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Dove l’astrofilosofo Fabrizio Melodia ragguaglia su film e premi alla 16a edizione del «Trieste science+fiction festival»

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Si è conclusa domenica la kermesse cinematografica del Trieste Science+Fiction festival, 16esima edizione, confermando la città “capitale fantascientifica d’Italia”, con proiezioni, mostre e incontri futurologici di altissima qualità.
Fra i molti lunghi e cortometraggi presentati, la giuria ha voluto assegnare l’ambito premio Asteroide al film «Embers» della regista Claire Carrè, miglior lungometraggio in concorso, con la seguente motivazione: «È un film che porta la fantascienza e il fantastico in una nuova direzione. Che pone, pur non volendo fornire risposte ad ogni costo, domande su chi siamo come individui, famiglia, amici e amanti. Su come un solo istante possa bastare a farci comprendere il nostro essere umani. Questo film è un’allegoria senza tempo sul comportamento umano, sull’intensità delle emozioni e sull’incognita del futuro». Tematiche forti e scottanti, che non potevano lasciare dunque indifferente né il numeroso pubblico né la giuria composta dal giornalista e critico cinematografico Mauro Gervasini, dalla programmatrice del London FrighFest Shelagh Rowan-Legg e da Pedro Souto, direttore di MOTELX – Lisbon International Horror Film Festival.
Per quanto riguarda il premio al miglior lungometraggio fantastico europeo, «la giuria sceglie di attribuire il Méliès d’Argento 2016 a Sum of Histories» del regista Lukas Bossuyt, coprodotto da Belgio e Olanda, «per aver realizzato, secondo la migliore tradizione del genere, un avvincente intreccio tra le vite dei protagonisti e il tema fantascientifico dell’alterazione della linea temporale, introducendo un’intrigante rilettura delle ultime scoperte nell’ambito della fisica quantistica», almeno secondo il giudizio della sceneggiatrice Isabella Aguilar, dal regista Fabrizio Roy Bava e dal documentarista e autore televisivo Carlo Modesti Pauer.
Per la sezione European Fantastic Shorts – selezione dei migliori corti fantastici europei – il pubblico ha assegnato il Mèliès d’Argento all’opera «Getting fat in a healthy way» del bulgaro Kevork Aslanyan.
La redazione di «Nocturno» – rivista per gli appassionati del cinema di genere – ha assegnato invece il «Nocturno Nuove Visioni Award» al film «I am not a serial killer» del regista irlandese Billy O’Brien, premiato «per l’insolita combinazione di humour nero, horror e romanzo di formazione, e per la capacità di far convivere i Mostri della porta accanto con i nostri Mostri interiori».
Invece il neonato Premio della Critica Web, per la migliore opera prima – in collaborazione con le testate web BadTaste, Cineblog, CineClandestino, CineLapsus, Long Take, Quinlan e Sentieri Selvaggi – è andato al film «Under the shadow» del regista Babak Anvari, pellicola anglo-americana già in concorso per l’ Oscar 2017 come miglior film straniero per la Gran Bretagna.
Invece il Premio del Pubblico è andato a larga maggioranza al lungometraggio «Moonwalkers» del regista francese Antoine Bardau-Jacquet, mentre il Premio Cinelab – assegnato in collaborazione con DAMS discipline delle arti della musica e dello spettacolo, Corso di studi interateneo università di Udine e università di Trieste – se lo è aggiudicato il cortometraggio della sezione Spazio Italia «Djinn Tonic» dell’italiano Domenico Guidetti il quale, secondo la giuria, «dimostra le potenzialità delle produzioni italiane, ed è capace di esporre, tramite un concetto semplice, la più profonda mutabilità delle pulsioni umane». Si è messo in luce positivamente il lungometraggio «Monolith» di Ivan Silvestrini, «per la grande capacità di dimostrare l’alto livello che può raggiungere una produzione italiana».
Dunque la sedicesima edizione del Trieste Science+Fiction Festival si è conclusa più che positivamente, lasciando molto soddisfatti gli organizzatori della “Cappella Underground”, che stanno già organizzando la prossima edizione, forti del riscontro di un pubblico in continua crescita: «Registriamo un record di presenze con un netto aumento del numero degli spettatori, grazie a un programma ricco di ospiti internazionali e anteprime prestigiose che rappresentano l’espressione più alta del fantastico contemporaneo. Siamo soddisfatti della sempre maggiore attenzione da parte della stampa internazionale e nazionale verso la nostra manifestazione e verso Trieste, sempre più città della scienza e della fantascienza» afferma Daniele Terzoli, direttore del festival che vedete nell’immagine insieme alla regista Claire Carrè e al produttore del film Charles Spano.

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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