culture_il_blitz_di_luca_de_fusco-29777074/.

De Fusco non smentisce e così la triade con Letta e Caldoro potrebbe essere fatta. E’ proprio un super eroe questo qui. Altro che direttore. Guarda caso i soldi europei del Festival delle Culture siano già stati bloccati in Regione http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/05/24/forum-culture-15-milioni-bloccati.html

Con l’aiuto della comare Miraglia inizia il match, partita a pallone dove c’è sempre Letta a fare da centrocampista come presidente di giuria del Premio Le maschere del Teatro http://www.napoliteatrofestival.it/?p=content&id=43
premio inutile ma alquanto dispendioso che si tiene al Teatro S. Carlo (commissario straordinario Salvatore Nastasi
http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1256141753398_Salvatore_Nastasi.pdf )
il quale a sua volta dal 2009 è capo di gabinetto del Mibac – ministero Beni e attività culturali nonché membro nel 2007 per la candidatura di Napoli al Festival delle Culture 2013. Allora quatrittico, anzi trittico con un libero.

Parrebbe che il potere culturale stia spostando molti dei suoi più potenti intrecci a Napoli, dove tutto è più torbido e insabbiabile, dove il denaro pubblico può essere dilapidato senza che nessuno possa porre troppi problemi.

L’appello che segue è una richiesta semplice: pagare i lavoratori e le lavoratrici che hanno prestato le loro competenze al Napoli teatro festival negli anni scorsi. In fondo l’unica maniera di rinascere da questa epoca di imbrogli e barbagli-barbarie è attaccare, per avere indietro ciò di cui abbiamo diritto e farlo nell’unico momento in cui le maschere di questi delinquenti diventano per tutti volti presenti e visibili. Quando? Quando incomincia il loro Festival a esempio, quando “questi qui” diventano un po’ come i politici sotto elezioni, mosci.
Che sia il tempo di una quattro giornate a Napoli e dintorni.

APPELLO URGENTE alle compagnie e ai lavoratori e alle lavoratrici che hanno crediti insoluti con il Napoli Teatro Festival.

Anche quest’anno a Napoli, si terrà il Napoli Teatro Festival Italia (6 – 24 giugno, 25-30 settembre). Questa rassegna diretta da Luca De Fusco ha pagamenti insoluti a lavoratori dello spettacolo ed enti da più di due anni. Con il ricatto del lavoro e della finta “speranza” del pagheremo, questi personaggi che vivono nelle stanze burocratiche della macchina culturale, indisturbatamente anno dopo anno proseguono nel loro scempio culturale e umano, sempre con la forza e il potere di chi “dà lavoro alla gente” sfruttando la paura dei lavoratori e delle lavoratrici.
Ponte Radio è solo una delle tante realtà che ha crediti nei confronti del Napoli Teatro Festival che però poco ha a che fare con la gente e la città di Napoli.
Il lavoro è lavoro e i lavoratori vanno pagati. Soprattutto se si decide di continuare a portare avanti un Festival prima di tutto si è obbligati (anche da regolari contratti) a pagare le persone che da più di due anni stanno aspettando i loro soldi.
L’amore per l’arte e la cultura non possono fare dimenticare che prima di tutto esiste il rispetto e i doveri verso le persone tutte comprese quelle che lavorano all’interno degli ambiti culturali. Un desiderio questo che dovrebbe essere condiviso da tutt*.
Lasciare che il Napoli Teatro Festival apra senza che abbiano pagato le persone che già precedentemente hanno lavorato non significa solo mortificare le persone ma anche continuare a portare avanti debiti disastrosi nei confronti del sistema pubblico.
E’ nostro dovere ottenere i compensi pattuiti prima che il Festival inizi e finisca, se vogliamo avere tutt* la possibilità di avere le nostre paghe, come lavoratori-lavoratrici, come artisti e soprattutto come persone.
Ponte Radio – www.ponteradio.org


Redazione
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