Nora e Amelia: le imprescindibili

Il 1° giugno scorso, a 94 anni, si è spenta Nora Cortiñas, storica esponente delle Madres de la Plaza de Mayo. Solo pochi giorni prima, in Uruguay, gli antropologi forensi hanno confermato che i resti ossei rinvenuti nel 2023 appartengono alla militante del Partito Comunista Amelia Sanjurjo. Un filo rosso lega Nora, Amelia e tutte quelle donne che hanno combattuto contro i regimi militari latinoamericani.

di David Lifodi

Nel 2023, in Uruguay, sono stati trovati i resti di Amelia Sanjurjo, sepolti in un edificio militare. A confermare che si tratta della donna, lo scorso mese di maggio, sono stati gli antropologi forensi argentini. Quarantunenne, militante del Partito Comunista uruguayano, era stata rapita il 2 novembre 1977, condotta nel centro di detenzione clandestino di La Tablada e torturata.

           Foto: https://www.subrayado.com.uy/

Il 1°giugno scorso, quasi contemporaneamente all’individuazione ufficiale dei resti di Amelia Sanjurjo, ci ha lasciati, a 94 anni, Nora Cortiñas, storica esponente delle Madres de la Plaza de Mayo che non ha mai smesso di dire, in ogni uscita pubblica: “No vamos a abandonar la lucha contra estos genocidas sin corazón”. Un filo rosso lega la storia di queste due donne. La prima, Amelia, in attesa di un figlio, fu sottoposta a violenze atroci e assassinata dalla dittatura militare. La seconda, Nora, ha perso suo figlio, Carlos Gustavo, sempre a causa del regime, ma può essere considerata, come le sue compagne di lotta, la madre di un’intera generazione fatta scomparire in tutto il Cono Sud latinoamericano, una sorta di madre en plural.

                                                    Foto: @hijos_capital

Entrambe sono state delle lottatrici sociali. Nora es la madre de todas las luchas, hanno ripetuto tutti coloro che hanno partecipato alla cerimonia funebre, caratterizzata dalla presenza di centinaia di pañuelos e dalla bandiera che portava durante la consueta marcia del giovedì nella Plaza de Mayo, su cui era scritto: 30.000 desaparecidos presentes.

La memoria è quella che non fa dimenticare l’impegno per la giustizia sociale di Amelia Sanjurjo, sui cui resti potranno piangere i Familiares de Detenidos Desaparecidos de Uruguay (Famidesa) che, da tempo, sostenevano che i torturatori di allora sapessero benissimo dove era stata seppellita la donna, ma, tacendo vigliaccamente, hanno finito per sequestrare anche il dolore dei suoi familiari.

La dittatura argentina sequestrò il figlio di Nora, Carlos Gustavo, il 15 aprile 1977. Pochi mesi dopo, in Uruguay, Amelia veniva rapita, a sua volta, dai militari uruguayani. Nonostante l’incertezza e le difficoltà dovute a due regimi oppressivi e sanguinari, Norita, come tutti la chiamavano, era convinta che la Plaza de Mayo fosse un luogo magico perché lì, e soltanto lì, il dolore delle madres e di tutti i familiari dei desaparecidos, si trasformava in potenza. Per questo motivo Nora ripeteva a tutti lo stesso consiglio: “Venite in piazza”.

Luchadora de todas las luchas, de todos los tiempos y de todos los lugares, tutti descrivono Nora come una lottatrice esemplare. Una volta che suo figlio era stato rapito dai militari si avvicinò subito alla Liga Argentina por los Derechos del Hombre e, successivamente, nemmeno un mese dopo la sparizione di Carlos Gustavo, iniziò a partecipare alle manifestazioni nella Plaza de Mayo nonostante il terrore dovuto ai sequestri, nel dicembre di quello stesso anno, di Azucena Villaflor de Vincenti, Esther Ballestrino de Careaga e María Eugenia Ponce de Bianco.

Malgrado tutti i suoi sforzi, Nora non riuscì mai a sapere quale fu il destino di Carlos Gustavo, ma non si è mai abbattuta, nemmeno in tempi recenti, quando alla Casa Rosada sono giunti Javier Milei e Victoria Villaruel, noti per il loro negazionismo in tema di memoria storica (che può essere definito come una forma ulteriore di terrorismo di stato), oltre ad essere una delle peggiori coppie presidenziali che il paese abbia mai avuto. Conosciuta per il suo impegno internazionalista, che andava ben oltre i confini argentini e latinoamericani per spingersi fino a rivendicare i diritti del popolo kurdo e di quello palestinese, Nora si è spesa in prima persona per sostenere il processo di pace colombiano e le istanze dello zapatismo nel Chiapas.

Norita era una donna molto apprezzata, al pari di Amelia Sanjurjo: in comune avevano una forte coscienza sociale. Proprio il genere femminile è stato quello che ha pagato maggiormente l’avvento delle dittature nel Cono sud latinoamericano, sia in qualità di madri, che hanno perso i loro figli, rapiti dalle patrullas con i vetri oscurati, sia in qualità di donne che hanno dovuto sopportare il furto dei neonati dati alla luce in carcere e subito sottratti per essere affidati a copie vicine alle dittature.

Insieme a tutte quelle donne che hanno combattuto e sfidato i militari in America latina, Nora e Amelia rappresentano un esempio, ma anche uno stimolo per continuare a battersi contro ogni forma di repressione al grido di Nunca más e, per questo, sono imprescindibili.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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