Novembre 2025: i crimini israeliani in Cisgiordania
del Palestinian Centre for Human Rights (PCHR)
Nel novembre 2025, le Forze di Occupazione Israeliane (IOF) e i coloni israeliani hanno continuato i loro crimini e violazioni contro i palestinesi e le loro proprietà in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme occupata.
Le IOF hanno commesso diversi omicidi, il più grave dei quali è stato l’assassinio di due palestinesi a Jenin dopo aver aperto direttamente il fuoco contro di loro, nonostante si fossero arresi e avessero alzato le mani, in un crimine che ha costituito un’esecuzione extragiudiziale.
Questo mese si è assistito a numerosi attacchi di coloni contro civili palestinesi e le loro proprietà, durante i quali i coloni israeliani hanno stabilito sei nuovi avamposti di insediamento. Nel frattempo, le IOF hanno confiscato 1.955 dunum di terra e costruìto ulteriori strade di insediamento.
Questa escalation fa parte di una politica sistematica di pulizia etnica che prende di mira l’esistenza palestinese ed è inserita in un sistema coloniale integrato attuato con il supporto diretto del governo israeliano e di tutte le sue istituzioni—legislative, esecutive, militare e di sicurezza. Questo sistema mira a imporre una realtà permanente di esclusione e dominazione, consolidando l’annessione e affermando la sovranità sulla Cisgiordania.
Di seguito alcune delle violazioni evidenziate e documentate dal Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR):
Omicidi e violazione del diritto alla vita e all’integrità del corpo:
Gli attacchi delle IOF e dei coloni durante il periodo di riferimento in Cisgiordania hanno causato l’uccisione di 21 palestinesi, tra cui 12 civili e sette bambini, e il ferimento di altri 40 civili, tra cui 14 bambini. Inoltre, un palestinese è morto nelle carceri israeliane.
Uno dei crimini più gravi è stato l’assassinio di due palestinesi con i colpi d’arma da fuoco da parte delle IOF, nonostante si fossero arresi, in un nuovo crimine di esecuzione extragiudiziale.
Il 2 novembre 2025, l’Autorità Generale per gli Affari Civili ha informato sia la Commissione per gli Affari dei Detenuti ed Ex-Detenuti sia il Club dei Prigionieri Palestinesi che il detenuto palestinese Mohammed Hussain Mohammed Ghawadra (63 anni), di Jenin, è morto nelle carceri israeliane. Vale la pena notare che le IOF avevano arrestato Ghawadra il 6 agosto 2024, e da allora era rimasto in custodia nella prigione “Janout” (precedentemente Nafha e Ramon). La causa della morte non è ancora stata identificata.
Il 3 novembre 2025, Ahmed Rebhi Id’is al-Atrash (36 anni), di Hebron, è stato ucciso dopo essere stato colpito alla testa da un proiettile sparato da un colono israeliano vicino all’ingresso nord di Hebron (Ras al-Joura), collegato alla Bypass Road 60. Ahmed è rimasto disteso a terra per circa mezz’ora prima di essere trasportato da un veicolo militare israeliano.
Il personale medico dell’Ospedale Governativo di Rafidia a Nablus ha dichiarato la morte di Jamil ‘Atif Jamil Hanani (19 anni), di Nablus, che è deceduto a causa della ferita riportata dopo essere stato colpito all’addome da un proiettile dalle IOF durante la loro incursione in città il 2 novembre 2025.
Il 6 novembre 2025, le IOF hanno ucciso Mohammed Rashad Fadel Qasem (16 anni) e Mohammed Abdullah Mohammed Taym (16 anni), del villaggio di al-Jadeera, vicino al muro di annessione adiacente al villaggio, a nord-ovest di Gerusalemme Est occupata. Le IOF hanno trattenuto i loro corpi, sostenendo che avevano lanciato una molotov verso il muro e la strada dell’insediamento.
Lo stesso giorno, le IOF hanno ucciso Murad Fawzi Yusuf Abu Saifin (15) durante la loro incursione nel villaggio di al-Yamoun, a ovest di Jenin. Murad è stato colpito da un proiettile e lasciato a sanguinare a terra per oltre mezz’ora prima che un veicolo militare arrivasse e prendesse il suo corpo.
L’8 novembre 2025, le IOF hanno ucciso Abdel Rahman Ahmed Abbas Darawsheh (26 anni) dopo avergli sparato con un proiettile alla schiena durante la loro incursione nel campo profughi di al-Far’a, a sud di Tubas. Abdel Rahman è stato trasportato all’Ospedale Turco di Tubas.
Il 13 novembre 2025, le IOF di stanza in una torre di guardia militare istituita alla periferia dell’insediamento “Karmei Tzur”, situato sulle terre del villaggio di Beit Ummar a Hebron, hanno ucciso due ragazzini: Mohammed Mahmoud Mohammed Abu ‘Ayash (15) e Bilal Baha Ali Ba’ran (15), mentre si trovavano nell’area di al-Wahadin a sud del villaggio, circa 100 metri a ovest dell’insediamento. Le IOF hanno tenuto i loro corpi.
Un video pubblicato sui social media ha mostrato uno dei ragazzini correre lungo una strada sterrata all’interno di terreni agricoli vicino all’insediamento prima di essere colpito da una delle torri di guardia militari che circondavano l’insediamento, a circa 100 metri da dove si trovavano i bambini.
Il 15 novembre 2025, le IOF hanno ucciso Hassan Ahmed Jamil Mousa (19 anni) dopo avergli sparato con due proiettili alla schiena e alla coscia destra durante la loro incursione nel campo profughi di Old Askar, a est di Nablus. Anche un’altra persona è rimasta ferita.
Il 16 novembre 2025, l’Autorità Generale per gli Affari Civili ha informato il Ministero della Salute palestinese della morte di Jad Allah Jihad Jum’a Jad Allah (15 anni), del campo profughi di al-Far’a, che è deceduto per le ferite riportate quella sera a causa degli spari delle IOF, prima di essere arrestato durante l’incursione nel campo, a sud di Tubas.
Altre due persone, incluso un bambino, sono state ferite dagli spari delle IOF e trasportate all’Ospedale Turco Tubas per le cure. Il personale medico dell’ospedale ha descritto le loro ferite come stabili.
Il 18 novembre 2025, le IOF hanno ucciso Imran Ibrahim Imran al-Atrash (18 anni) e Walid Mohammed Khalil Sabbarna (18 anni), di Hebron, dopo avergli sparato vicino all’insediamento “Gush Etzion”, a sud di Betlemme. I loro corpi sono stati trattenuti dalle IOF, che ha affermato che i due giovani avevano compiuto un attacco con accoltellamento che ha ucciso un israeliano e ferito altri.
Il 20 novembre 2025, le IOF hanno ucciso Sami Ibrahim Sami Masi Mashaikh (16 anni) nel villaggio di Kafr ‘Aqab, a nord di Gerusalemme Est occupata, mentre si trovava sulla via principale, a circa 50 metri dall’edificio dove era posizionato un cecchino israeliano.
Sami è stato colpito da un proiettile al petto e trasportato dai residenti del villaggio su un veicolo privato al Palestine Medical Complex di Ramallah. Circa 20 minuti dopo, i cecchini israeliani hanno riaperto il fuoco su altre persone nella stessa zona, ferendone una al piede, mentre un altra, ‘Amr Khaled Ahmed al-Marbou’ (18 anni), è stata colpita al petto con un proiettile. ‘Amr è stato inizialmente portato al vicino Daa’ al-Shifa Medical Center prima di essere trasferito al Palestine Medical Complex, dove Sami Mashayikh e ‘Amr al-Marbou’ sono stati dichiarati morti intorno all’1:00. (Ulteriori dettagli disponibili nel comunicato stampa del PCHR).
Il 21 novembre 2025, le IOF hanno ucciso Yunis Walid Mohammed Ishtiyeh (24), che lavorava nella polizia, dopo che le forze speciali lo avevano assediato all’interno della sua abitazione. Un cecchino israeliano ha aperto il fuoco contro di lui mentre era dentro casa, uccidendolo sulla scala del terzo piano. Le IOF hanno affermato che era ricercato e hanno trattenuto il suo corpo.
Il 23 novembre 2025, Baraa Khairy Ma’ali (21 anni), uno studente universitario, è stato ucciso dopo essere stato colpito al petto da uno dei soldati israeliani che stavano mettendo in sicurezza e sostenendo un gruppo di coloni, che avevano compiuto attacchi nel villaggio di Deir Jarir a Ramallah.
Il 24 novembre 2025, una forza speciale israeliana ha ucciso Abdel Raouf Khaled Abdel Raouf Shteiha (30 anni), del villaggio di Tal, a sud di Nablus, sparando un missile anticarro contro una casa dove si era rifugiato nell’est di Nablus. Il suo corpo è stato trattenuto dalle IOF, che sostenevano fosse una persona ricercata.
Il 25 novembre 2025, una forza speciale israeliana ha ucciso Sultan Nidal Abdel Aziz (22 anni), di Qalqilya, in una casa dove si era rifugiato nel villaggio di Marka, a sud di Jenin. Le IOF hanno affermato che era ricercato e hanno tenuto il suo corpo.
Il 26 novembre 2025, le IOF hanno ucciso Osama Yasser Mohammed Kmeil (20 anni) dopo avergli sparato all’addome durante la loro incursione nel villaggio di Tal, a sud di Nablus.
Il 27 novembre 2025, in un nuovo crimine di omicidio volontario ed esecuzione extragiudiziale, le IOF hanno ucciso al-Montaser Bellah Mahmoud ‘Abdullah (26 anni), del campo profughi di Jenin, e Yoused ‘Asas’sah (37) dopo aver aperto direttamente il fuoco contro di loro, anche se si erano arresi e avevano alzato le mani, dopo averli assediati in una casa dove si erano rifugiati a Jenin, nel nord della Cisgiordania. (Ulteriori dettagli disponibili nel comunicato stampa del PCHR).
Così, il numero di palestinesi uccisi in Cisgiordania dal 7 ottobre 2023 è salito a 1.050, tra cui 218 bambini e 33 donne, mentre 33 sono stati uccisi nelle prigioni israeliane.
Di questi, 224 sono stati uccisi nel 2025, inclusi 115 civili, tra cui 41 bambini e 5 donne. Inoltre, 13 detenuti palestinesi, incluso un bambino, sono morti nelle carceri israeliane. Inoltre, decine di persone sono rimaste ferite dai colpi d’arma da fuoco delle IOF in tutta la Cisgiordania.
Demolire e radere al suolo
Le IOF hanno demolito 34 strutture in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est occupata: 33 case sono state completamente demolite, tra cui sei con il pretesto che si trattasse di costruzioni non autorizzate, e una struttura commerciale.
Durante i loro assalti terrestri in città e nei campi profughi in tutta la Cisgiordania, le IOF hanno causato la distruzione diffusa delle infrastrutture, incluse strade, reti idriche, linee telefoniche ed dell’elettricità, nelle città di Tubas, nei villaggi di ‘Aqqaba, Tamoun e Tayasir, e nel campo profughi di al-Far’a.
Le IOF hanno fatto saltare in aria una casa nel campo profughi di al-Far’a, a sud di Tubas, durante un’operazione militare condotta nella città di Tubas, nei villaggi di ‘Aqqaba e Tamoun, nel villaggio di Tayasir e nel campo profughi di al-Far’a, a sud della città.
Dal 3 al 13 novembre 2025, le IOF hanno demolito cinque case comprendenti sei unità residenziali nel villaggio di Bruqin a Salfit, nel villaggio di Duma a Nablus, oltre che a Hebron e Betlemme. Di conseguenza, tre famiglie di 21 persone, tra cui 14 bambini e tre donne, sono state sfollate.
Il 25 novembre 2025, le IOF hanno demolito una casa in costruzione di 500 mq su tre piani nel villaggio di al-Kader, a sud di Betlemme. Vale la pena notare che la casa demolita era destinata ad ospitare diverse famiglie.
Il 28 novembre 2025, le IOF hanno distrutto una casa residenziale durante l’operazione terrestre nel campo profughi di al-Far’a, a sud di Tubas. Nello stesso giorno, hanno anche demolito 26 case nel campo profughi di Jenin, a ovest della città di Jenin, durante l’assalto terrestre in corso che dura da dieci mesi.
Confische di terre ed espansione degli insediamenti
Durante il periodo di riferimento, le IOF e i coloni israeliani hanno continuato la loro politica di espansione degli insediamenti, che si è materializzata con la confisca e la devastazione di terre palestinesi per stabilire avamposti e espandere gli insediamenti.
Di seguito alcune delle violazioni evidenziate e documentate dal PCHR:
Il 3 novembre 2025, i coloni israeliani hanno iniziato a allestire una carovana come preludio per stabilire un avamposto di insediamento sulle terre dell’area di Fateh Sabra, a est del villaggio di Sa’ir a Hebron. Le IOF hanno confiscato inoltre 14 dunum di terreno nel villaggio di Ras Karkar a Ramallah.
Il 4 novembre 2025, i coloni hanno stabilito un avamposto insediato sulle terre del villaggio di Turmus ‘Aya a Ramallah e hanno portato due case mobili sul sito. Hanno installato anche un nuovo avamposto di insediamento nell’area di Qa’un sulle terre del villaggio di Bardala a Jericho.
Il 6 novembre 2025, le IOF hanno emesso l’Ordine Militare n. (25/133/T) per confiscare 12,78 dunum nelle aree di Khillat al-Faham e Wadi Abu Bakir, dai lotti 11 e 12 delle terre del villaggio di al-Khader e dall’area di Al-‘Awaryed nel villaggio di Beit Iskariya a Betlemme, con il pretesto di utilizzare la terra a scopi militari.
L’8 novembre 2025, le IOF hanno emesso quattro ordini militari per confiscare 764 dunum di proprietà palestinese nella valle settentrionale del Giordano, a est della città di Tubas e Bardala, a ovest di Gerico.
Il 9 novembre 2025, i coloni hanno stabilito un avamposto di insediamento nelle aree beduine di Abu Ghaliyeh e al-‘Ara’ra, a est del villaggio di ‘Anata, a nord-est di Gerusalemme Est occupata.
Il 10 novembre 2025, i coloni hanno iniziato a livellare le terre del villaggio di Kisan per costruire una strada di insediamento sul lato occidentale del villaggio, a servizio dell’avamposto dell’insediamento “Evi Hanahal”.
Il 20 novembre 2025, i coloni hanno iniziato a stabilire un nuovo avamposto di insediamento nell’area di al-Maleh, nella parte settentrionale della Valle del Giordano, a est di Tubas.
Il 21 novembre 2025, le IOF hanno emesso un ordine militare per confiscare terreni privati e statali per la costruzione di una strada di insediamento lunga 40 chilometri che copre un’area di 1.042 dunum. La strada è stata pianificata per partire dal villaggio di ‘Ain Shibli, vicino al posto di blocco al-Hamra, a sud di Tubas, attraversando le terre dei villaggi di Tamoun, Baqi’ah, ‘Announ, Yarza e Tubas, estendendosi fino al villaggio di Tayasir, a est di Tubas.
Il 24 novembre 2025, i coloni hanno iniziato a stabilire un nuovo avamposto di insediamento nell’area di al-Hadidiyah, nella parte settentrionale della Valle del Giordano, a est di Tubas.
Le IOF hanno emesso anche un ordine militare per confiscare circa 77 dunum delle terre del villaggio di al-‘Isawiya, a nord-est di Gerusalemme occupata, sotto il cosiddetto “Ordine di Sequestro n. 152/25”, citando come pretesto “esigenze militari”. Questo ordine fa parte di un piano strategico più ampio volto ad espandere gli insediamenti nell’area e a collegarli tra loro, supportando l’attuazione del progetto E1 e del piano “Grande Gerusalemme”, che mira a consolidare il controllo israeliano sui dintorni della città.
Secondo i dettagli dell’ordinanza, le IOF sostengono che 42.632 dunum dei terreni confiscati siano fuori dal campo di applicazione delle “terre statali”, mentre 34.976 dunum sono classificati come “terre statali”, incluse aree di al-‘Isawiya. Ciò indica che gli ordini militari vengono sistematicamente usati come strumento per imporre il controllo sulle terre palestinesi sotto il pretesto della sicurezza, prima di convertirli successivamente in progetti di insediamento, incluse le strade di bypass e l’espansione di blocchi e avamposti di insediamenti intorno a Gerusalemme.
Il 25 novembre 2025, le IOF hanno emesso un ordine militare per confiscare 59 dunum di terreno nel villaggio di Zububa, a ovest di Jenin, per l’espansione degli insediamenti.
Il 26 novembre 2025, i coloni hanno iniziato a fondare un nuovo avamposto di insediamento nell’area di al-Ma’rajat a Gerico.
Il 27 novembre 2025, i coloni hanno iniziato a stabilire un nuovo avamposto di insediamento sulle terre di Jamma’in, a sud di Nablus.
Violenza dei coloni
I coloni israeliani hanno compiuto 59 attacchi contro palestinesi e le loro proprietà in vari villaggi e città della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme occupata. Gli attacchi dei coloni hanno ferito 37 palestinesi, tra cui 6 donne, 2 bambini, 4 giornalisti, 5 membri dello staff della Mezzaluna Rossa Palestinese e 3 attivisti internazionali, oltre a causare gravi danni alle proprietà palestinesi.
Gli attacchi hanno incluso lo sradicamento di cinque tende residenziali e per il bestiame insieme al loro contenuto, lo sfollamento di due famiglie nella valle settentrionale del Giordano, la demolizione di quattro carovane, l’incendio di due moschee, di sei ville in costruzione, di due caserme, di un’officina di riparazione auto, dove l’incendio ha consumato 150 strutture di veicoli, cinque auto private, quattro camion e il Centro Marketing della Compagnia Al-Junaidi. I coloni hanno anche rotto le finestre di una casa, abbattuto 468 piante fra ulivi, uva e fichi, e dato fuoco a decine di dunum di terre agricole in tutta la Cisgiordania.
Il 1° e 3 novembre 2025, i coloni hanno compiuto due attacchi separati alla periferia del villaggio di Far’ata a Qalqilya e alla periferia del villaggio di Jureish, a sud-est di Nablus, in particolare nella sua area nord-occidentale, incendiando tre veicoli privati.
Il 4 e 5 novembre 2025, i coloni hanno compiuto quattro attacchi a Ramallah, Nablus ed Hebron, incendiando due impianti agricoli e abbattendo 180 ulivi e 225 piante di vite da frutto.
Il 6 novembre 2025, un gruppo di coloni ha fatto irruzione nella comunità beduina al-Hathroura nell’area di Khan al-Ahmar a Gerusalemme Est e ha demolito quattro case mobili (roulotte) appartenenti ai palestinesi, dopo aver imposto un stretto cordone intorno all’area e impedito con la forza ai residenti di avvicinarsi.
Il 7 novembre 2025, i coloni hanno portato un bulldozer nell’area di Hamsa, nella parte settentrionale della Valle del Giordano, a est di Tubas, dove hanno demolito case e stalle per il bestiame appartenenti a due famiglie.
L’8 novembre 2025, coloni provenienti da un avamposto pastorale istituito su terre di proprietà palestinese, hanno compiuto un attacco nell’area di Qamas, a sud del villaggio di Bata, a sud-est di Nablus, aggrediendo agricoltori palestinesi, attivisti internazionali, volontari della Mezzaluna Rossa Palestinese e giornalisti, causando feriti tra loro.
L’11 e 13 novembre 2025, i coloni hanno compiuto due attacchi separati contro il Centro di Marketing della Compagnia Al-Junaidi sui terreni del villaggio di Beit Lid, a est di Tulkarm, incendiandolo insieme a quattro camion aziendali e due veicoli privati di lavoratori. Hanno attaccato anche la periferia orientale del villaggio di Deir Istiya, a nord di Salfit, e dato fuoco all’interno della moschea Hajjah Hamida Nafa usando materiale infiammabile prima di fuggire dalla zona.
Il 20 e 21 novembre 2025, i coloni hanno compiuto quattro attacchi nel sud e nell’ovest di Nablus, causando l’incendio di un’officina di riparazione auto nel villaggio di Huwara, dove le fiamme hanno consumato 150 strutture di veicoli, oltre ad incendiare sei ville in costruzione a Jabal Tarouja tra i villaggi di Al-Lubban al-Sharqiya e ‘Amuriya. Sono stati distrutti un vivaio all’ingresso del villaggio di Udla, a sud di Nablus, e un altro vivaio nel villaggio di Deir Sharaf a ovest di Nablus. (Ulteriori dettagli disponibili nel comunicato stampa del PCHR.)
Il 24 novembre 2025, tre famiglie beduine dell’Al-‘Ara’ra Al-Ka’abneh sono state costrette a evacuare le loro case nella comunità beduina di al-Hathroura vicino a Khan al-Ahmar, a est di Gerusalemme, a seguito dell’aumento degli attacchi dei coloni dopo l’istituzione di un avamposto insediato a poche decine di metri dalla comunità. Questo avamposto ha reso estremamente pericoloso continuare a vivere nella comunità, costringendo le famiglie a trasferirsi in altre comunità beduine nella Valle del Giordano per proteggere la propria vita e la loro proprietà. Altre due famiglie della stessa comunità erano state costrette ad andarsene nelle ultime settimane a causa di attacchi simili.
Il 27 novembre 2025, i coloni hanno assaltato la periferia settentrionale del villaggio di Biddya a Salfit e hanno dato fuoco alla moschea Al-Falah versando materiali infiammabili, bruciando parti dei tappeti e delle pareti interne, prima di fuggire dalla scena.
Attacchi delle IOF a Gerusalemme:
Le violazioni e i tentativi di ebraicizzazione da parte delle IOF sono proseguiti nella Gerusalemme Est occupata, con l’approvazione della costruzione di centinaia di nuove unità di insediamento e consolidando la politica di demolizione delle case dei palestinesi sotto vari pretesti. Le IOF continuano inoltre a imporre restrizioni di accesso alla Moschea di Al-Aqsa in base all’età, specialmente il venerdì, e a far rispettare procedure di perquisizione rigorose.
Oltre alle demolizioni di case e strutture, il PCHR ha documentato quanto segue:
Il 9 novembre 2025, le IOF hanno sequestrato tre case nell’area di Batn al-Hawa, nel quartiere Silwan nella Gerusalemme Est occupata, a beneficio delle associazioni di insediamento, con il pretesto che la terra appartenesse ai coloni. Le tre case appartengono ad Asmahan Al-Shweiki, a suo figlio Ahmed e a Juma’a Odeh.
Il 18 novembre 2025, coloni israeliani hanno assaltato la Moschea di Al-Aqsa attraverso Bab al-Asbat (Porta dei Leoni) trasportando animali sacrificati, in un episodio descritto come una grave escalation nei tentativi di imporre rituali religiosi all’interno della moschea. Le immagini li hanno mostrati entrare sotto la protezione della polizia israeliana di stanza al cancello, senza essere fermati o sottoposti ai consueti controlli di sicurezza applicati ai palestinesi.
Restrizioni alla libertà di movimento e ai posti di blocco
Le IOF hanno intensificato il numero di posti di blocco e blocchi stradali in tutta la Cisgiordania, inasprendo ulteriormente le restrizioni sulla libertà di movimento tra città e villaggi e isolandoli l’uno dall’altro tramite posti di blocco e cancelli con metal detector, posizionati agli ingressi dei villaggi, superando i 1.008 cancelli. Alcuni di questi cancelli non vengono mai aperti, costringendo i palestinesi a attraversarli a piedi—a meno che non rappresentino una minaccia per la loro vita—per spostarsi tra città e villaggi palestinesi per soddisfare i loro bisogni. Oltre a questi cancelli, sono stati impiegati centinaia di posti di blocco fissi e mobili per limitare ulteriormente la mobilità dei palestinesi.
La sera del 18 novembre 2025, le IOF hanno fatto irruzione nel villaggio di Beit Ummar a Hebron, hanno chiuso tutte le strade che conducevano ad esso, lo hanno completamente isolato dall’ambiente circostante, hanno imposto un coprifuoco all’interno del villaggio e hanno costretto i negozianti a chiudere le attività, come parte delle misure di punizione collettiva, con il pretesto che alcuni residenti del villaggio avessero compiuto un attacco con accoltellamento.
All’alba del 25 novembre 2025, le IOF si sono spostate nella città di Tubas e nei suoi villaggi—Aqqaba a nord-ovest, Tammun a sud-est, Tayasir a est e campo profughi di al-Far’a a sud—annunciando l’avvio di un’operazione militare chiamata “Le Cinque Pietre.”
Le IOF hanno chiuso gli ingressi della città, le strade secondarie, i villaggi e il campo con argini di sabbia, hanno imposto un coprifuoco e condotto una vasta campagna di incursioni e arresti per quattro giorni.
(*) Tratto dal Palestinian Centre for Human Rights.
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