Negroni sbagliati e caffè corretti
Gianstefano Ancarani recensisce «Milano, fin qui tutto bene» di Gabriella Kuruvilla,
«E’ come ascoltare una radio che passa continuamente da una frequenza all’altra, mischiando elettronica, jazz, classica, rap, funk, lirica, reggae, pop, techno e drum and bass, con il gracchio di sottofondo anche». Siamo a Milano, non quella della capitale economica, ma quella che accoglie tutti, quella che che si dà a chi la vuole, certamente pagandola, magari poco, «ma la devi pur sempre pagare: come una qualsiasi puttana». Via Padova, viale Monza, via Sarpi, piazzale Corveto, ecco la Milano raccontata nel nuovo romanzo di Gabriella Kuruvilla, «Milano, fin qui tutto bene». Strade che diventano un salotto, non più un tragitto da percorrere velocemente e distrattamente e qui s’intrecciano le storie di Anita, Samir, Stefania, Tony, Gioia, Pietro, Laura e Lejla. Stranieri, immigrati che si mescolano con italiani o altri stranieri; storie d’integrazione o di non integrazione, la quale non fa necessariamente rima con immigrato, come ci fa notare Samir, attraverso la penna dell’autrice: «io vivo qui da sette anni circa e ne ho incontrati un sacco di italiani che non solo non sono integrati in Italia, ma neanche in loro stessi». Così, fra incasinatissimi bazar di cinesi, dove tra cellulari e computer, trovi anche parrucche (se il taglio a 8 euro del negozio accanto non è proprio un capolavoro) e bar dove si servono Negroni sbagliati e caffè corretti, fra le luminarie natalizie con le scritte “Auguri” in italiano, francese, spagnolo, inglese, cinese e arabo o le panchinedove gli incontri e gli amori si consumano in fretta, Gabriella Kuruvilla ci regala un acquarello della Milano multietnica, un romanzo che pare più una narrazione orale metropolitana: dipinge l’immagine di quella parte di città in continua evoluzione, che si modella con le persone che la vivono, che si irrita all’idea dell’«eurocentrismo che diventa poi italiacentrismo e finisce con il milanocentrismo». Quella Milano che sogna, ma con i piedi per terra.
«Milano, fin qui tutto bene», Laterza, 2012 (12 euro, 178 pagine).
DUE NOTE
Questa recensione è ripresa dall’ultimo numero del mensile «Città meticcia» di Ravenna.
Qui in blog ho accennato ad altri libri di Gabriella Kuruvilla. Per un’età 4-7 anni ho segnalato «Questa non è una baby-sitter» con le illustrazioni di Gabriella Giandelli (36 coloratissime pagine) pubblicato da Terre di mezzo per un prezzo variabile: 7,50 euri se lo si acquista per strada ma 12 (in edizione cartonata però) in libreria. Poi ho parlato dell’antologia «Permesso di soggiorno» (Ediesse: 216 pag, 10 euri) dove c’è anche lei. E per finire ho recensito, su «Liberazione» i bellissimi racconti della sua antologia «E’ la vita dolcezza»; se vi interessa leggere cosa ho scritto andate qui in blog alla data 19 ottobre 2008 (db)