Oaxaca: sonora sconfitta di un gigante della moda

di Maria Teresa Messidoro (*)

L’industria australiana del campo della moda Zimmermann è accusata di plagio dalle comunità indigene di Oaxaca ed è costretta a ritirare dal mercato alcuni capi ispirati dai huipil tradizionali. Le scuse sono impacciate.

San Bartolomé Ayautla, distretto di Teotitlán de Flores Magón, Oaxaca, Messico. In ciascuna puntata che fa doña Herminia Flores García lascia un poco della sua anima, del suo cuore e dei suoi saperi, ereditati dagli antenati. Poco a poco stanno prendendo forma quelle figure che trasformeranno un pezzo di stoffa in un caratteristico huipil (1), una camicetta o anche un vestito.

Originaria di San Bartolomé Ayautla, dove vive da sempre, doña Hermina fa parte delle 400 ricamatrici di questo comune, dove il lavoro è scarso e la povertà abbonda: San Bartolomé si colloca nel tredicesimo posto nella lista dei 15 comuni più poveri del Messico.

Doña Herminia, che ora ha 45 anni, rimane presto orfana della madre; fu allevata così dalla nonna, che le insegnò a ricamare: a 10 anni era già una esperta, e grazie a questa arte appresa da piccola, ha potuto iniziare a vendere i suoi vestiti, ricavandone un minimo di entrata economica.

E’ una delizia ammirare un huipil realizzato da Herminia: “Prima si ricama il contorno delle figure e poi le si riempie con un punto, chiamato localmente malla, con cui si dà vita alle figure vere e proprie” dice.

I bozzetti che lei usa propongono uccelli e fiori della regione; “l’ispirazione è la natura, da cui siamo circondati, e da cui ricaviamo il necessario per vivere” aggiunge. E non potrebbe essere diversamente, visto che il nome Ayautla significa “natura” nella lingua originaria del luogo, un luogo collocato nella sierra mazateca, circondato da montagne e dagli infiniti toni di verde.

L’amministrazione municipale di San Bartolomé Ayautla da tempo tenta di brevettare il ricamo tradizionale, con lo scopo di evitare il plagio, come è già successo purtroppo: il caso più famoso è stato quello relativo alla camicetta tradizionale mixe di Santa María Tlahuitoltepec (sempre nello stato messicano di Oaxaca), “copiata” dalla disegnatrice francese Isabel Marant, nel 2015.

Un vestito delle ultime collezioni Marant (2)

L’episodio non è rimasto isolato: il popolo mazateco della regione di Cañada ha denunciato all’inizio di gennaio di quest’anno la marca australiana Zimmermann per aver plagiato il suo huipil ancestrale, presentato sotto forma di “vestito stile tunica” nella collezione Resort 2021.

Un vestito della Collezione Zimmermann a “soli” 1700 dollari (3)

Lo stesso Governo di Oaxaca e la Secretaría de Cultura Federal denunciano il plagio come una mancanza di rispetto nei confronti della loro cultura e cosmovisione.

Nel sito internet di Zimmermann, il prezzo del vestito è di 850 dollari, escluse le spese di spedizione. Un vestito che copia i disegni originali, l’uso della cintura e delle tasche profonde, le maniche ampie, il collo rotondo ed altri particolari tipici del huipil mazateco.

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Dopo questa denuncia, il vestito è stato ritirato ritirato dal mercato, con le scuse di Zimmermann, una marca molto apprezzata da attrici messicane e da Paulina Peña, la figlia dell’ex presidente Enrique Peña Nieto. Succursali della marca, ora guidata dalle sorelle Nicky e Simone Zimmermann, sono presenti negli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia ed Italia.

“Zimmermann riconosce che il vestito tunica proposto nella nostra attuale collezione si ispira a ciò che noi comprendiamo essere un vestito originale della regione Oaxaca in Messico” ha dichiarato la marca in Facebook e Instagram.

Ed ha aggiunto: “Chiediamo scusa per aver utilizzato questo soggetto senza il riconoscimento adeguato dei proprietari culturali e per l’infrazione commessa”.

E conclude dicendo che anche se “l’errore non fu volontario” si prenderanno le misure necessarie perché questo non si ripeta più in futuro.

Un dubbio: gli stilisti di Marant e Zimmermann avranno compreso le differenze tra un huipil di Ayautla e  quello ricamato ad esempio a Huautla de Jiménez, nella regione di Cañada?? (5)

 

  1. Il huipil è la classica blusa indossata dalle donne indigene, messicane o guatemalteche. I motivi ricamati possono essere geometrici, con figure umane, animali o piante, con un simbolismo differente a seconda di chi lo realizza ed indossa.
  2. https://www.isabelmarant.com/es/lookbooks/isabel-marant/isabel-marant-fall-2020/
  3. https://www.zimmermannwear.com/eu/ready-to-wear?gclid=Cj0KCQiA6t6ABhDMARIsAONIYyz7BTRtiPLmMDsaO27BR4kk11KCQoeLIGlmm35IlCqDQBw9wHyKQPYaAo9JEALw_wcB
  4. Le fotografie dei disegni tradizionali dei huipil, così come la fotografia che ritrae il confronto fra il huipil tradizionale e il vestito proposto nella collezione Zimmermann sono tratte dall’articolo https://www.nvinoticias.com/nota/88638/bordados-tradicionales-presente-y-futuro-de-ayautla-oaxaca
  5. Per cogliere in profondità la cultura indigena messicana si può leggere uno splendido testo di B. Traven, Canastitas en serie: https://docplayer.es/68224590-B-traven-canasta-de-cuentos-mexicanos.html che trovate tradotto qui https://drive.google.com/file/d/1K01915Ncj9d3xMaNuKtEXou3euSJA3Dt/view?usp=sharing. Del misterioso Traven da poco Fabio Troncarelli ha scritto in “bottega”, cfr «Il tesoro della Sierra Madre»

(*) Vicepresidente Associazione Lisangà culture in movimento, www.lisanga.org

Teresa Messidoro

2 commenti

  • Conosco molto bene i disegni Huipil e trovo che questi esempi di furto di tradizioni dovrebbero essere riconsiderati non chiedendo le scuse e togliendo i capi, ma cercando di fare sistema e facendo realizzare i tessuti alle donne Messicane o Guatemalteche e poi fare i vestiti con degli originali magari rivisti secondo il nuovo look o i nuovi modelli.
    Sarebbe una bella maniera per aiutare le ricamatrici ed offrire prodotti reali.
    In Guatemala i disegni tradizionali di ogni tribù erano il loro documento di riconoscimento e i colonizzatori Spagnoli ne obbligavano l’uso per riconoscere le popolazioni. Ogni villaggio aveva i suoi disegni ed i suoi ricami.

  • Maria Teresa Messidoro

    La storia non finisce qui, perchè a fine maggio 2021 le autorità municipali diSanta María Tlahuitoltepec Mixe, Oaxaca, hanno denunciato il plagio di disegni corrispondenti a vestiti originari locali dal parte della multinazionale statunitense Anthropologie, nella sua collezione “Marka”. Qui l’articolo dettagliato https://desinformemonos.org/pueblo-mixe-denuncia-por-plagio-de-disenos-textiles-a-tienda-estadounidense/

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