Non avessi da fare
di Pabuda
fossi un giornalista
d’inchiesta
disoccupato
e perdigiorno e annoiato
m’applicherei
notte e giorno
al curioso caso
dello scomparso
candidato.
fossi uno strizzacervelli
in disarmo
m’imbarcherei nella stesura
d’un saggio
sull’interessante fenomeno
delle palle
raccontate a mamma e papà
grosso modo a quell’età
in cui, studiando,
uno potrebbe terminar
l’università…
che poi per una congerie
di coincidenze fantastiche
si trasformano,
come fossero valanghe,
in gigantesche
menzogne pubbliche.
fossi un mentecatto
barone universitario
di sociologia
ma pure d’antropologia
metterei al lavoro
di giovani e precari
ricercatori
un’intera batteria
per analizzare
l’inquietante fenomenologia
del sedicente economista
partorito
non già da una morbida mamma
– mediamente apprensiva –
ma
dall’arcaica tecnologia
d’una qualunque rete televisiva.
fossi un pasciuto investigatore
in pensione
sguinzaglierei i miei segugi assatanati
a rovistar nel rumentoso passato
di quell’ometto strampalato.
non avessi da fare proprio un belino
m’occuperei a tempo debito,
a tempo perso, a tempo pieno
di tutta la spassosa faccenda
della grama vita d’Oscar Giannino.
Il tema è bello, / c’è un po’ di Pirandello. / Indaga, scrivi, suda, / elettrico Pabuda: / magari a tempo perso, / ma immerso nel tuo verso.
(Epigrammatico)
I Poeti, quelli amati, / sanno esser delicati. / se li leggi alla mattina / valgon più dell’Aspirina.
(fanatikòs)
buondì, sono Nobel Giannino il gemello di Oscar: non si parla mai di me, posso mandarvi un cv?
Non spedisca il curricùlum: / getti il curri e serbi il … / al valore di mercato / vale più del millantato.
(cavallo pazzo)