Nuovo ospedale a Cesena: qualche dubbio

di Davide Fabbri (*)

Le vere ragioni dell’appoggio politico di Paolo Lucchi a Stefano Bonaccini

L’oramai ex sindaco di Cesena Paolo Lucchi è molto ambizioso e ha un grande sogno: fare l’assessore regionale alla Sanità nella nuova Giunta di Bonaccini. Tutto quello che sta combinando sull’affare “nuovo ospedale a Cesena” ha finalità ben chiare.

Vorrebbe andare a gestire l’80% delle risorse economiche della Regione. Un sogno ovviamente che rimarrà in un cassetto polveroso, dato che il PD alle prossime elezioni regionali verrà sonoramente sconfitto.

Paolo Lucchi ha un’adorazione speciale per l’esercizio arrogante del potere. Lucchi è intelligente e scafato, ha capacità di lavoro mostruose, ha incredibili doti di comunicazione. E poi un amore vero, fortissimo e viscerale: adora il potere, la possibilità di comandare, di dirigere, di lasciare il suo segno. A tal punto da pensare – dopo tutti i danni che ha combinato con le due sindacature a Cesena – di andare nel 2019 in Regione, con un ruolo strategico e di potere. Su questo piano (per capacità organizzative e determinazione) non ha rivali nel PD in Regione.

Ma la caratteristica più fastidiosa è quella di essere un politico senz’anima, che non chiede alla politica qualcosa di importante, cioè il cambiamento, la passione, l’impegno, il progetto: chiede solo carriera e gestione del potere. Paolo Lucchi non ha mai pensato che la politica fosse lo strumento della speranza e del cambiamento, l’ha sempre solo considerata una via del potere.

(*) Davide Fabbri è blogger indipendente

IN  “BOTTEGA”  vedi  anche  Cesena: l’ospedale appare e scompare

 

Davide Fabbri

Un commento

  • Casetti Leonardo

    Concordo in tutto con Davide sulla base delle aspirazioni di Lucchi, che sono in realtà le aspirazioni di tutti i politici del PD. Sulle straordinarie doti di questo personaggio invece no. Io l’ho sempre considerato il classico “pollo di allevamento” capace di ripetere a pappagallo le direttive di partito, privo di un autonomia intellettuale e politica che l’ha sempre reso un personaggio grigio e calcolatore da rasentare, senza voler offendere la categoria degli agricoltori, quella furbizia contadina applicata alla politica. Prima D’alemiamo, poi Bersaniano, poi Renziano e ora , forse, Minnitiano. Il problema del PD è che in tutti questi anni dove la gestione della città era stata affidata ad architetti speculatori poi diventati obsoleti con la crisi, non aveva e non ha di meglio da proporre per ricoprire incarichi come quello da Sindaco o da Assessore di questo o di quello. E i risultati si vedono…

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