Neppure so come farò a salvarti

di Natalino Piras

Nico Orunesu, bandito, 2023, olio su tavola, collezione privata, Nuoro

I particolari si vennero a sapere a giorno fatto di mercoledì delle ceneri, quando anche Mikali salì in piazza. Il vento della notte era cessato.

L’ucciso stava ancora lì, piantonato dai carabinieri e coperto da un lenzuolo bianco su cui continuava a cadere pioggia di coriandoli da un cielo livido.

C’era intorno silenzio irreale, facce che sembravano spettri, alcune segnate di nerofumo, altre truccate pesanti a matita, labbra dove il rossetto si disfaceva a simulare la ferocia di dentro, il furore ubriaco assetato di nuovo sangue.

Si doveva rinsavire di botto per fare sì che la serpe della vendetta intonasse a voce di sirena i suoi canti di prefica attizzante nel vuoto, nella vigliaccheria, nella paura di guerra che molti della piazza si portavano dentro.

Di quel tumulto, di quel sapore di rancido in bocca, compressa voglia di vomitare, rottura dello specchio del sogno, Mikali fece cronaca. Era il suo primo articolo per un giornale, una corrispondenza dettata per telefono. L’ucciso era il fratello di lei e faceva il garzone al Barbaric posada.

Ai funerali partecipò tanta gente. Il cielo era plumbeo e nevicava. Si camminava difficile, nel silenzio rotto dai passi della massa compatta di volti scuri e tetri. C’era anche Mikali nel mezzo della massa. Si sentiva solo e indifeso tra le fiere, sotto lo sguardo scrutante e altrettanto feroce della Giustizia, in abiti militari e civili.

Lei camminava altera e bellissima, a capo scoperto, i capelli raccolti e tirati all’indietro, il volto cereo e asciutto, una regina in mezzo alle erinni e alle parche. Era stata in prima fila sui banchi di chiesa, davanti alla bara poggiata su un catafalco, fiera tra le fiere. Non abbassò mai la testa né segnalò emozione diversa dal suo cristallizzato dolore. Non fece piega neppure alla predica, neppure quando il prete parlò di Caino, neppure quando imbastì elogio del ragazzo ucciso – chissà se lo conosceva a fondo – e disse che la vita cambia ma non viene tolta. Invitava al perdono una massa che non sapeva cosa volesse dire.

Né poteva saperlo perché non è contemplato il perdono nell’eternità della foresta di Chentomines.

Natalino Piras, Teodicea, 2021

https://www.facebook.com/natalino.piras

Immagini: Nico Orunesu

 

 

 

 

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