Strage di Viareggio: un appello

Non lasciamoli soli: un appello a sostegno di 6 lavoratori, rappresentanti per la Sicurezza sul Lavoro delle ferrovie, “puniti” con l’ingiunzione a pagare oltre 80.000 euro. Per adesioni scrivere a: ufficiostampa@rifondazione.it

 

E’ una conseguenza del verdetto con cui la Cassazione ribaltando i giudizi di primo e secondo grado sulla strage di Viareggio, non riconoscendo l’incidente sul lavoro, ha fatto cadere la condanna per omicidio colposo dei vertici di Ferrovie, tra cui l’a.d. Mauro Moretti.
Un esito vergognoso che lascia impunita una strage in cui persero la vita 32 vittime innocenti e vanifica 11 anni di sofferenze dei parenti delle vittime e la loro lotta per impedire che i loro cari siano morti invano e questa diventi l’ennesima strage senza giustizia.
Ora con l’intimazione del pagamento delle spese legali al danno si aggiunge la beffa.
All’ingiustizia subita dai parenti delle vittime della strage e ai licenziamenti di dipendenti che si sono impegnati per evitare altre tragedie si aggiunge la punizione verso lavoratori la cui unica colpa è di aver agito nell’interesse della giustizia e della verità.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno a tutte e tutti i/le Rls, rappresentanti della sicurezza nei luoghi di lavoro impegnati per la tutela dei diritti, per i quali la sentenza della Cassazione suona come un segnale politico di carattere chiaramente intimidatorio.
Nel contempo invitiamo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, le cittadine e i cittadini democratici a non lasciare da soli i lavoratori colpiti a fronte delle spese onerose che sono obbligati a sostenere.
Testimoniamo la nostra solidarietà e l’assunzione della loro come una lotta che ci riguarda tutte e tutti impegnandoci a sostenerli con un nostro contributo.
Le sottoscrizioni vanno inviate al conto corrente appositamente dedicato, intestato a Dante De Angelis, Iban: IT96V0760103200001053269260. la causale è: “Contributo di solidarietà per spese legali e processuali RLS Processo Viareggio”.
Primi firmatari:
Citto Maselli, Aldo Tortorella, Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Cesare Antetomaso, Tiziana Barillà, Cisco Bellotti, Paolo Berdini, Paolo Berizzi, Cesare Bermani, Marco Bersani, Emiliano Brancaccio, Marina Boscaino, Stefania Brai, Benedetta Buccellato, Antonella Bundu, Ascanio Celestini, Guido Caldiron, Massimo Carlotto, Loris Caruso, Luigi de Magistris, Girolamo De Michele, Marco Dentici, Massimo Dapporto, Antonella De Palma, Nunzio D’Erme, Angelo d’Orsi, Tommaso Di Francesco, Italo Di Sabato, Valerio Evangelisti, Marta Fana, Paolo Ferrero, Paolo Favilli, Francesca Fornario, GANG, Elio Germano, Giovanni Greco, Alessandro Gilioli, Beppe Giulietti, Andrea Gropplero , Giovanni Impastato Casa Memoria Impastato, Alessio Lega, Maria Lenti, Fabiomassimo Lozzi, Guido Liguori, Enrico Maggi, Fiorella Mannoia, Lucio Manisco, Dacia Maraini, Danilo Maramotti, Giulio Marcon, Ivano Marescotti, Marina Massironi, Antonio Mazzeo, Giovanni Mazzetti, Maria G Meriggi, Emilio Molinari, Tomaso Montanari, Raul Mordenti, Riccardo Noury, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Pierluigi Panici, Antonello Patta, Silvano Piccardi, Ottavia Piccolo, Paolo Pietrangeli, Matteo Pucciarelli, Andrea Purgatori, David Riondino, Gianni Rinaldini, Annamaria Rivera, Paolo Rossi, Franco Russo, Giovanni Russo Spena, Pasquale Scimeca, Vauro Senesi, Lo Stato Sociale, Alessandro Triulzi, Lucia Vasini, Dario Vergassola, Guido Viale, Daniele Vicari, Massimo Wertmuller
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Redazione
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2 commenti

  • Francesco Masala

    segnalo una “puntata” del programma di Domenico Iannacone, che fa in tv una delle cose migliori che sia dato vedere:

    https://www.raiplay.it/video/2020/11/Che-ci-faccio-qui—Io-sono-vivo—30-11-2020-6f7b2fcc-527a-4bd2-95f4-9dd26b49be8f.html

  • Gian Marco Martignoni

    Questa sentenza oltre che una vera e propria beffa, è la plastica dimostrazione di come il diritto del lavoro è stato rovesciato e piegato alla ” dittatura ” del capitale. Ovvero, oggi con il fatto che se sei in una causa del lavoro definito ” soccombente ” , a differenza del passato gli oneri in capo al lavoratore o lavoratrice sono ingenti. Tutto ciò allo scopo di sconsigliare la promozione delle cause di lavoro, anche se le stesse hanno le loro ragioni di fondo. Se dovessi perdere la causa, quanto dovrò pagare ? Questo è il timore che assilla qualsiasi ufficio delle vertenze di qualunque organizzazione sindacale. Quando ho letto l’articolo di Massimo Franchi ho immediatamente dato la mia solidarietà al compagno Alessandro Pellegatta, e sottoscritto per la loro causa, che è ovviamente anche la nostra.

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