Normanni di Calabria

di Pierluigi Pedretti

pedrouno-normanni

In questi giorni plumbei di autunno inoltrato, leggendo alcuni versi del Poliziano (“Erano intorno violette e gigli/fra l’erba verde e vaghi fior novelli/azzurri gialli candidi e vermigli”), ripenso ad una ormai lontana giornata di maggio .

Mentre attendiamo sul prato di margherite l’arrivo dei nostri compagni, osserviamo tra il giovane fogliame le acrobazie di uno scoiattolo. Mia figlia Lavinia lo segue a lungo con lo sguardo, finché sparisce alla vista tra i fitti alberi di monte Scudiero. Siamo sulle propaggini meridionali della Catena Costiera. E’ incredibile vedere i salti dell’animaletto dal soffice pelo nero in questi luoghi, dove se ne era perduta la memoria. Forse non tutto è perduto sulle montagne calabresi, come attesta anche un altro ritorno: quello del lupo.

Le lenti, che adoperiamo per proteggere gli occhi dal sole e dal vento di maggio, fanno risaltare i colori. Il paese di Grimaldi, visto dalla stradina sterrata che percorre il crinale, ci appare riposare su una coltre di verde smeraldo, circondato com’è da boschi rigogliosi che non paiono sminuiti dai tagli dei boscaioli.

pedrodue-normanni

Lo sferragliare delle bici che si avvicinano – Angelo è riuscito a riparare la foratura finalmente – mi desta dai miei pensieri, possiamo ripartire, imboccando lo sterrato che ci porta in basso, verso la conca di Grimaud, barone normanno.

Il paese (ri)fondato dai rudi uomini del Nord è posto lateralmente al versante occidentale della Valle che prende il nome dall’antico Sabatum. Il fiume Savuto, che oggi divide le province di Cosenza e Catanzaro, fu per secoli, grazie alla via Popilia che ne percorreva un buon tratto, l’unica via d’accesso al Bruzio romano. Secoli dopo normanni e bizantini si scontrarono sul fiume, marcando linguisticamente quei luoghi: terra “latina” e terra greca, ma anche limes religioso, cattolicesimo e ortodossia.

Ci fermiamo giusto il tempo per qualche fotografia nei pressi di un laghetto artificiale, posto fra monte Marmorino e “la lucerna della fede”, quel Monte S. Lucerna che svetta sulle nostre teste, prendendo il nome dall’epiteto che definiva il monaco irlandese San Colombano, i cui seguaci giunsero al seguito dei conquistatori normanni per latinizzare quelle antiche terre greco-bizantine (il linguista John Trumper docet).

pedrotre-normanni

Mentre il sentiero s’inabissa, attento a non cadere, osservo accanto a noi una poiana librarsi nel cielo della valle. Non è certo una novità per chi ama il ciclismo fuori strada godere di apparizioni straordinarie, ogni volta si ripete la meraviglia di osservare paesaggi insoliti, poco frequentati, o almeno visti da una prospettiva diversa. Appaiono evidenti le tracce delle perdute strade sottostanti e, così, anche i resti dell’antico abitato di Grimaldi che, aguzzando lo sguardo verso la lontana collina, riaffiorano qua e là sotto forma di muri sopravvissuti alla violenza del terremoto del 1638 e all’incuria del tempo ma soprattutto degli uomini.

Lavinia apprezza molto la discesa tra i fitti castagni, sta in sella alla sua bici come un valkiria su un destriero focoso. La seguo da presso mentre scavalca sassi, radici e arbusti e non è difficile a questo punto pensare come proprio i normanni abbiano potuto sentire familiari questi luoghi così impervi e boscosi quando si spinsero alla conquista del Sud.

Penso al lungo tempo trascorso, alla morte che tutto travolge, ai corpi dissolti, alle vestigia sparite. Siamo alla fine. Giungiamo, così, nella parte più alta del paese, la Cona, dove c’è la Chiesetta dell’Addolorata, e ritroviamo Angelo immobile, con lo sguardo su un’iscrizione marmorea: “Fermati passegger non ti sia grave chinare il capo e recitare un’ave”. Non ci resta che seguirne il consiglio. Non fosse altro che per la copiosa fontana che scorre lì a fianco, perché sa solo Dio quanta sete abbiamo in corpo.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *