Non solo covid: la salute globale oltre l’emergenza

di Gianluca Cicinelli  (*)

La salute è un diritto umano fondamentale e un bene pubblico globale: da qui muove l’analisi del documento “La salute globale oltre l’emergenza“, presentato oggi dal Network italiano Salute Globale. “La pandemia Covid 19 non è la causa della crisi in cui imperversa la sanità globale, piuttosto ha portato alla luce, in modo violento e drammatico, debolezze e carenze, in termini di investimenti e scelte politiche, che caratterizzano da decenni i sistemi sanitari a livello globale” sottolineano gli esperti  del Network. “L’attuale emergenza sanitaria richiede con urgenza la definizione e il rafforzamento di strategie di breve termine per accelerare lo sviluppo, la produzione e distribuzione di vaccini, strumenti diagnostici e terapeutici contro il Covid-19, senza perdere di vista le altre epidemie e malattie croniche”.

Per la sua importanza, sottolineano i ricercatori di Salute Globale, è uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibili dell’Agenda 2030 dell’Onu, poiché assicurare il rispetto e la piena attuazione del diritto alla salute significa garantire ad ognuna e ognuno, in ogni parte del mondo, un accesso equo a servizi sanitari di qualità. Ciò comprende eliminare la mortalità materna e infantile, le malattie trasmissibili come Hiv/Aids, tubercolosi e malaria, nonché il pieno raggiungimento della salute sessuale e riproduttiva e della salute mentale. Promuovere questo diritto vuol dire anche garantire l’accesso al cibo, all’acqua e ai servizi igienico-sanitari e fondamentale diventa anche lo “star bene” dell’ambiente e del pianeta che abitiamo. Il diritto alla salute, per essere tale, richiede la realizzazione della Copertura Sanitaria Universale (Uhc – Universal Health Coverage): per raggiungerla è necessario il rafforzamento dei sistemi sanitari pubblici e comunitari, da sostenere tramite finanziamenti pubblici e la cooperazione internazionale, garantendo la ricerca, la formazione e la prevenzione.

Un esempio delle problematiche è costituito dall’Africa, dove Amref Health Africa ritiene che i numeri della pandemia da Covid-19 siano sottostimati. Sembra tuttavia che la pandemia sia meno diffusa che in Europa e che sia meno mortale, ma per raggiungere l’obiettivo di vaccinare almeno il 60% della popolazione (circa 780 milioni di persone) il continente africano avrà bisogno di 1,5 miliardi di dosi di vaccino che, secondo le stime attuali, potrebbero costare tra gli 8 e i 16 miliardi di dollari. Secondo l’Africa Centres for Disease Control and Prevention (Africa Cdc) al 28 aprile le dosi di vaccino Covid-19 ricevute dal continente africano sono oltre 36 milioni, ma ne sono state somministrate solo 15 milioni. Amref Health Africa ha lanciato la campagna “Per il bene di tutti” che ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione italiana sulla necessità di offrire a chiunque un accesso equo ai vaccini per diverse patologie.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha, secondo Salute Globale, un ruolo di assoluto rilievo nel guidare la comunità internazionale attraverso le sempre più numerose e complesse sfide sanitarie mondiali Alla luce delle criticità emerse con la comparsa del Covid-19, compresi i riaffiorati interessi nazionalisti contrari alla cooperazione internazionale, risulta necessario rafforzare con determinazione il ruolo dell’Oms quale entità di coordinamento della salute globale all’interno del sistema multilaterale delle Nazioni Unite. Per ciò occorre un finanziamento sostenibile, un impegno solido e trasparente nella governance, un miglioramento delle competenze necessarie per la sua guida e il suo coordinamento da un punto di vista tecnico e normativo.

L’attuale emergenza sanitaria richiede con urgenza la definizione e il rafforzamento di strategie di breve termine per accelerare lo sviluppo, la produzione e distribuzione di vaccini, strumenti diagnostici e terapeutici contro il Covid-19. Tuttavia, è importante riconoscere che la pandemia non è la grande causa della crisi in cui imperversa la sanità globale; piuttosto, questa ha portato alla luce, in modo violento e drammatico, debolezze e carenze che caratterizzano da decenni i sistemi sanitari a livello globale. Ne consegue la necessità di avviare anche riforme di carattere più strutturale che adottino una prospettiva di medio-lungo periodo. Tutto ciò richiede una risposta globale condivisa, una forte solidarietà internazionale, il riconoscimento della centralità dei diritti umani e il rafforzamento del processo multilaterale incentrato sulle Nazioni Unite e coordinato dall’Oms, per avanzare con fermezza sulla via della sostenibilità, riconoscendo il carattere trasversale delle sfide sanitarie, climatiche, assistenziali e socio-economiche.

Il concetto di One Health racchiude tutto questo in modo operativo. Si fonda sulla necessità di cambiamento del modello di produzione e consumo per favorire atteggiamenti, azioni e forme di partecipazione attiva per ottenere una gestione più sostenibile delle risorse naturali del pianeta, nell’interconnessione tra persone, animali, piante ed il loro ambiente condiviso. Tale interconnessione rende indispensabile la presa in carico di ogni aspetto di “salute globale” da parte di tutte le cittadine e cittadini. Per arrivare a questo la proposta è di costruire un percorso coerente e omnicomprensivo di sostenibilità, per dare una risposta concreta all’attuale crisi, costruire un sistema solido e duraturo di prevenzione e realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 affinché nessuna persona sia lasciata indietro.

(*) Le foto e parte dei testi sono tratte dal dossier “La salute globale oltre l’emergenza” che è possibile scaricare dal sito  www.networksaluteglobale.it

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