#No Más. La Colombia che resiste

Manifestazione a Roma il 17 luglio

Nel giorno del primo anniversario dell’omicidio di Mario Paciolla – sul quale sono in corso indagini internazionali che per ora non hanno condotto ad alcuna verità – una rete di colombiani presente in Italia convoca una manifestazione a Roma per rompere il silenzio sulla repressione criminale che colpisce da due mesi la grande rivolta sollevata in tutto il paese. La straordinaria protesta contro la corruzione e la violenza che opprimono il popolo colombiano è stata di una potenza che ha sorpreso perfino i suoi organizzatori: ha coinvolto 15 milioni di persone, per lo più giovani, in più di 800 municipi ma anche 36 città nel mondo dove milioni di colombiani sono emigrati in cerca di migliori condizioni economiche e sociali o per salvarsi la vita. Così il 17 luglio anche in Italia, a Roma, si è pensato di far conoscere quanto ancora sta avvenendo, ignorato dall’informazione mainstream, e di mandare un chiaro messaggio fraterno a chi resiste malgrado i reparti antisommossa, i militari e i paramilitari, con la piena complicità del governo, continuino a far scomparire la gente, a violentare e a torturare certi della consueta impunità

a cura della Rete umanitaria per la Colombia Tejiendo Resiliencias (*)

Da due mesi la Colombia è in rivolta. Il rifiuto di una riforma fiscale iniqua si è esteso fino alla contestazione di un sistema ingiusto, corrotto e violento, che domina da sempre il paese per garantire la ricchezza di una minoranza e gli interessi predatori delle multinazionali. La protesta, di una potenza che ha sorpreso perfino i suoi organizzatori, ha coinvolto 15 milioni di colombiani, per lo più giovani, in più di 800 municipi e 36 città nel mondo dove milioni di colombiani sono emigrati in cerca di migliori condizioni economiche e sociali o per salvarsi la vita.

Il governo colombiano ha risposto in maniera criminale, con una repressione attuata dalle forze armate, dalla polizia, dai reparti antisommossa ESMAD, dai gruppi paramilitari e da civili armati, che hanno provocato centinaia di morti e feriti, oltre a innumerevoli arresti arbitrari, spesso seguiti a violenze sessuali e torture. Un conteggio che appare ancora più drammatico se si aggiungono più di 700 giovani desaparecidos (secondo un report di una Ong internazionale del 15 giugno scorso) i cui corpi stanno comparendo ogni giorno, nei fiumi e ai lati delle strade, smembrati e decapitati, soprattutto nel sud-ovest del paese, ma la Procura Nazionale riporta la ricerca di soltanto 93 casi.

La crisi sanitaria dovuta al contagio del Covid non ha fatto che aumentare, fino a renderle intollerabili, quelle diseguaglianze economiche e sociali, che hanno provocato da più di 60 anni un conflitto interno con varie formazioni armate. Un conflitto caratterizzato da fenomeni sanguinosi come stragi, omicidi politici, sparizioni forzate (più di 89.000), falsi positivi, esuli (più di 500.000) e esodi di popolazioni che hanno avuto come primo mandante lo Stato, nonostante il tentativo di nascondersi dietro i gruppi paramilitari o di incolpare, di volta in volta, i gruppi ribelli, le mafie del narcotraffico o i paesi confinanti come il Venezuela sotto i vari governi Chavez.

foto Desinformémonos

Noi colombiani in Italia, che abbiamo a cuore i diritti umani e sociali del nostro paese e dell’intera America Latina, abbiamo organizzato da settimane la Rete Umanitaria per la Colombia “Tejiendo Resiliencias” per pretendere un’informazione onesta e offrire una solidarietà concreta affinché vengano rispettati non solo la Costituzione colombiana ma anche gli Accordi di Pace del 2016 che prevedevano tra l’altro una riforma agraria, la garanzia della partecipazione politica, la sostituzione delle coltivazioni illecite e il risarcimento delle vittime del conflitto. Di quanto concordato nel 2016 si è concretizzato ben poco: si registrano invece centinaia di omicidi selettivi di ex guerriglieri che si sono aggiunti alle migliaia di leader sociali, afro discendenti, indigeni e contadini perseguitati e uccisi negli ultimi anni.

Per tutto ciò, vi invitiamo ad aderire alla manifestazione che faremo a Roma il 17 luglio (giorno prossimo al primo anniversario dell’omicidio impunito e oscuro del cooperante Mario Paciolla) per cercare di rompere il silenzio mediatico e per fare arrivare in Colombia un sostegno fraterno ed umano. Invitiamo tutte le realtà che si riconoscano nei principi dell’antifascismo, dell’antirazzismo e dell’antimperialismo a scendere in piazza con noi, per conoscerci e per tessere insieme un cammino dignitoso verso la Pace e la Giustizia Sociale in Colombia e nel mondo.

Le violenze sessuali dell’Esmad (escuadrones mobiles anti-disturbios) sono uno dei mezzi più utilizzati per reprimere una protesta che vede le donne più protagoniste che mai nella resistenza come nella repressione. Foto Antonio Cascio/Desinformémonos

Invitiamo tutti e tutte ad unirsi alla nostra rete umanitaria e a sottoscrivere l’appello per la mobilitazione a livello nazionale per la difesa dei Diritti Umani in Colombia:

Il popolo colombiano ha bisogno della solidarietà internazionale.

Per unirsi a noi vi chiediamo di compilare il modulo sottostante. Il vostro nome e/o il nome della vostra organizzazione saranno inclusi nella lista di cittadini e organizzazioni che sarà allegata a questo appello pubblicata sulle reti delle organizzazioni promotrici.

Link per scaricare l’appello in formato PDF:
https://drive.google.com/file/d/1cGi9vi6Y0vZNNo3froQOib3B2BPghNoh/view?usp=sharing

Vi ringraziamo in anticipo per la vostra collaborazione al fine di far circolare questo invito e raggiungere un buon numero di partecipanti.

Per informazioni e contatti:

email : tejidosresilientesrete@gmail.com
Telefono / whatsapp : +39 3516447082

Rete Umanitaria per la Colombia “Tejidos Resilientes”:

Facebook/Instagram: @tejidosresilientesrete
Twitter: @tejidosreteU

“NO HAY UNA VIDA QUE NO NOS DUELA”

(*) Link all’articolo originale: https://comune-info.net/no-mas-la-colombia-che-resiste/

Redazione
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