Notizie dal comitato «Paul Rougeau»

1 – Cina; 2 – Iran; 3 – Il sommario del numero 219

LA CINA SMETTERA’ DI ESPIANTARE ORGANI DEI CONDANNATI. DAVVERO?

All’inizio di dicembre diversi articoli hanno riferito di una nuova dichiarazione cinese sulla cessazione del prelievo di organi dai condannati a morte appena «giustiziati». Tuttavia i media si dimostrano per lo più scettici sull’effettiva messa in pratica di quanto annunciato.

Il 4 dicembre il famoso chirurgo Huang Jiefu – ex vice ministro della Sanità, membro della «Conferenza di Consultazione Politica del Popolo Cinese», nonché consigliere nel Partito Comunista, nonché direttore del «Comitato Cinese per la Donazione degli Organi» – ha dichiarato che, a partire dal 1° gennaio 2015, si utilizzeranno per i trapianti solo organi prelevati da liberi cittadini, donatori volontari. Questa dichiarazione lascerebbe sperare che la Cina smetterà di espiantare organi dai condannati a morte appena giustiziati… ma sarà davvero così? (1).

Il dubbio nasce dal fatto che il dottor Huang Jiefu aveva già rilasciato una simile dichiarazione nel 2012, dichiarazione che finora non ha avuto seguito (2).

Un anno fa Huang aveva in parte ritrattato la sua affermazione di due anni prima, dicendo che gli organi sarebbero ancora stati prelevati dai condannati a morte, a patto però che questi avessero dato preventivamente il loro consenso all’espianto.

Questa volta (il 4 dicembre) l’affermazione, sicuramente proveniente dal dottor Huang Jiefu, è arrivata in forma anonima: i media hanno soltanto precisato che la notizia è stata comunicata «da fonte ufficiale».

Il problema è che le autorità politiche stanno cercando di far apparire più onesto e giusto il procedimento della donazione di organi, che in effetti dovrebbe avvenire attraverso passaggi trasparenti, indipendentemente dal fatto che un malato sia disposto a pagare per accelerare la procedura.

Ethan Gutmann, un ricercatore che ha pubblicato nell’agosto scorso un libro intitolato «Il Macello», ha denunciato nel suo scritto l’«omicidio di massa dei prigionieri politici cinesi», in particolare dei membri del Falun Gong. Questi sarebbero stati uccisi per espiantare i loro organi, venduti a caro prezzo ai malati abbienti. Le autorità cinesi non si sono espresse in modo ufficiale in merito a tali accuse.

Inoltre, avendo il dottor Huang dichiarato che gli organi verranno espiantati previo consenso dei donatori, implicitamente si ammette che tuttora gli organi vengono prelevati dai prigionieri giustiziati, e senza la loro preventiva autorizzazione.

Arne Schwarz, un ricercatore svizzero che si occupa da anni delle pratiche di trapianto effettuate in Cina, osserva che anche l’autorizzazione all’espianto degli organi da parte di condannati a morte non avrebbe alcun valore di garanzia perché i prigionieri non sono in condizione di prestare liberamente il loro consenso (in pratica potrebbero essere indotti a farlo da pressioni insostenibili esercitate dall’istituzione carceraria). Anzi, a suo parere, tutta la nuova apparente trasparenza, favorirebbe l’occultamento della pratica dell’espianto dai condannati giustiziati. Secondo Schwarz: «Questo annuncio non costituisce una riforma, ma solo propaganda politica».

(1) Vedi nel sito di opposizione http://www.theepochtimes.com/n3/about-us/ vicino al Falun Gong, l’articolo: http://www.theepochtimes.com/n3/1123768-is-china-really-going-to-stop-using-organs-from-executed-prisoners/

  1. Vedi il numero 196 del «Foglio di collegamento», nonché i numeri 87 (nel notiziario), 132 («Cosmetici di origine…»), 134 («Olimpiadi e…»), 144 (notiziario).

INSULTA IL PROFETA SU FACEBOOK: STA PER ESSERE IMPICCATO IN IRAN

Un blogger iraniano, reo confesso e pentito, arrestato nel 2013, arrivato alla fine dell’iter giudiziario è alle soglie dell’esecuzione. E’ stato condannato a morte per aver insultato il Profeta Maometto.

Il blogger 30-enne Soheil Arabi fu arrestato nel novembre del 2013, nel piccolo centro di Sarallah in Iran. Fu accusato di aver insultato i 12 Santi Imam dell’Islam sciita e il Profeta Maometto, nelle 8 pagine di Facebook che, sotto diversi nomi, facevano capo a lui.

Pur essendosi detto profondamente pentito dichiarando di aver scritto i post incriminati in cattive condizioni psichiche, è stato condannato a morte lo scorso 30 agosto. Infatti sia per l’insulto ai 12 Santi Imam, sia per l’insulto al Profeta Maometto in Iran è prevista la pena capitale.

Il 24 novembre la Corte Suprema, rivedendo il caso, ha aggiunto la condanna per aver «seminato corruzione sulla terra». Delitto per il quale non è possibile concedere la grazia.

Da notare: il medesimo blogger in un separato processo ha ricevuto una pena detentiva per aver offeso il «Supremo Leader» Ayatollah Ali Khamenei e aver fatto propaganda contro il governo iraniano su Facebook.

La sentenza capitale di Soheil Arabi è stata confermata dalla Corte Suprema il 7 dicembre. Egli è pertanto a rischio di imminente impiccagione.

PRESENTAZIONE DEL «FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO
DEL COMITATO PAUL ROUGEAU» – NUMERO 219

In questo numero (il sommario è subito sotto) si parla molto di tortura perché il 9 dicembre è stato reso noto il risultato dell’inchiesta del Senato statunitense sulle torture compiute dagli statunitensi della Cia ai danni dei «sospetti terroristi» dopo l’11 settembre 2001. «La tortura è ovunque condannata, ovunque praticata» dice Amnesty… Ma ci accorgiamo che essa è sostenuta da personaggi di primo piano come l’ex vice presidente degli Usa Dick Cheney e il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia.
Si cominciano a fare i bilanci di fine anno, ricordando le vittorie, ma anche le brucianti sconfitte, del movimento per i diritti umani nel corso del 2014. Il governatore del Maryland, Martin O’Malley, mette una pietra tombale sulla pena di morte nel suo Stato; continua e si accentua la diminuzione delle condanne capitali e delle esecuzioni negli Stati Uniti; un’ampia maggioranza dei Paesi del mondo approva la «Risoluzione per la moratoria della pena di morte» nell’Assemblea Generale della Nazioni Unite. A ciò fa riscontro il numero enorme di esecuzioni in Iran e le condanne a morte in nome della religione non solo in Iran ma anche in Nigeria, in Pakistan, in Iraq e in altre zone dell’Africa e dell’Asia ormai controllate da gruppi integralisti assolutamente irrazionali quali sono Boko Haram e l’Isis.
Dopo la chiusura di questo numero si sono verificati gli attentati terroristici di Parigi in riposta alla satira irrispettosa e dissacrante della rivista «
Charlie Hebdo» nei riguardi del Profeta Maometto. La reazione a livello emotivo e operativo in Francia e nei Paesi occidentali è stata fortissima e per lo più irrazionale e controproducente, con l’insistenza stucchevole sui “brillanti” exploit di «Charlie Hebdo». Si sono avute 12 persone morte nella sede di «Charlie Hebdo», la successiva uccisione dei due fratelli attentatori Chérif e Saïd Kouachi, più la scia di morte – una giovane vigile urbana e quattro ostaggi – lasciata dal fuggitivo Amedy Coulibaly fino alla sua uccisione in un supermercato. In tutto 20 morti (compresi i tre assassini): 20 morti ammazzati costituiscono una perdita gravissima e ingiustificabile, da considerare con tutta la compassione e la razionalità di cui siamo capaci. Ci mettono in crisi 20 assassinati nel cuore dell’Europa… ma quanto ci impressionano le migliaia di morti innocenti fatti in Paesi lontani dagli estremisti religiosi (e da chi li combatte)?
Come sempre, saranno preziosi i vostri riscontri a quanto scriviamo!
Cordiali saluti
Giuseppe Lodoli (per il Comitato Paul Rougeau)
PS – I numeri arretrati del «Foglio di Collegamento», cui fanno riferimento i nuovi articoli, si trovano nel nostro sito
www.paulrougeau.org

SOMMARIO
1 ) Annullata dopo 70 anni la condanna a morte del piccolo Stinney (*)
2 ) La Cina smetterà di espiantare organi dai condannati. Davvero?
3 ) Sogniamo un futuro di vera giustizia in Iran
4 ) Insulta il profeta su Facebook: sta per essere impiccato in Iran
5 ) Reso noto il rapporto del Senato Usa sulle torture della CIA
6 ) Un giudice della Corte Suprema Usa: la tortura non è off limits
7 ) Riprende l’iniziativa per ottenere il reato di tortura in Italia
8 ) Pietra tombale di O’ Malley sulla pena di morte in Maryland
9 ) Votata in Assemblea Generale la «Risoluzione per la Moratoria»
10) Ultime notizie dalla Nigeria: nuovi orrori di Boko Haram
11) In memoria del mio amico Donald Dufour di Marco Calgaro
12) Forte diminuzione delle sentenze capitali e delle esecuzioni in Usa
13) Per Fernando Caro un processo in sospeso dall’anno 2000
14) «Sognatore» di Arthur Lee Williams II
15) Notiziario: Arabia Saudita, Iran, Iraq, Madagascar, New York, Pakistan
(*)
già anticipato in blog
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